Andrea Valenti

POESIA: Forme della gloria alle porte del ’17

O guidare un camion contro la folla.
O produrre armi per divorare oro.
O tagliare la testa ad un uomo legato.
O predicare pace
dall’ennesimo o dal solito pulpito.
O celebrarsi decerebrati in internet.
O convincere il popolo ad erigere
muri e nelle segrete
con metodo continuare torture.

Mentre nell’ombra marcia del pianeta
i ricchi continuano a diminuire.

Osservo il freddo al mare
frantumarsi tra le ali dei gabbiani.
Schiaffi di vento in faccia
mentre la luce, cieca d’abbagli, urla
la solita domanda:
continua a camminare,
ora – 17/01/2017

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Andrea Ruggeri

POESIA: 2 birre ;sabbia fresca; luna accesa, il mare c’è ma nn lo sento; sento il tuo sorriso il tuo respiro , mi guardi e ti guardo,sorridi , cavolo qndo sorridi; le menti lo sanno i corpi ancora no, poi ti bacio; una due tre volte ,ancora, ancora, ancora ;le mani sui tuoi fianchi freschi come la sabbia sotto di me,tremanti ma sicuri si posano sulle mie gambe,ti spoglio prima e dopo, mi spogli,ci siamo ;ti sento ,mi senti,sei tu,sono io, siamo noi,movimenti lenti sinuosi caldi , poi dolce la mia violenza spinge su di te,me lo chiedi,la vuoi; la voglio, ti bramo e ti cedi; diventiamo mare e spiaggia ,cielo e luna, brezza e estate; che notte, quella notte;la passerei ancora …con te!

Notte d’estate
A.R. – 17/01/2017

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Angel Montanari

POESIA: In un pomeriggio c’era un vento fortissimo che faceva brezza sul mio cuore,
intensità e velocità allo stato puro della sua essenza,
così trasparente sulle rive del molo del porto delle anime distrutte…
Sentire la mia anima logorata da quel dolore di un amore a senso unico,
come le fiamme vengono distorte dal vento…
Un senso di solitudine precoce assale le porte di quel cuore ferito e tradito in un istante di passione fra i due amanti sorpresi nell’atto proibito…
Solo e solamente il vento forte di quel pomeriggio,
può portare via con se
la tremenda ferita di un povero cuore ancora innamorato… – 17/01/2017

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Flavia Luciotto

POESIA: Il mare

Il mare agita le navi
come la vita agita le anime.

Vi è un tempo per tutto.
Vi è un tempo dove io fui.
Vi è il tempo dove io sarò.

Adesso l’anima mia viaggia leggera
Adesso sono io capitano di questa mia nave.

Adesso io sono il mare calmo per la mia anima.

Luciotto Flavia

– 17/01/2017

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Rocco Marascia

POESIA: Dedicata alla donna Romena che condivide la mia vita.
Ti guardo, mentre cerchi il riposo nel sonno.
A volte, come un balenìo nella notte
un sorriso dipinge il tuo viso di luce.
Forse al ricordo di un momento di gioia, che presto scompare.
E soffro nel vederlo svanire, mentre il tuo viso,
nella penombra, si aggrotta,
mentre le tue labbra muovono in un silenzio che brucia,
come volessero urlare, e le tue mani tremano,
cercano e stringono le mie, che avvolgo con dolcezza.
I tremori alle gambe sono a dirmi che quel ricordo, ora,
ha lasciato lo spazio solo al dolore.
Ti guardo, nel sonno che cerchi, che non ti porta riposo,
vivendo l’angoscia di una telefonata improvvisa e temuta,
ad impedirti di vedererla ancora una volta,
abbracciarla sorridente, tanto è la lontananza da lei,
dalla tua terra, abbandonata per forza,
portando con te solo i ricordi che a momenti,
per un attimo solo, nel sonno che cerchi,
dipingono il tuo viso di luce con un sorriso.
E mi sento Romeno quando vedo, e sento, e provo, il dolore che taci.
Nei momenti in cui i tuoi occhi brillano,
quando le tue parole, in un incerto italiano,
cercano motivi per credere, per sognare, impegnandoti,
come me, come tanti, affinché giungano tempi migliori.
Mi sento Romeno come tutti quelli che soffrono le madri lontane,
i figli costretti a partire per cercare lavoro in terre straniere,
spesso additati, a volte derisi, discriminati. Sempre sfruttati.
Mi sento Romeno conoscendo il tuo popolo così simile al mio,
e mi commuovo sapere tua madre dirti le stesse cose,
che a me, diceva la mia.
Con lo stesso amore, con le stesse paure.
Mi sento Romeno ascoltando la tua musica, vivendo le tue stesse emozioni quando in terre straniere a me urlavano “italien”, oggi, a te, “Romena”.
Oggi mi sento Romeno, perchè la musica che esprime il tuo popolo
é la stessa che mi ha cresciuto, carica di malinconia,
carica di nostalgia per un mondo a due passi da noi,
ma che appare irraggiungibile.
E provo profonda tristezza per chi, davanti al tuo negozio, urla “Romeno”, con un disprezzo che ignora lui stesso, forse ascoltato in famiglia.
Mi sento Romeno. Chiamatemi Romeno,
se ne ignorate la profonda umanità, se ne ignorate i valori,
la dignità anche nella povertà, l’amore per i figli,
per la madre, per il padre, per la propria terra.
Chiamamtemi Sardignolo, Napoletano, Terrone, Meridionale, Italien,
non mi offendete.
Chiamatemi Romeno, non mi ferite, ne sono altrettanto orgoglioso. – 17/01/2017

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orietta tartari

POESIA: SAPERE DI VITA

Respira
Il gusto
Di giorni dolci

Dove
La fame di sentimento
Sì arrende

Come labbra rosse
Sì accingono insaziabili
Come carezze

Incoronato
Languido
Delicate come essenze

Assaggi impauriti
Avvolgono
Ma portano via
L’amaro di una donna

Del dove ristagna il tempo
Che non era amore
Che non ra vita. – 17/01/2017

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Sandro Brugiotti

POESIA: Impossibile Poesia

Cicale senza sosta
Non lasciano posta

Limaggi su lamiere
Non lasciano chimere

Gracchii non capiti
Non lasciano avvii

Stridio senza frullio
Non lascia lavorio.
– 17/01/2017

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Eleonora Nicotra ele

POESIA: Nasce con te sta notte,
Ti ho aspettato per mesi,
Ti ho protetto da subito,
Ti ho Ato immediatamente
Per vedere confermato tutto il mio amore
Nell’atrio in cui ti ho visto arrivare – 16/01/2017

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Francesco Pancani

POESIA: Notte. Sempre notte.
Non ci sono note, in questa coltre.
Rotte. Le labbra rotte.
Bevo coppe, e vino dall’otre.
Oltre, vo’ sempre oltre.
Apro porte, ma non stanotte.
Sento la sorte, mi porta morte?
Allo specchio, tre facce storte.
Una ha preso botte. L’altra fotte.
La terza è forte. Ma non stanotte. – 16/01/2017

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Linda Scattolini

POESIA: “Dietro alla finestra”

Roccia impassibile
dinanzi qualsiasi ostacolo.
Più volte cadesti
ma ti rialzasti sempre dalle tue macerie
con dignità.
Ascolto il tuo silenzio
in una notte fredda d’inverno;
la neve candida ti riveste
come una sposa nel giorno di nozze.
Osservandoti
dietro alla finestra ti ammiro:
pura come l’acqua
che sgorga dalle tue sorgenti;
solenne nella tua immensità.

(dedicata al mio paese, Nocera Umbra) – 16/01/2017

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