POESIA: DI NOTTE
Non fossimo stati
sufficientemente
colpiti da fulmini
non avremmo negli occhi
lampi di gioia – 16/01/2017
POESIA: DI NOTTE
Non fossimo stati
sufficientemente
colpiti da fulmini
non avremmo negli occhi
lampi di gioia – 16/01/2017
POESIA: (In)certezze.
Saper disinnescare, questo è il segreto.
Saper lasciare andare quando è il momento.
Faccio parte di quel gruppo di persone che mette paletti e poi li aggira, che chiude rapporti e guarda sempre indietro.
Forse è ora di imparare a guardare avanti, a camminare davvero, e non restare fermi a domandarsi come sarebbe stato se.
O forse no.
Non è male circondarsi di “se” e “paletti”, ma ad un certo punto bisogna crescere.
O forse no.
Iniziare a bastarsi.
Bastarsi da soli.
Bastarsi davvero.
Ecco.
Quello è il primo passo verso la felicità.
L’armonia.
Il comprendersi, il capirsi, anche quando è notte fuori.
Anche quando è notte dentro.
Anzi, specialmente quando il buio ce l’hai dentro.
Quando è tutto un temporale, amarsi lo stesso.
Amarsi di più.
Ce ne sono infiniti altri di passi, è vero.
Ma quando inizi a camminare da solo hai comunque un po’ vinto.
Nonostante tutto quello che hai perso prima.
Così, solo così, puoi ricominciare ad amare.
Te stesso e gli altri. – 16/01/2017
POESIA: E’ freddo stanotte.
Lampedusa si è vestita d’autunno, l’estate è finita e con lei è finito tutto il resto, ma è sempre così. E’ il freddo che mi fa apprezzare il caldo, l’inverno che mi fa amare l’estate, e la solitudine che mi fa scendere una lacrima pensando agli amici che non vedrò più. La felicità è fatta di attimi non di continuità e il prezzo che si paga per averne goduto è questo: il suo ricordo. E non basta essere consapevole di come funzioni questo meccanismo, ne soffrirai lo stesso. Stavolta il prezzo è più alto di sempre ma lo pago senza lamentarmi. Sono ancora con te, respiro l’odore del tuo vento, ascolto i tuoi rumorosi silenzi, e mi incanto stupefatta osservando la tua luna, e tutto questo sotto il tuo meraviglioso cielo vestito di stelle che sono così vicine che sembra stiano per cadermi in testa da un momento all’altro, perfette e splendenti come se un bravo scenografo le avesse appoggiate lì solo per creare nel suo pubblico questo meraviglioso stupore. Ed è qui, seduta al tavolo del locale di tutte le sere, ascoltando la stessa musica e bevendo il solito drink che butto giù due righe sul foglio delle comande chiesto al cameriere…Scrivo. Di tanto in tanto alzo la testa, sorrido a volti amici chiedendomi quando e se li rivedrò… Qualcuno di loro si avvicina, due chiacchiere un saluto, poi torno giù sul mio foglio. Una persona una volta mi disse ” Chi bacia le tue lacrime beve un po’ della tua anima e da quel momento tu diventi parte di lui per sempre”. Sono le 3 di notte è ora di andare a casa…Sono sola e posso togliere per un attimo la maschera, posso mostrarti la mia vera anima e donartela, e accade così, mentre cammino che capisco che posso farlo, e allora mi lascio andare…Mi scende una lacrima e stavolta no, non la trattengo, la lascio cadere giù sul viso sperando che arrivi fino a terra, così anche tu Lampedusa bevendo un po’ della mia anima avrai qualcosa di me per sempre.
Io non sono di Lampedusa perché non sono nata qui.
Io sono di Lampedusa perché lei mi ha scelto e io sono roba sua.
– 16/01/2017
POESIA: All’imbrunire del perduto amore guardo la mia terra.
Ha il sapore di un racconto.
Cerco di non perdermi per non perderne la visione.
Odo salvifica l’immagine potente sposa della semplicità. Assisto alla nascita di ampolle di vetro sottile. Le guardo incrinarsi al minimo bisbiglio.
Le osservo poi disegnare altre forme. Luci ed ombre in continuo mutamento. Emerge nitida la prospettiva di una composizione.
L’idea di un canto fa capolino tra le pietre. Una melodia giunge a permeare l’aria.
La si può sentire solo con lo sguardo.
Carmen Squeo
– 16/01/2017
POESIA: Il tempo incolto è drammatico-conforme al niente è rilevato-a sguardi furtivi è passaggio-di splendidi motivi disparati-i presagi viaggiano al centro-per cose che possono cambiare-il Presente ignaro del Domani-dà gioie dolori a dimenticare-Richiudo il tempo di esistere-diniego le forze d’incontrare-la pubblicità di un’illusione-che invoglia da sognare sogni-Fugge la realtà a tempo reale-m’oltrepassa leggera e noiosa-a Stagioni in secca o uggiosa-ogni giorno in Verità è leale-Francesco Cavataio – 16/01/2017
POESIA: Cosa resta di un bacio non dato,
Di una passione vissuta e conclusa nel desiderio?
Cosa resta di due anime amanti
ma di due corpi sconosciuti?
Cosa resta di noi,
vaganti nel limbo del non detto?
Abbiamo danzato tra le fiamme di un fuoco fatuo
Eterno ma inesistente
Due amanti sconosciuti a se stessi
Che si sono allontanati
pur non essendosi mai incontrati – 16/01/2017
POESIA: “nella stanza del dolore, tra il già e il non ancora, una processione di affetti, di lacrime e di ricordi…è l’ora degli ultimi baci d’amore colmi di paura, di nostalgia e di passioni; sigilli di una fedeltà che non è mai appassita e che si rinnova nell’ora dell’arrivederci…il bacio del compagno fedele e devoto che per 71 anni ha camminato con te nella gioia e nel dolore, di chi hai generato alla vita e del bacio rispettoso dei nipoti a te devoti. Baci che fermano e firmano un istante tremendo e crudele: timore e tremore per una parola nemica “la morte” che solo l’amore di Dio ha sconfitto, gioia e speranza di rivederti un giorno per continuare a sigillare sul tuo cuore l’amore di sempre”. – 16/01/2017
POESIA: Il viaggio
Ascolto nel vento quel viaggio che ho dentro,
mi sento un po vuoto,lo sento distante,
e la porta del mio mondo si apre all’istante.
Sento la melodia di ogni passo percorso,
gli occhi a quel momento senza rimorso,
dimentico ogni brutto ricordo.
Lo senti? Lo senti? Il mio canto interiore,
ad un tratto,nessun rumore.
Mi risveglio come se non avessi passato,
ho dimenticato,
Ricomincio da capo.
– 16/01/2017
POESIA: È come quando fuori piove e tu sei lì che non aspetti.
Non aspetti e vuoi giocare a fare l’eroe
Chiami il suo nome
Nessuna risposta.
Senti dentro la voce della Luna
Chiara
Dolce
Sonoramente tua.
La senti che è lì e non si muove.
Tace la notte.
La pioggia le urla contro
Il suo amore
E il suo odio.
Alla fine della notte
La pioggia ha esaurito la sua forza
È stanca.
Riposa.
Il giorno prende piede
Schiaccia al suo posto la luna,
Sembra quasi le dica,
Vai via! Brutta strega.
Che ci fai ancora sveglia?
Alla Luna non interessa
Lei è un’anima libera.
Solo chi sa parlare la sua lingua
Può comprendere il suo amore,
Solo chi ha gli occhi per guardarla
Può ammirare il suo aspetto fiero e vigoroso.
La Luna è una donna strana.
Non tutti la possono amare.
Non tutti
Ma tu sì.
Tu si perché sei l’unico che l’ha guardata come nessuno mai.
Tu sì,
E lei lo sa.
Non ti aspetta più.
Sa che tornerai.
Più bello e generoso che mai.
È finito il tempo per aspettare.
Il giorno è arrivato.
La luce ha illuminato ogni cosa.
E la Luna,
Sai dove trovarla. – 16/01/2017
POESIA: Noemi.
Treno sfreccia tra buste di pioggia a caso.
Fiumi dalle scarpe alle scarpe.
Serena,
inquieta
braccia conserte e occhi lanciati fuori.
Melodia silenziosa in testa.
La bocca cerca un vento caldo
chiuso nel pugno di uno sbadiglio.
Ogni fermata più banale di quella che lascia,
taglia i minuti sul treno.
Il biondo, sul grigio e sul blu
viva
su plastica morta,
per quanto gliene importa.
Un sonno svogliato abbassa gli occhi
per rialzarli un attimo dopo
cercano qualcosa con cui giocare
ma fuori non c’é sole e non c’é mare
e allora cercano dentro
per poterla riscaldare.
Sbuff, Sbrum, riparte
fosse almeno un treno per Marte.
Fuori é tutto più interessante
di questo stanco equipaggio insignificante.
La ragazza su un treno e
non una ragazza sul treno;
e il cielo é già più sereno.
Treno prende con decisione l’unica strada possibile
uscire via dai binari sarebbe per lui incredibile,
lei dai binari é uscita da tempo
e c’era pioggia quel giorno
e c’era vento,
forse allora oggi tocca a lui
e sbuffando sfreccia contento.
Treno saluta la ragazza
le apre le porte
con grazia
lei ringrazia
Buon viaggio treno
e il cielo é gia più sereno.
Emanuele.
– 16/01/2017