POESIA: Possiamo solo abbracciarci stanotte,come cingerci di amorevolezza,niente c’è per le bocche arse,ma ancora astiose.
Forse quest’alba nuova le unirà,di sfuggita,timide come in un principio. – 17/01/2017
Categoria: Poesie
Filippo Bonazzoli
POESIA: Forme complesse piovono dal cielo,
Anime autunnali marciscono in superficie.
Poggiando la coscienza sulla terra,
Vomito insetti e impollino l’immaginazione.
Non resto fermo,
voglio dare fuoco alla polvere,
non vedo altro che la cenere dell’umanità.
– 17/01/2017
Matteo Gennari
POESIA: TRA LE PIEGHE LE PIAGHE
perdonami se non esisto
se le bugie hanno le gambe corte
se le lacrime di un adulto sono indecenti
perdonami se guardo troppa televisione
se ho problemi
se non mi piace neanche un po´
l´andazzo generale
Ma i secondi, i minuti, gli anni che ho vissuto
e che vivrò
sono tutto quello che ho
il cuore che batte è il mio
sono mie le pantofole
qui, sotto al divano
sono mie le lamentele
e le armi, le bombe a mano,
il Kalashnikov
nello sgabuzzino
miei i pugnali, mie le unghie che ti hanno
sfigurato
miei i piedi che hanno scalciato
la tua carcassa
perché i secondi, i minuti, gli anni e
i pensieri che farò
le bocche che bacerò
le mani, gli applausi, gli schiaffi
che prenderò
sono tutto quello che ho
Mia è questa vita che non ti piace
perché non ha senso
mio è il senso
il fegato, la milza, i coglioni
sono i miei
Decidi tu se farti da parte
non ti sto minacciando, né supplicando
non sto parlando con dio
o con il Demonio
Mio padre e mia madre non c´entrano
è una questione delicata
tra noi due
che ci amiamo e ci odiamo
da sempre.
Decidi tu
se ne vale la pena
se il thè era buono
se siamo ancora buoni amici
io ho esaurito gli argomenti
le parole, da sole,
non bastano.
Triste sarebbe scoprire che nemmeno tu
puoi decidere qualcosa
triste ma liberatorio
saremmo compagni di viaggio, pensa
di un viaggio inutile
e bellissimo.
Sarebbe triste come camminare nel parco
della Rua da Gloria
nel centro di Rio
coi barboni, i turisti e quel senso di sporco
Sarebbe triste come il viaggio in treno
da Pesaro a Milano e quella ragazza strana
che cercava i genitori
Triste come il funerale oggi dei giocatori, dei tecnici,
dei giornalisti che seguivano
la Chapecoense
Triste e bellissimo, triste e vitale,
triste e necessario.
Ti tendo ancora la mano, la vedi?
Facciamo la pace?
Andiamo d´accordo almeno per il tempo
che ci rimane?
Poi ognuno prenderà la sua strada:
io sottoterra e tu
nell´alto dei cieli.
– 17/01/2017
Andrea Valenti
POESIA: Forme della gloria alle porte del ’17
O guidare un camion contro la folla.
O produrre armi per divorare oro.
O tagliare la testa ad un uomo legato.
O predicare pace
dall’ennesimo o dal solito pulpito.
O celebrarsi decerebrati in internet.
O convincere il popolo ad erigere
muri e nelle segrete
con metodo continuare torture.
Mentre nell’ombra marcia del pianeta
i ricchi continuano a diminuire.
Osservo il freddo al mare
frantumarsi tra le ali dei gabbiani.
Schiaffi di vento in faccia
mentre la luce, cieca d’abbagli, urla
la solita domanda:
continua a camminare,
ora – 17/01/2017
Andrea Ruggeri
POESIA: 2 birre ;sabbia fresca; luna accesa, il mare c’è ma nn lo sento; sento il tuo sorriso il tuo respiro , mi guardi e ti guardo,sorridi , cavolo qndo sorridi; le menti lo sanno i corpi ancora no, poi ti bacio; una due tre volte ,ancora, ancora, ancora ;le mani sui tuoi fianchi freschi come la sabbia sotto di me,tremanti ma sicuri si posano sulle mie gambe,ti spoglio prima e dopo, mi spogli,ci siamo ;ti sento ,mi senti,sei tu,sono io, siamo noi,movimenti lenti sinuosi caldi , poi dolce la mia violenza spinge su di te,me lo chiedi,la vuoi; la voglio, ti bramo e ti cedi; diventiamo mare e spiaggia ,cielo e luna, brezza e estate; che notte, quella notte;la passerei ancora …con te!
Notte d’estate
A.R. – 17/01/2017
Angel Montanari
POESIA: In un pomeriggio c’era un vento fortissimo che faceva brezza sul mio cuore,
intensità e velocità allo stato puro della sua essenza,
così trasparente sulle rive del molo del porto delle anime distrutte…
Sentire la mia anima logorata da quel dolore di un amore a senso unico,
come le fiamme vengono distorte dal vento…
Un senso di solitudine precoce assale le porte di quel cuore ferito e tradito in un istante di passione fra i due amanti sorpresi nell’atto proibito…
Solo e solamente il vento forte di quel pomeriggio,
può portare via con se
la tremenda ferita di un povero cuore ancora innamorato… – 17/01/2017
Flavia Luciotto
POESIA: Il mare
Il mare agita le navi
come la vita agita le anime.
Vi è un tempo per tutto.
Vi è un tempo dove io fui.
Vi è il tempo dove io sarò.
Adesso l’anima mia viaggia leggera
Adesso sono io capitano di questa mia nave.
Adesso io sono il mare calmo per la mia anima.
Luciotto Flavia
– 17/01/2017
Rocco Marascia
POESIA: Dedicata alla donna Romena che condivide la mia vita.
Ti guardo, mentre cerchi il riposo nel sonno.
A volte, come un balenìo nella notte
un sorriso dipinge il tuo viso di luce.
Forse al ricordo di un momento di gioia, che presto scompare.
E soffro nel vederlo svanire, mentre il tuo viso,
nella penombra, si aggrotta,
mentre le tue labbra muovono in un silenzio che brucia,
come volessero urlare, e le tue mani tremano,
cercano e stringono le mie, che avvolgo con dolcezza.
I tremori alle gambe sono a dirmi che quel ricordo, ora,
ha lasciato lo spazio solo al dolore.
Ti guardo, nel sonno che cerchi, che non ti porta riposo,
vivendo l’angoscia di una telefonata improvvisa e temuta,
ad impedirti di vedererla ancora una volta,
abbracciarla sorridente, tanto è la lontananza da lei,
dalla tua terra, abbandonata per forza,
portando con te solo i ricordi che a momenti,
per un attimo solo, nel sonno che cerchi,
dipingono il tuo viso di luce con un sorriso.
E mi sento Romeno quando vedo, e sento, e provo, il dolore che taci.
Nei momenti in cui i tuoi occhi brillano,
quando le tue parole, in un incerto italiano,
cercano motivi per credere, per sognare, impegnandoti,
come me, come tanti, affinché giungano tempi migliori.
Mi sento Romeno come tutti quelli che soffrono le madri lontane,
i figli costretti a partire per cercare lavoro in terre straniere,
spesso additati, a volte derisi, discriminati. Sempre sfruttati.
Mi sento Romeno conoscendo il tuo popolo così simile al mio,
e mi commuovo sapere tua madre dirti le stesse cose,
che a me, diceva la mia.
Con lo stesso amore, con le stesse paure.
Mi sento Romeno ascoltando la tua musica, vivendo le tue stesse emozioni quando in terre straniere a me urlavano “italien”, oggi, a te, “Romena”.
Oggi mi sento Romeno, perchè la musica che esprime il tuo popolo
é la stessa che mi ha cresciuto, carica di malinconia,
carica di nostalgia per un mondo a due passi da noi,
ma che appare irraggiungibile.
E provo profonda tristezza per chi, davanti al tuo negozio, urla “Romeno”, con un disprezzo che ignora lui stesso, forse ascoltato in famiglia.
Mi sento Romeno. Chiamatemi Romeno,
se ne ignorate la profonda umanità, se ne ignorate i valori,
la dignità anche nella povertà, l’amore per i figli,
per la madre, per il padre, per la propria terra.
Chiamamtemi Sardignolo, Napoletano, Terrone, Meridionale, Italien,
non mi offendete.
Chiamatemi Romeno, non mi ferite, ne sono altrettanto orgoglioso. – 17/01/2017
orietta tartari
POESIA: SAPERE DI VITA
Respira
Il gusto
Di giorni dolci
Dove
La fame di sentimento
Sì arrende
Come labbra rosse
Sì accingono insaziabili
Come carezze
Incoronato
Languido
Delicate come essenze
Assaggi impauriti
Avvolgono
Ma portano via
L’amaro di una donna
Del dove ristagna il tempo
Che non era amore
Che non ra vita. – 17/01/2017
Sandro Brugiotti
POESIA: Impossibile Poesia
Cicale senza sosta
Non lasciano posta
Limaggi su lamiere
Non lasciano chimere
Gracchii non capiti
Non lasciano avvii
Stridio senza frullio
Non lascia lavorio.
– 17/01/2017