Ivan Martinelli

POESIA: Gocce di rugiada

Gocce di rugiada
In un fiore
In un mattino illuminato dal sole
Guardarle ed emozionarsi
Come gli occhi stupiti di un bambino
Come lacrime per un am – 16/01/2017

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cristiano masiero

POESIA: DEA
Che son tutte l’opre terrene
se di possederne non si ha grazia?
Tu sola, Pecunia,
d’ effimera gioa,
riempi l’uomo
e di tristezze
e dei rancori
il dimenticar fai dolce.
Oh vita nostra
alle umili genti,
credere vuoi far
che di natur divina
ciascun, in materia propria,
sia fatto.
Ma cruda veritÃ
voglio lor porgere a l’occhi.
Sol per soffrir,
qui, siam giunti.
Così a me domando
quale sia il profondo senso.
In te trovo,
fautrice di speme,
compagna di grandi imprese.
Ai tuoi protetti
tutto è concesso.
Lussuria, invidia, vendetta,
di qual peccato lor complice non ti fai?
Per quale a lor perdono non è dato?
Se tra fiamme d’inferno,
sta scritto, debba bruciare,
nel tuo letto voglio spirare.
In mia oscura vita,
che di virtù non sa che farsi,
mai piu d’amor, miseria e fame
voglio penare.
Or d’acchito,
In mio riflesso,
sol nullezza so vedere,
Ma non temo,
Non dispero.
Un dì, pur venturo,
sarai mia compagna.
Allor di vanitÃ
coprirò il mio corpo,
Scorderò l’alma,
godrò di superbia,
di vizi,
di donne, di ozi,
finchè del mio esser
sol rimarrÃ
che una fredda salma. – 16/01/2017

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Eliana Cocca

POESIA: La parte mancante

Credevo di doverti ritrovare
e ti ho cercato dappertutto
raccogliendo i semi della fiducia
nella terra rimasta arida
dopo l’ultima tempesta.
Ho provato a immaginarti
dietro il portone di casa mia
in agguato come un esercito
ma disarmato e fragile.
E ti ho visto riconoscermi dentro gli occhi stanchi
nelle notti di paura
ti ho visto scavare le ore per cercare i miei sorrisi
e farne un prodigioso inizio.
Ho sempre saputo dove abitavi…
agli incroci delle mie solitudini,
in alto con un braccio fuori dalla finestra
ad indicarmi la strada,
e poi giù con i piedi già frettolosi sui gradini
per percorrerla con me.

Credevo di doverti ritrovare,
invece sei sempre stato qui,
tra le parole, i sogni
e il limite
di quel che posso contenere.
Dentro al vaso di quest’anima
nuoti dentro ai miei difetti
e non anneghi mai,

dentro lo spazio effimero
di quel che penso di me
hai costruito la certezza
di ritrovarmi altrove:
nei tuoi capelli neri
e in quel tuo cuore vivo
posso sentire l’eco
di ogni mio passo.
– 16/01/2017

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Valentina La Rocca

POESIA: (In)certezze.

Saper disinnescare, questo è il segreto.

Saper lasciare andare quando è il momento.

Faccio parte di quel gruppo di persone che mette paletti e poi li aggira, che chiude rapporti e guarda sempre indietro.

Forse è ora di imparare a guardare avanti, a camminare davvero, e non restare fermi a domandarsi come sarebbe stato se.

O forse no.

Non è male circondarsi di “se” e “paletti”, ma ad un certo punto bisogna crescere.

O forse no.

Iniziare a bastarsi.

Bastarsi da soli.

Bastarsi davvero.

Ecco.

Quello è il primo passo verso la felicità.

L’armonia.

Il comprendersi, il capirsi, anche quando è notte fuori.

Anche quando è notte dentro.

Anzi, specialmente quando il buio ce l’hai dentro.

Quando è tutto un temporale, amarsi lo stesso.

Amarsi di più.

Ce ne sono infiniti altri di passi, è vero.

Ma quando inizi a camminare da solo hai comunque un po’ vinto.

Nonostante tutto quello che hai perso prima.

Così, solo così, puoi ricominciare ad amare.

Te stesso e gli altri. – 16/01/2017

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Lucilla Casini

POESIA: E’ freddo stanotte.
Lampedusa si è vestita d’autunno, l’estate è finita e con lei è finito tutto il resto, ma è sempre così. E’ il freddo che mi fa apprezzare il caldo, l’inverno che mi fa amare l’estate, e la solitudine che mi fa scendere una lacrima pensando agli amici che non vedrò più. La felicità è fatta di attimi non di continuità e il prezzo che si paga per averne goduto è questo: il suo ricordo. E non basta essere consapevole di come funzioni questo meccanismo, ne soffrirai lo stesso. Stavolta il prezzo è più alto di sempre ma lo pago senza lamentarmi. Sono ancora con te, respiro l’odore del tuo vento, ascolto i tuoi rumorosi silenzi, e mi incanto stupefatta osservando la tua luna, e tutto questo sotto il tuo meraviglioso cielo vestito di stelle che sono così vicine che sembra stiano per cadermi in testa da un momento all’altro, perfette e splendenti come se un bravo scenografo le avesse appoggiate lì solo per creare nel suo pubblico questo meraviglioso stupore. Ed è qui, seduta al tavolo del locale di tutte le sere, ascoltando la stessa musica e bevendo il solito drink che butto giù due righe sul foglio delle comande chiesto al cameriere…Scrivo. Di tanto in tanto alzo la testa, sorrido a volti amici chiedendomi quando e se li rivedrò… Qualcuno di loro si avvicina, due chiacchiere un saluto, poi torno giù sul mio foglio. Una persona una volta mi disse ” Chi bacia le tue lacrime beve un po’ della tua anima e da quel momento tu diventi parte di lui per sempre”. Sono le 3 di notte è ora di andare a casa…Sono sola e posso togliere per un attimo la maschera, posso mostrarti la mia vera anima e donartela, e accade così, mentre cammino che capisco che posso farlo, e allora mi lascio andare…Mi scende una lacrima e stavolta no, non la trattengo, la lascio cadere giù sul viso sperando che arrivi fino a terra, così anche tu Lampedusa bevendo un po’ della mia anima avrai qualcosa di me per sempre.
Io non sono di Lampedusa perché non sono nata qui.
Io sono di Lampedusa perché lei mi ha scelto e io sono roba sua.
– 16/01/2017

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Carmen Squeo

POESIA: All’imbrunire del perduto amore guardo la mia terra.
Ha il sapore di un racconto.
Cerco di non perdermi per non perderne la visione.
Odo salvifica l’immagine potente sposa della semplicità. Assisto alla nascita di ampolle di vetro sottile. Le guardo incrinarsi al minimo bisbiglio.
Le osservo poi disegnare altre forme. Luci ed ombre in continuo mutamento. Emerge nitida la prospettiva di una composizione.
L’idea di un canto fa capolino tra le pietre. Una melodia giunge a permeare l’aria.
La si può sentire solo con lo sguardo.

Carmen Squeo
– 16/01/2017

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Francesco Cavataio

POESIA: Il tempo incolto è drammatico-conforme al niente è rilevato-a sguardi furtivi è passaggio-di splendidi motivi disparati-i presagi viaggiano al centro-per cose che possono cambiare-il Presente ignaro del Domani-dà gioie dolori a dimenticare-Richiudo il tempo di esistere-diniego le forze d’incontrare-la pubblicità di un’illusione-che invoglia da sognare sogni-Fugge la realtà a tempo reale-m’oltrepassa leggera e noiosa-a Stagioni in secca o uggiosa-ogni giorno in Verità è leale-Francesco Cavataio – 16/01/2017

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Valeria Bevilacqua

POESIA: Cosa resta di un bacio non dato,
Di una passione vissuta e conclusa nel desiderio?

Cosa resta di due anime amanti
ma di due corpi sconosciuti?

Cosa resta di noi,
vaganti nel limbo del non detto?

Abbiamo danzato tra le fiamme di un fuoco fatuo
Eterno ma inesistente

Due amanti sconosciuti a se stessi
Che si sono allontanati
pur non essendosi mai incontrati – 16/01/2017

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Gianluca Bracalante

POESIA: “nella stanza del dolore, tra il già e il non ancora, una processione di affetti, di lacrime e di ricordi…è l’ora degli ultimi baci d’amore colmi di paura, di nostalgia e di passioni; sigilli di una fedeltà che non è mai appassita e che si rinnova nell’ora dell’arrivederci…il bacio del compagno fedele e devoto che per 71 anni ha camminato con te nella gioia e nel dolore, di chi hai generato alla vita e del bacio rispettoso dei nipoti a te devoti. Baci che fermano e firmano un istante tremendo e crudele: timore e tremore per una parola nemica “la morte†che solo l’amore di Dio ha sconfitto, gioia e speranza di rivederti un giorno per continuare a sigillare sul tuo cuore l’amore di sempreâ€. – 16/01/2017

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