Maria Zagami

POESIA: E venne un giorno
il domani
si incontrò
con ieri è
nacque il presente.

Ieri era una donna
dalla vita vissuta
Domani un giovane
che cercava l’Amore .

E nacque il presente!

Chiese la speranza
al padre
l’esperienza
alla madre . – 24/01/2017

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doriano giuradei

POESIA: BOCCIOLO DI ROSA

Sei bella come una rosa
eppure sei un bocciolo di rosa.
Se nell’acarezzarti tu mi pungi
ti chiedo scusa.
Se ti guardo mi doni un sorriso.
Se a tè mi avvicino.mi inebbri del tuo profumo.
Non ti colgo, potresti appassire.
Ma son felce cosi ..di vederti fiorire.
Per mè però sarai sempre un
bocciolo di rosa. – 24/01/2017

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leonardo saraceno

POESIA: La mia “anima” risiedeva in un luogo sicuro
lontana da finte passioni
inaccessibile, come un’alto muro
immobile a facili attenzioni intrappolata tra l’essere natura selvaggia
o fonte inguaribile di “lucida” follia
ma cullato da una decisione saggia
scelsi te…..e il tuo sapore di vaniglia

– 24/01/2017

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LUIGI CORNACCHIA LUIGI VIO (pseudonimo)

POESIA: Homo viator

Compagni, la ragione del viaggio non è questa galera:
non è la notte imbalsamata, non il ricordo rotto:
non è quest’inverno brullo dentro scatole cinesi:
chi ci condusse a stento fino all’isola dei Feaci
chi ci indusse a gettare a mare quasi zavorra il senno
chi ci spinse, amici, a ripartire insoddisfatti
oggi ci inchioda a ogni vuota immagine in cui stolti
crediamo illusi di vedere svelati i nostri volti.

Ma che cercavamo allora riottosi a ogni bussola
a curare le ferite atroci del morso di tarantola
nelle nebbie fameliche stese all’alba dei sogni?
Noi fummo a celebrare l’antico mito del ritorno
viandanti sulla strada già percorsa mille volte:
attività di bande criminali noi mastini
braccati braccavamo, rifiutati rinnegammo:
perseguivamo il losco fine di trovare noi stessi.

Imparai a disprezzare. Vomitai il mio disgusto.
Furono i colpi della sorte i miei maestri di ventura.
Ho aborrito l’altrui fragilità per ogni volta
in cui a ragione o a torto mi uccise il malinteso.
Poi però, le luci su di me ogni sera spente,
nel buio rincorrevo la mia ombra invisibile:
cercava i compagni di odissee immaginarie
questa cosa indecifrabile e sola che chiamiamo uomo.

Alle porte dell’inferno, che al paradiso sembrano prossime
stupiti ci giurammo “Amici, ce l’abbiamo fatta
per una combinazione gratuita proprio all’ultimo treno!”
credendo la salvezza una solenne congettura
le quaglie annunziarono festose il lieto evento
tra il formicolare di violenti, assassini e depravati
“Ci siamo anche noi”, arguimmo, “la fila è quella giusta!
A ogni buon conto con merito noi saremo i più redenti.”

Così scegliemmo i posti dei santi, in mezzo a quello schifo
stretti nell’estrema certezza andammo incontro al nuovo mondo
giustificandoci da soli di fronte a tanto strazio
allegammo il dolore come scriminante
noi abbiamo sofferto, l’inferno c’è già stato
allora ci cascò addosso ladra come una presa in giro
roboante per vincere la durezza delle nostre cervici
la sentenza dello “stolti fino all’ultimo non capite?”

Ma ancora la nave ripartiva animata dal buon vino
e noi giare svuotate a galleggiare nella risacca.
“Fate cristallo di ogni rigurgito di vento
che abbatte la cima delle prore adornate!
Una finestra sul mare infinito si spalanchi
e inghiotta questa trasfigurazione capovolta!”
Intanto il contorno rosa di rotte senza meta
disegnava messaggi indecifrabili tra le acque.

Attorno a linee immaginarie, segmenti di procelle
noi, deportati dalla fuga verso un placido ignoto
una teoria di perdenti fitta nell’antimateria
denudati dei cilici accettati per scommessa
notti vitree rassegnate gettammo tra le onde
“Che nessuno osi ancorare il proprio cupo destino
alle boe di questo oceano salato di vendetta
la verità vi farà schiavi di domini irreversibili!”

E quanto amore cantarono le frasi nostre randagie
dentro a basiliche giallastre a scorticare la dolcezza,
con quanto eros e insolenza furono vivaci cortigiane
di scherno a ricolmarci le comari di emozioni.
Partorivano tra lacrime di strazi le assonanze
delle note strappate dalle nostre cetre rotte:
ora restano soltanto cenotafi senza nome
lemmi controfattuali a negare la memoria.

Giunse pacata la notte di fuoco inestinguibile
Con il suo colore fosco di foreste adiacenti
Creò abissi incolmabili e regioni d’ombra
Rese fragili i colossi confutando le ragioni
“Salva, o Signore, ogni cosa a sua maniera
Il vascello invecchiato sulle secche della vita
La mantide affranta dai suoi cupi talami
Ed il principe eburneo, il più innocente di tutti”

Or dunque asseveriamo che la notte sta finendo,
sia la vostra fede salda fino al sorgere del sole:
testimoni dell’oscurità che si veste a poco a poco
dei colori profumati, sulla scena addormentata
lei ha iniziato la sua danza per ubriacarci il cuore,
infranto il guscio di paura si sta aprendo la crisalide:
chi si spegne in quella pena? chi è autore di quei gemiti?
chi travasa in quelle anfore il suo dolore innominato?

Una misura incandescente e senza tempo
risolleva i naufraghi umiliando la morte
perché grembo infinito capace di ogni vita
gli oceani si prostrano a riflettere il suo volto
esplodono gli orizzonti, brindano arcobaleni
guardate laggiù, non è frutto di miraggio
c’è un faro oscurato brilla ancora in lontananza:
un faro, una luce spenta illumina l’assenza.
– 24/01/2017

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Giusy Cozzolino./la.mantia

POESIA: Il.battito.di.un.cuore
a.che.serve.un.cuore.innamorato
se.non.e’corrisposto, sei.di.fronte.a.me.ti.parlo ,non.mi.ascolti.fai.finta.di.
la.gelosia..di . averti.amato.
sale.in.me.e.non.essere.ricambiato.
io.vivo.in.te, come.tu.vivi.in.me.Allo.stesso.modo.di.un.tempo.il.mio.fiato.si.fa.fuocon. di.solo.una.parola.io.saro’.li.a.riabbracciarti.nei.suoi.occhi.scorgevano.le.lacrime.che.bagnavano.il.suo.volto.dicendomi.tI. Amo. Ancora.,
tua.per.sempre
giusy…tua – 24/01/2017

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Anna Bernardi

POESIA: ZUDECA

Giudecca la minore
in fronte all’aristocratica Venezia.
Si allunga a pettine:
una sola fondamenta
calli corte senza uscita.

In mezzo alla laguna
privilegiata nella posizione
concede spettacolare vista sul davanti
rassicurante dietro.

Giudecca proletaria
solida, produttiva
verde di giardini
ricca di mulini.

L’amore alla Giudecca ti coglie di sorpresa
è tormentato, ma tenace e duraturo.

Gli amanti si sentono protetti, difesi,
immersi in una magica atmosfera,
avvolti da sublime cornice
in continuo movimento:

dinanzi file di palazzi riflessi
gondole, briccole, lampioni
nello specchio incantevole
di luci e colori tremolanti.

Alle spalle grumi di isole in lontananza
barche a portata di remi sottocasa.

Chi parte, ritorna
l’acqua ti conduce a casa
dove galleggi, ma sei fermo sulle gambe, trovi il tuo equilibrio.

Riprendi fiato, riparti di nuovo
verso gli sguardi incrociati
delle candide chiese.

Dirimpetto San Marco, poderosa e regale
vicino San Giorgio, dignitosa e solitaria
in seno il Redentore
imponente tempio della pace
in memoria a scampato pericolo
benedice affettuosa
l’isola dei giudei,
per sempre la tua. – 24/01/2017

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Piergiorgio Ragozzini

POESIA: NOSTALGIA

Un viso che mi sorride,
una mano che mi accarezza,
due labbra morbide,
un’anima che mi cerca
usando il corpo,
un corpo giovane
che invecchia con il mio.

La vita che scorre creando un passato
dove siamo insieme, come nel futuro.

Certezze incerte,
credute e volute,
per dare e per avere
fino a morire insieme.

Morire sorridendo
allo spuntar del giorno nuovo,
mano nella mano,
nel mondo illuminato
per chi rimane.

Svegliarmi e capire
di aver sognato un sogno,
e creder di esser triste
per aver perso un viso…,
e avere nostalgia.

E poi rendermi conto
di avere nostalgia……,
ma di amore,
di anima e di sogni…
e non di un viso.

E allora sorridere!
e sperare di poter ancora
far partire un sogno,
grande almeno,
la metà del mio infinito.
– 24/01/2017

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giovanna raguso

POESIA: Nuovi Orizzonti

Un giorno guardando l orrizzonte
scopri che la vita l hai difronte…
Un bagliore improvviso
ricopre il tuo viso
e quella luce spettacolare
i tuoi occhi fa brillare
Un suono riecheggia nell aria
e’la vita che ti chiama
voltati non esitare
lasciati trasportare
nella luce di nuovi tramonti
e’la vita…i suoi nuovi orrizzonti!
– 24/01/2017

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Stefania Centolani

POESIA: I miei occhi hanno il colore del mare….
i tuoi il profumo della terra…
potranno mai i nostri sguardi comprendersi e avvicinarsi…..
e Dio creo’ magnifici fondali marini…. – 23/01/2017

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Giuseppe Scarfiglieri

POESIA: Le Muraglie della Vergogna.
Hanno ricostruite le Mura divisorie
tra popoli e paesi,tra uomini e donne,
tra padri e figli,tra generazioni inermi.
Hanno bruciato i nostri sogni
innalzando divisorie fatte di mattoni:
Hanno portato l’odio nei nostri cuori.
Nazioni contro Nazioni e le loro ragioni:
un esercito d’indifferenza ai confini
della totale disfatta della Pace.
Gigantesche Muraglia dentro le quali
s’adagia il laido maiale da ingrasso,
mentre fuori c ‘e’ l’Inferno…
Giuseppe Scarfiglieri
– 23/01/2017

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