Salvatore Saporoso



POESIA: Giovinezza
In casa vi erano delle regole. Sveglia ad un certo orario, anche d’estate, rientro ad una certa ora, mai uscire la notte, a tavola tutti presenti e non potevamo alzarci se non “ tutti” avevamo finito di mangiare e questo “tutti” era mio padre. I miei genitori non mi hanno mai toccato con un dito, di mio padre bastava il suo sguardo, di mia madre le sue urla. Con mio padre ci parlavo poco, non sopportavo quel suo carattere duro imporsi su di me, quel suo modo di farmi capire che non valevo nulla, anche senza che me lo dicesse. Un giorno gli dissi: – “Papà il tuo carattere mi piace, ma con gli altri, con me cambialo!” – Lui mi guardò e mi sorrise. Era la prima volta che vedevo quel sorriso e tutt’ora lo vedo. Fu allora che capii che mio padre era un buono con la corazza da duro. Fu allora che lui capii chi ero io . Sentivo la mia vita vuota e con quei gesti estremi cercavo di darle un senso e la cercavo in quella linea sottile fra la vita e la morte, io ero drogato di vita vedevo gli amici drogati di morte.
Salvatore Saporoso – 23/02/2017

Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.