POESIA: A te
Quando miro, dall’alto delle mie incertezze,
la quiete apparente che mi mostra il Mondo,
ricordo a quanto ardire avevo, in fanciullezza,
manifestare l’essere mai cessato in me.
E sovente riserbo una malinconia,
che consola ogni frequente paura, e
fortificando, come in un istante,
la mia incessante forza d’animo,
rimetto al tempo, ogni possibile,
saggia risoluzione.
Ma è ad egli stesso che con rabbia,
e con dolore, dovrei volgermi.
Non curante della grande Odissea …
Ove noi di questo tempo presente,
siamo corteggiati e puniti,
nello stesso istante.
Ragione volge l’umano ad incolpar,
famose divinità, sovrani celesti, e,
natura creatrice e dissolutrice, della,
recondita ma indifferente storia,
di tutto ciò che vi dimora,
fin dagli albori.
E da secoli il mortale ed incosciente,
umano! che limitandosi ad ogni,
convenevole vittimismo, aggira,
pianifica, raccoglie, sconvolge …
incurante del suo vero animo,
cosciente animale, consapevole,
dei propri limiti.
Ed io che per natura, o per fortuna,
ho scelto di non attendere la morte,
di non trascinarmi nell’istinto, di far,
spegnere l’ansia che affligge il mio simile,
di convergere i miei sentimenti …
Sono così potente agli occhi di chi mi adula,
così fiero di realizzare i sogni di ogni afflitto.
Resto inerme, al ciclo spensierato dell’infinito,
piango al vaneggiare inquieto delle volte celesti,
nei miei sogni …
Eppur non basterebbe tutto il tempo,
a manifestar con quanta fede,
e quanto orgoglio, guardo il tuo essere;
sogno il calore del tuo abbraccio,
inebrio i sensi con il tuo odore,
purifico il mio cuore di una sana felicità,
soltanto pensando al tuo sorriso,
che con tanto fascino e sicurezza,
mi fa sentir un uomo, che desidera,
soltanto stringersi al tuo fianco,
per sempre.
– 02/02/2017
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