Agnese Naselli

POESIA: Passerai.

Sei la somma di parole non dette,
un sospiro lasciato al vento,
una foglia ormai morente.

Sei la corda rotta di una chitarra,
una bacchetta frantumata,
una nota stonata.

Scivoli via da qui,
da me.

Sei una lacrima abbandonata,
una giornata senza colore,
un temporale che alle prime luci dell’alba passerà.

E tu passerai,
andrai via.

Sparirai tra le onde di questo immenso oceano,
svanirai tra i ricordi di un passato mai vissuto. – 02/02/2017

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patrizio domenicucci

POESIA:
ROTTE SPEZZATE
Minuti grani di sale,
emersi da gocce di mare disseccate,
si stendono sulla carta del mio capitano.
Al blando rollio della nave,
sincronici sfiorano, alternativamente,
i fuochi di un’isobata ellittica.
La linea della rotta s’è spezzata
in un incrocio di coordinate casuali.
A vista navighiamo, virando
all’arbitrio di un cuore misterioso.
Il sestante più non si drizza,
a misurare arditamente gli angoli nel cielo.
Da quanto non odo più il grido,
misto d’ansia eccitata, “Allo scandaglio!”
La chiglia, incanutita da annose concrezioni,
scivola sopra fondali sconosciuti.
“Capitano, quale è la rotta?”
implora il timoniere “Dicci in quale porto
Approderemo, e quando”.
Afferra il timone il capitano
E quando è solo – l’ho veduto – lascia che docile
assecondi l’allegro mutare delle correnti.
Sospiriamo un porto; eppure
questo navigare senza alcun costrutto,
vele tese a lacerare l’orizzonte

e sfiorire di rande in immobilità soffocanti,
ci fa fieri, nel nostro vagolare spaventati.
Dimentichiamo i porti e gli ancoraggi,
quando a notte si tende la coltre del cielo,
nel più nobile e carezzevole dei sogni;
e se, volgendo a meridione, nuove stelle
sfavillano a intrecciare forme inconsuete,
spavento non ci prende, ma infantile meraviglia.
Quando una balena sfiora il fianco della nave
e un occhio enorme
ci fissa a pelo d’acqua, ricerchiamo
gli angoli bui del ponte, per celare
gli uni agli altri la commozione del pianto.
Oh capitano, riprendi la tua carta,
nettala dal sale, traccia la rotta!
Sul palmo aperto del mare
prolunga la linea delle nostre vite.
Questo limbo di meraviglie l’anima ci sospende.
Ma il mare aperto continui a ricercare.
Ora, rorida si leva Venere ad Oriente.
Verso di lei drizzi la prora e quella terra,
dove la luna è tramontata, fuggi.
Sì, capitano, manovreremo ancora le vele al tuo comando,
finché ci regge il cuore.
– 02/02/2017

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Davide Sierchio

POESIA: A te

Quando miro, dall’alto delle mie incertezze,
la quiete apparente che mi mostra il Mondo,
ricordo a quanto ardire avevo, in fanciullezza,
manifestare l’essere mai cessato in me.

E sovente riserbo una malinconia,
che consola ogni frequente paura, e
fortificando, come in un istante,
la mia incessante forza d’animo,
rimetto al tempo, ogni possibile,
saggia risoluzione.

Ma è ad egli stesso che con rabbia,
e con dolore, dovrei volgermi.
Non curante della grande Odissea …
Ove noi di questo tempo presente,
siamo corteggiati e puniti,
nello stesso istante.

Ragione volge l’umano ad incolpar,
famose divinità, sovrani celesti, e,
natura creatrice e dissolutrice, della,
recondita ma indifferente storia,
di tutto ciò che vi dimora,
fin dagli albori.

E da secoli il mortale ed incosciente,
umano! che limitandosi ad ogni,
convenevole vittimismo, aggira,
pianifica, raccoglie, sconvolge …
incurante del suo vero animo,
cosciente animale, consapevole,
dei propri limiti.

Ed io che per natura, o per fortuna,
ho scelto di non attendere la morte,
di non trascinarmi nell’istinto, di far,
spegnere l’ansia che affligge il mio simile,
di convergere i miei sentimenti …

Sono così potente agli occhi di chi mi adula,
così fiero di realizzare i sogni di ogni afflitto.
Resto inerme, al ciclo spensierato dell’infinito,
piango al vaneggiare inquieto delle volte celesti,
nei miei sogni …

Eppur non basterebbe tutto il tempo,
a manifestar con quanta fede,
e quanto orgoglio, guardo il tuo essere;
sogno il calore del tuo abbraccio,
inebrio i sensi con il tuo odore,
purifico il mio cuore di una sana felicità,
soltanto pensando al tuo sorriso,
che con tanto fascino e sicurezza,
mi fa sentir un uomo, che desidera,
soltanto stringersi al tuo fianco,
per sempre.
– 02/02/2017

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antonella maddaluni

POESIA: Tu ed io mare in tempesta
Tu ed io forti come la roccia
Tu ed io una giornata di festa
Un bellissimo fiore che sboccia
Tu ed io un raggio di sole
Che ti avvolge in un giorno invernale
Tu ed io due  fini parole
In un discorso  altrimenti banale.
Tu ed io della stessa materia
In un tutt’uno con l’universo
Tu ed io una storia seria
Iniziata una sera per scherzo. – 02/02/2017

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emilio renato pericone

POESIA: la pena d’amore conosce molte strade per patire e tutte son contorte acciottolate e faticose da percorrere. ma l’amore vede e stravede e stravolge la realtà, l’amore è cieco già nell’innamoramento, è folle, tenero, dispotico, accomodante, arrogante, cortese, l’amore è amorevole,eroico, traditore, fedele, subdolo e intrigante ma è indispensabile e insostituibile – 02/02/2017

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Uberto Tommasi

POESIA: Mater Ivy

Nello suo scrigno di mare
protegge da sguardi indiscreti
sogni e ricordi di antica famiglia
cerchio medici di sultani,
mercanti, salmodianti, musicisti,

Di ceppo esiliato da Costantinopoli
per filo ellenismo e da Libia,
porta con se senso di insicurezza,
di alterità, di indefinibile colpa
che intride le sue opere.

A Santa Sofia di Bisanzio,
rievoca le notti quando
infreddoliti, spauriti tremanti
antenati scoprirono orridit
di ombre contornate e taglienti,

lasciando per sempre
cupole d’oro, sfavillii verdi e blu
di luce morente, scintille di
lampade di vetro, odori avvizziti
di incensi, immobili quieti

Evitati malefizi di moschee,
notturni granai di fantasmi
raggiunto in libico “castrum doloris”,
nuovi sapori di luci liquefatte
di malinconici oggetti.

Spiagge bianche, proclami
riflessioni di pellegrino
di essere senza dubbio felici
per nuovo inatteso regalo
propensi a vedere gran magistero.

in enigma nascosto destino
intriso raffiche di malinconia
città intorpidita da sonnolenza
di indole araba, nello steccato
della sua stinta scena

Ekklisìa ortodossa coristi
cantano Corpus misticum
ferale umore di parvenze di pietre
linfa da miti, da leggende
di sghembe straduzze citt
– 02/02/2017

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Benedetta Mariani

POESIA:
Gli uomini mi hanno insegnato ad amare le donne, le donne mi hanno insegnato ad amare gli uomini, io ho imparato ad amare me stessa. E non ci sta né uomo né donna. Ma è nel sesso di una donna che mi voglio abbracciare.
Anche tu lo puoi fare, e poi un giorno idea cambiare, che non è un’idea, l’idea è quella che ti fai,alla vita così rinunciando, no.. è vita anche quella, ma più belle per me son le sorprese. Accorgendomi che a meno di esser lesbica ora non posso fare perché all’Origine voglio tornare. Sono una donna che ama una donna, e se fossi uomo la primavera vorrei diventare per poter le sue labbra baciare. Il profumo intenso voglio sentire nella mia vita così sottile. – 02/02/2017

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ROSA LEONE

POESIA: Silenzio

Attesi a lungo una tua parola in quell’interminabile tempo
che ci separò sull’asfalto graffiato.

Attesi invano un tuo punto di convergenza ma fummo solo
due rette parallele.

Attesi di capire la tua rabbia come il mare in tempesta
che travolse la mia resistenza.

Attesi le tue parole non dette che ferirono il mio orgoglio
in quell’amore oramai sterile.

Attesi te in fondo all’anima che si consumò per il dolore
e mai più attesi il tuo silenzio.

Rosa Leone – 02/02/2017

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antonio manzi

POESIA: Mio figlio
Mio figlio e’ chimica che avanza,
come chi non e’ mai sazio,
ha dieci mani e parla lingue nuove
che van dai primi fenici alla strage di bologna,
non ha forme ne’ sesso,
no’, non muore coi fiori.
Mio figlio e’ chimica sul letto,
un quadro alla parete, un’estasi continua,.
sorride a cavallo delle nuvole, nella bocca del mare,
e’ di stirpe antica, mai nato, mai mai morto.
I rumori della notte, non gli fan paura,
lo accarezza in faccia il vento, lo culla quando e’ notte.
e’ di stirpe antica, mai nato, mai mai morto.

– 02/02/2017

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Francesca Vannini

POESIA: Io Sono e Basta…
Sono tutto ciò che vuoi vedere in me
Sono tutto ciò che non vuoi vedere in me
Se mi definisci sparisco
Se mi lasci Essere ti avvolgo
Io Sono
Sono Te e sono Me
Sono tutto e Sono niente
Sono quando sei silente
Sono quando Senti il Mare
Sono quando vuoi VOLARE
Io Sono li….senza un tempo ne uno spazio
Guarda dentro e mi troverai
Guarda fuori e sparirai
Allora tutto diventa fantasia
Immensità senza Bugia
Sei un Folle e ben lo Sai
Quando lo accetti Guarirai! – 02/02/2017

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