Damiano Chinaglia



POESIA: Padre e Figli.

Maifiniti infiniti che si tuffano in se stessi,
liberi dal passato, presente e futuro, che erano, sono e saranno.
Schiantando schizzi di qui e di li, creano quello che li accoglie;
un serpente innamorato, che dona carezze d’inferno,
che gelano profonde… come l’inverno.
Essi creano la vita, ignari di esserlo facendolo.
Ricordi atavici ritornano, in quella che fu la bara dimora del nulla,
che il tutto ospita, mentre subdolamente nutre e culla.
Avvolgendosi sull’albero sacro, per succhiarne l’essenza,
vengono giocati dal gioco, che con il loro meschino inganno,
alimentano della vita, che non esisterebbe senza.
Mentre esso stesso ammira eternamente, l’infinito divenir del mentre;
si compiace dell’andivenir di infiniti figli, campi che cambiano,
danzando e ruotando crescono, maturano conoscenza in pari saggezza,
imperando ad invertir la gioia, dall’aver al dare.
Portando l’alto in basso ed il basso in alto, la femmina scende ed il maschio sale.
Incontrandosi nella sacra dimora dell’Anima del Signore,
il cuore, il sacro tempio dell’infinito AMORE.

– 05/03/2017

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