Tancredi Di Cecilia



POESIA: SEDUZIONE DI UNA NOTTE D’ AUTUNNO

Notte che tutto nascondi
e ricopri il giardino di oscuro,
notte che allenti la presa
e rimandi le azioni e i pensieri!
Notte, trafitta soltanto
da un misero spicchio di luna
che sgomita in nuvole scure
neppure di poco sbiadite.!
Non una stella o un brillio.
La nebbia rossastra che passa
sui tumidi , tenui lampioni
neutralizza ogni fascio di luce.
La balaustra si bagna
di gocce che non brilleranno
e anche gli occhi e i capelli,
appena riflettono a stento
gli opachi umor di stagione.
Notte che ascolti in silenzio
i segreti portati dal vento
e custodisci nell’ ombre
gli amori sperati o delusi,
gli amori passati o mancati!
Notte che metti paura,
notte che non passi mai,
notte che mi entri nel petto
che accresci o rallenti il respiro,
m’invischi di buio e foschia,
notte che tutto pervadi,
mi sedi, mi domi, mi plachi
e dolcemente riacquieti
le membra e i pensieri confusi!
Notte che accogli nel grembo
le grida di gente sconfitta,
da umane, mediocri miserie,
assegna anche un posto al mio canto.!
Notte perché questa notte
non resti, a bloccare il nemico,
perché non combatti davvero?
Notte vigliacca ed imbelle,
perché non la sfidi l’aurora?
Dice che non passi mai,
ma poi all’alba ti vince il chiarore
del bellissimo figlio di Giove.
Quanto, sei brutta, e cattiva,
ti associ a ben tristi fonemi
e rimi con botte, e mignotte
con grotte, con rotte e bigotte
ma io che son uso alle le lotte
ti amo e non me ne “fotte”.
Ti cerco t’inseguo ti prendo,
notte ti voglio stanotte!
Cullato dal canto lontano
di nuove e suadenti sirene ,
miro con gli occhi e non vedo,
presto l’ orecchio e non sento,
m’inebrio di tempo, e mistero .
Dunque svanisca il rimpianto
o il rimorso per cose sbagliate.
S’ areni la nave in deriva
stivata d’incerto futuro.
Tutto stia fermo in stantby
fino a quando un auriga diverso
non porti sul carro del sole
gli auspici d’un giorno migliore.
– 18/03/2017

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