Francolando Marano

POESIA: Polline nel vento
Non eravamo che,
stame e pistillo,
ed era dioica
la nostra specie.

Poi in un sorgere di sole,
dall’antèra all’ovulo,
dolce vento trasportò
granelli di polline,
fondendo i nostri cuori.

Così avvenne il nostro incontro
e fu la nostra specie
monoica per sempre. – 19/04/2017

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Alessandra Galeotti

POESIA: VORREI
Vorrei in angolo di cielo
per me soltanto
e per il piacer di non aver
qualcuno accanto…………
un giro attorno al sole……
una passeggiata fra le stelle..
queste per me son
le ore più belle.
Toh…una farfalla
ma si…la faccio entrare
e mi ricorda che poi giù
devo tornare
a riprender la vita di sempre
nella confusione
di tutta quella gente….
Galess – 19/04/2017

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Alessandro Morro

POESIA: Nonostante questa pioggia
stenda e stanchi,
lava e annienti
uccidendo il silenzio del risveglio,
mi rifugio in atavici vuoti
che mai saprei riempire.
Nonostante questa pioggia
sia un suono ipnotico
che riempie l’animo di malinconia
mi rifugio nei ricordi
di vissute felicitÃ
di momenti passati.
Nonostante questa pioggia
scuota l’aria silenziosa
ne ascolto la voce suadente
quasi un sussurro
nel rovescio su ciotoli
e tegole e gronde.
Nonostante questa pioggia
le sue fredde lacrime di cielo
non si uniscono alle mie
che riesco a fermare
prima che scivolino giù dalle guance
senza che io voglia…
Nonostante questa pioggia.
Nonostante tutto.
Nonostante me.

– 19/04/2017

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Giovanni Nicola Bertolino

POESIA: T’amo

T’amo celato tra le mura dell’ordinario,
sconfinato nei meandri della psiche,
ove il cimelio sacro del nostro amore,
riposa svigorito e logoro.
T’amo aldilà del male,
felice tortura,
viva, come il profondo ricordo
della tua dolce violenza.
T’amo come si amano i sorrisi dei bambini,
umanità sana e pura,
che se poi non conoscessi,
amerei alla prima vista.
T’amo…
e non c’è sermone che possa dissacrarmi!
Tu sei la fede dell’indistruttibile,
e poiché professo la nostra passione,
t’amo fino all’esilio dei miei giorni.
– 19/04/2017

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GIUSY RAVIZZA

POESIA: L’ALBERO D’ULIVO

Protagonista, domini dall’alto
La profondità del lago,
Ti rispecchi nelle sue acque,
osservi le colline e ti lasci
accarezzare dal vento leggero.
Domini e affascini col tuo
Trascolorare di colori
Tra l’argento verde delle foglie;
Ti guardo e porti pace,
emani serenità,
Sei fecondo ulivo!
I tuoi frutti doni in
Abbondanza all’uomo
Che li trasforma in
Denso, dorato olio:
Fortifica, Sana, Purifica
Sei tu che avvolgi il mondo,
atmosfera magica
che accarezza l’anima, la innalza verso l’alto
nell’Immenso Infinito
– 19/04/2017

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lucia leopardi

POESIA: LA PICCOLA FOGLIA

Ti lasci dondolare dal vento e lavare dalla pioggia, sorridi dolcemente al sole e fai l’occhiolino alla luna e alle stelle; sei solo una piccola foglia.
Non ti chiedi da dove vieni né dove andrai, godi in silenzio di tutto cio’ che avviene; ora uno scalpiccio di passi, ora risate e grida di bambini, ora un passero con le sue ali ti fa il solletico, ora un aereo sta’ passando. Ma tu che ne sai di tutto questo?, sei solo una piccola foglia.
Una mattina ventosa ti strappa al ramo; scendi danzando piroette giocose, ti posi a terra, e piena di stupore, ti ricongiungi alla Madre, che ti accoglie cullandoti con amore:
Anche se sei piccola e foglia, sei tutto, e ne fai parte, e se oggi sei stata una piccola foglia, domani sarai il divenire.

Lucia Leopardi – 19/04/2017

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Claudio Forlani

POESIA: PRENDI LA MIA MANO

Prendi la mia mano,
portami
su quella spiaggia nuda
dove il vento,
muove i tuoi capelli,
dove i tuoi occhi
si confondono con il mare.
Prendi la mia mano,
fammi volare
come nessuna ha fatto mai,
fammi camminare sull’acqua
come soltanto Dio
ha saputo fare,
Prendi la mia mano,
portami su quell’isola deserta
e allontanati da me.
potrai correre libera dove vuoi.
Prendi la mia mano,
lasciami
su quell’isola deserta,
dove il vento
sarà soltanto vento,
dove il mare
sarà soltanto mare.
Prendi la mia mano,
portami dove vuoi,
dove la fantasia
non ha memoria,
dove il cielo
non ha stelle,
dove gli alberi
non hanno radici,
dove il mare non ha onde
e il vento non respira.
Dove,
in quell’immobile silenzio,
anche tu,
saprai smettere di esistere. – 19/04/2017

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Guido Caserza

POESIA: Come le rose a noi giungono i giorni
quando il respiro dimora fra labbra prescelte
e un petalo che si distacca
è la seta di un sogno che affiora.
Lo sguardo che questo comprende
sa che nulla succede tra un fiore
e l’altro: al terzo petalo
è già un sogno la vita
come le tue dita capricciose
che interrogavano la corolla,
tra un sì e un no
schernendo due petali alle labbra.

Un velo contro vento sono ora
i miei petali sulla tua bocca,
ma profondo come una rosa
è il cuore che ti cade innanzi
nel segreto viavai dei nostri giorni.

Come le rose a noi giungono giorni
dai minimi battiti e alle feste di maggio
andiamo a piedi incauti sulla via del ritorno:
il volto che questo comprende sa
che più dolce metro non esiste
se nel tuo appassire un’altra rosa vive.
Nulla succede tra un petalo e l’altro,
ma soave nel sole va colui che ti ama
se verso di lui tu sola tessi i tuoi raggi segugi.

L’ultimo dei giorni che muove muti sospiri
è il più bugiardo dei giorni, il grigiovestito
con le sue pasticche di sonno
e cento petali sull’ombra più densa.

Come le rose a noi giungono giorni
dalle cui guance nulla compiange
il distacco di un petalo,
affinché un solo petalo sveli
l’inganno della rosa.
Più soave mi sarà allora baciarti
nel fatale dei giorni quando,
tornati alla tua bocca, i petali
come lustri moscerini danzeranno la loro marcetta,
ma più dolce ancora mi sarà perdere i tuoi baci
se la morte, più ricca di me,
non smetterà di baciarti,
mentre le rose, staranno le rose
aggrappate ai tralci.
– 19/04/2017

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Antonio Cafiero

POESIA: Melancholy

Tu sola, puoi ricordare,
meretrice di salvezza,
le mani nostre, e la violenza,
le unghie, e il sangue colato
dalle schiene, e le ferite e la gioventù
passata, e l’amore coltivato
tra il verde e le panchine, e la
voglia di sbagliare
scoprendoci l’anima, un passo
per volta, annusandoci le labbra.

Tu che tessevi
col mio cuore
i filamenti
di un mondo da spogliare,
e i progetti futuri e un teorema
contro la noia,
Tu sola ora sì lontana,
e sì nel tempo, e sì nello spazio, e
nella pelle cresciuta.
Tu sola
puoi accudire
il dolce lamento
del mio melancolare. – 19/04/2017

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Maria Saggese

POESIA: In punta di piedi

Nei leziosi rivoli di danza
un cigno bianco
slaccia le sue ali
a inchini
nei grandi teatri alla scala.
Tu, ballerina di fila,
avvolta nel tuo tutù,
danzi la magia, la favola.

Baiadera nel vento dei ventagli
come foglia i tuoi pensieri,
passeggeri tremuli e distratti,
ancheggi nei foulard e risuoni di nacchere
nei ritmi di rubri flamenchi
e furenti sirtaki.

Dalle logge dorate
nella sala vermiglia,
graffiata dalle luci del palco,
si tuffano a fiotti abbondanti
gli sguardi attoniti e i lunghi plausi.

E tu, prima ballerina,
libellula di tulle,
ora è tempo di fermarti.
Un ultimo giro di tango,
l’ultima piroetta,
ancora un arabesque
prima che l’orchestra finisca di suonare
e avere ancora voglia di danzare.
– 19/04/2017

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