Chiara Petrini

POESIA: Canto per un amico

Per te, amico, non riesco a trovare
parole di sole;
la fatica di antiche stagioni
m’incurva le spalle.
Io provengo da lunghe giornate
imbevute di pioggia
dove ho colto, tra i rami del gelso,
le more già sfatte.
Ho la scorza del salice, il cuore
della bianca betulla
e negli occhi un riflesso d’ardesia.
Sono rovi le mani, la vite
mi colora i capelli.
Ho nel petto il sapore del sale.
Il mio amore
è un ruscello che scava la roccia;
son le lacrime resina azzurra,
le mie ciglia farfalle.
Ma tu cercami senza stancarti.
Nella luce che impolvera il bosco,
se il tuo cuore è sincero,
puoi sentirmi cantare col vento.
E il respiro s’impiglia tra i rami. – 19/04/2017

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Salvatore Caldarola

POESIA: IL SILENZIO

Ascoltare il silenzio.
Esso urla, e nessuno lo sente
parla, e nessuno lo ascolta.
Un silenzio fragoroso
presente nel profondo, lacera
l’anima e isola l’essere.

Come un mantello invisibile
tutto copre e nulla nasconde,
solo con questo fardello
il silenzio vive la dimensione del nulla.

Il silenzio penetra nell’intimo
e nutre lo spirito.
Solo l’io lo ascolta, e ne trae nutrimento.

Nutrimento consapevole dell’essere
che può proiettarsi fuori di sé,
e seminare quell’armonia
necessaria che con il silenzio
coinvolge e nutre
chi sa ascoltarlo

Salvo – 19/04/2017

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Leoni Sergio

POESIA: Il lavoro è dignit
Allo scoccare delle cinque correvo a sedermi sul muretto
e spingevo lo sguardo sino alla curva della strada.
Contavo fino a tre ed apparivi in sella alla tua bici;
allora cominciavo ad urlare, facendo ampi gesti con le braccia.
Tu fingevi di non sentire, di non vedere,
ed io urlavo ancora più forte.
Giunto in giardino saltavi a terra,
mi prendevi con le forti braccia
e mi lanciavi in cielo, dove volavo sicuro.
Quell’odore bello d’officina m’invadeva tutto,
anche se mamma fingeva d’arrabbiarsi
e t’intimava di lavarti.
Sembrano trascorsi mille anni:
seduto sul divano, con la testa china,
ripeti con voce che non è tua:
“Cosa posso fare ?”
Raggomitolato in un cantuccio
fingo di giocare, ma ti guardo.
Non ho il coraggio di sfiorarti,
ma ho il desiderio dei nostri voli.
Per favore, alza su di me il tuo sguardo,
ricorda che sei il mio unico aviatore
e ti darò la forza per ricominciare.

– 19/04/2017

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Lorenzino Cremonini

POESIA: Elogio al cammino

Passi che uno dopo l’altro ti conducono lontano,
passi faticosi che lungo la salita ti portano in alto oltre le nuvole,
passi silenziosi sui tappeti erbosi,
passi fruscianti sulle secche foglie,
che non sian i passi solo sudore e fatica da disperdere sul sentiero
che diventino condivisione di una strada,
che non sia solo terra,
viviamo il cammino intensamente
cerchiamo una spirituale sintonia con chi
percorrera’ assieme a noi la stessa polverosa strada.
Sono poi le Emozioni il combustibile del nostro andare
sono le emozioni che ci portano a raggiungere un luogo ancora un po’ piu’ in la’
sono le emozioni che ci fanno guardare indietro ed aspettare chi s’ attarda,
sono le emozioni che ci trascinano fuori di casa anche quando piove.
Il nostro spirito e’ fatto di Passi ed Emozioni
– 19/04/2017

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LORENA SALA

POESIA: SARA’ SPERANZA
Sarà notte, sarà giorno,
sarà un raggio di.
Luce.
Ad illuminare il cuore indebolito dal.
Dolore o da un.
Errore.
Ho visto attimi di vita nel volto di un.
Bambino con gli occhi lucidi di.
Angoscia
Ma con un sorriso sul suo.
Viso.
Nel corpo straziato di un.
Prigioniero abbandonato,
con il viso rivolto al muro ma
con lo sguardo rivolto al.
Cielo.
Ho visto attimi di vita
nella natura che.
Dopo il letargo invernale vuole
regalare i suoi fiori, i suoi profumi.
Sarà notte, sarà giorno,
sarà un raggio di luce chiamato.
Speranza.

– 19/04/2017

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Federica Barzaghi

POESIA:

LA CROCE SCHEGGIATA
La mattina si sveglia
Con quel nodo di nostalgia in gola
Come un foulard che stringe troppo
Tenta di allentare la stretta
Sorridendo al sole
Ha tolto le staffe
Da tutti i suoi io
E adesso le scivola via l’anima
Senza un appoggio
Dorme
S’alza
Esce
Cammina
… troverà la strada
E nuovi chiodi
Per la sua croce.
– 19/04/2017

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VINCENZO CICALESE

POESIA: SETTEMBRE

T’amerò
una sera di settembre
quando il globo di fuoco trasparente
si rituffa dentro il mare ad occidente.
E saprò
una sera di settembre
se la stella infuocata ad occidente
eri tu che annegavi al mio mare
una sera d’amore, di settembre. – 19/04/2017

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JONA HOXHAJ

POESIA: Chissà perché le maschere intorno a te si moltiplicano,
Come gocce d’acqua identiche, pazienti e corrosive

Come tante voci gemelle quando vuoi solo
silenzio,
un coro armoniosamente stonato
un urlo sempre identico a se stesso
un’eco che ti raffredda nel calore del tuo letto.
Ti guardi intorno e sei circondato
non l’avresti mai detto
ma sei tu
quello diverso
Sei tu che non vuoi cambiare
la tua anima,
che non vuoi lasciar morire
gli altri in silenzio

Piuttosto ti lasci morire
dentro
Ma non ti arrendi alla rassegnazione
che è la moda del momento
Combatti scuotendo la testa
rifiutando i piatti già pronti
anche se
succulenti

Vai avanti scalzo
e nudo
cercando di non pensare
ch’è più facile
tornare indietro
Il tuo cuore pulsa convulso
nervoso e rosso
come il sangue che hai dentro
forse sempre più amaro negli anni
ma più vivo
e con più pigmento
E poi arriva la notte
lunga e fredda,
un corvo nero sopra il tetto del tuo mondo
gracchiante e alato, maestoso
Una notte che è inverno
e insieme scura coperta.

Ma a te non fa paura
perché da anni
la notte
l’hai dentro
Tieni gli occhi aperti
e appoggi il tuo corpo stanco
su uno scomodo cuscino
che non sa catturare i tuoi sogni
agitati

Tieni gli occhi aperti
e il pensiero vola
viaggia verso le stelle
verso il firmamento
Tieni gli occhi aperti
e il cuore vibra
la testa impazzita corre
ruota di un criceto
Tieni gli occhi aperti
la penna ad una mano
che di un foglio bianco
fa un campo minato
E tu scrivi
scrivi e viaggi
sempre più lontano
Non vuoi più tornare
complice la notte
vuoi restare lassù
dentro la tua ruota
Ma la notte finisce
anche se l’hai ancora dentro
riapri gli occhi
e viaggi sul mondo “vero”
quello che da sempre
gira solo in un verso, t’han detto
Non inverte la sua rotta
per uno come te
scomodo passeggero
che ha la nausea
ma s’aggrappa col naso al finestrino
e con gli occhi sognanti
e aperti
scruta ogni singolo centimetro
del suo giardino.
Tu
proprio tu
Sei quello che viaggia solo
viaggia fuori e dentro
con la sua testa stanca
mai contenta
mai rassegnata
Sei tu che ami
incondizionatamente
ma a una condizione:
quella di continuare
a farti battere il cuore

Ami il mondo
tanto da odiarlo
ami gli altri passeggeri
anche se maschere stanche
Cerchi di entrare negli abissi
di due stanchi occhi casuali
come uno specchio
che però non riflette
la luce dei tuoi
Entri negli abissi
e poi ti stufi
pensando che tanto
è tutto un sogno
una proiezione
del criceto dentro la tua testa
Ma tu
tieni gli occhi aperti
viaggi
scrivi
sogni
sempre con gli occhi aperti.
– 19/04/2017

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Rolando Di Nicola

POESIA: La Poesia …

È una musa incantevole ma falsa ed inutile
è saggezza trascurata dall’umanità.

È un sogno riempito da un vuoto invivibile
è speranza tenue che viene e poi va’.

È un’illusione concreta ma sottile e impalpabile
è colore un po’ stinto nel tempo in cui sta’.

È una canzone stonata distratta e sensibile
è dolore spostato dal cuore più in la’.

È un concetto profondo ma vago e indicibile
è esistenza insegnata a chi sogni non ha.

È una magia di parole armonica e fragile
è impressione di un attimo che mai arriverà.

È l‘emozione di un sogno ambiguo e irascibile
è fantasia di vocaboli per chi l’ascolterà.

È la passione che evade e poi stanca riposa
è l’amore in castigo dentro a un’anima ansiosa.
– 19/04/2017

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