Di Giacomo Rudy

POESIA: In questo caos ascolto il mio corpo
E con lei spuma di champagne e
Segrete armi
Lei, la mia vista
Solleva il mio udito
Elettrifica il mio tatto

F***, lei è f***
Indigena mi ossessiona, divora il mio inconscio
Liquido, sono liquido
Mi nutro di lei come argine di fiume,
come batteri nell’ozono

C#039;è pazzia, tra noi, ed equilibrio
Dimesso, scoppiettante
Il cielo tetto, il mare comò, sabbia e terra letto

Sballano, sanguinando saggezza i nostri cervelli si illuminano a vicenda,
Godiamo
Godere
Godo
Piango di godere
Fuori di logica
Di ordine cronologico
È un azimut
Un sommergibile della guerra tedesca
I quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua, sempre noi

Love you
Je t’aime
Lible Lao
Lingua inventata per te, mia musa
Mio muso dolce
Averti incontrata mi inebria
Mi ubriaca e sorrido
Aspettando
Chiudo gli occhi
Ti vedo nuda
Non vedo l’ora
– 18/12/2017

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Schivo Luca Luca

POESIA: STELLE
Sono le stelle
che di notte paiono di ridotta dimensione
a governare la vita,
che ce ne accorgiamo di giorno con il Sole. | sorgente: https://www.google.it/ – 18/12/2017

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Grolia Daniele

POESIA: L’esploratore scomparso

Cresci in attesa di un’alba
che estragga la luce dai tuoi occhi,
lotti per un sogno,
per la venuta al mondo,
ma ha la durata di un inverno
una settimana,qualche giorno.
Ti distrai un momento ed è già alle spalle.
Qui dove finisce il mare ed inizia l’oceano,
stringi forte la bussola impazzita
mentre la corrente ti trascina sempre più al largo,
cosa senti ancora?
è il relitto di una melodia
o la scia di un profumo d’istante
a guidarti verso quel rifugio fatto di immagini?
Le sue guance rosse e il fiato nel freddo pungente,
misteri irrisolti,
calda tristezza
proiettata all’infinito
in un fatiscente cinema galleggiante
ai limiti estremi del mondo conosciuto. | sorgente: https://form.jotformeu.com/pagine/bando-poesia – 18/12/2017

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Buccoliero Manuel

POESIA: Sento i demoni urlare proprio qui, nelle mie orecchie.
Coprono un mondo di pensieri distrutti e parole vuote che rincorrono la mia anima senza compassione.
La luna, bianca ed imperfetta, danza intorno a questo lago di lacrime amare. | sorgente: http://instagram.com/ – 18/12/2017

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Castagna Lorenzo

POESIA: DI NERO

sai quei fatti tuoi erano anche i fatti miei
un viaggio isterico di un corpo tacito
chiedilo a me, tu sai il perchè

non c#039;è stato tempo
non abbiamo avuto tempo
inabile ho assistito
al viaggio di un corpo passato
e nel voler perdermi in te

astinente per obbligo
cosciente di me
cerco un modo per non vestirmi di nero

ormai ne son fuori
ma comunque a testa in giù
incredulo ancora
per il tuo vestito nero.

Lorenzo Castagna | sorgente: https://www.google.it/ – 18/12/2017

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Standrock Ester

POESIA: Palpebre blu sul mio sentiero
rami potati dal vento
cuore inCHIODO;
colgo il fiore che sboccerÃ
all’ ombra sorriso LUCE | sorgente: http://m.facebook.com – 18/12/2017

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Agnese Daffara

POESIA:
Non sarò mai così triste e sola.
Sono un’avventuriera svagata.
Non conviene mai rinunciare alle certezze
ma sono un’avventuriera, anche svagata.
Lasciare chiuse le porte apribili
non mi è possibile:
questo il mio animo turbolento e curioso
che decise di affliggermi.
Davanti alle porte chiuse non so stare,
quando spuntano lingue di fiamma
dalle serrature vuote
indosso la mia faccia impersonale
l’unica che allo specchio mi renda lecita
e abbandono quello che ho raccolto
per buttarmi nel fuoco.
Questo momento è ciò per cui vivo:
oltrepassare uno stipite ricoperta di fuoco
come un pistillo che si erge tra i petali
di un rosso papavero infiammato
e rinascere fiore dal bocciolo.
Riuscirò mai a rinunciare alla scoperta
alla sempre rinnovata creazione
quando la creazione è la musica della vita
e tutto muore nella staticità,
riuscirò ad invecchiare finalmente
depositare i petali danzanti della giovinezza
lasciandomi addomesticare da una mano di vento adulto
da un’atmosfera finalmente ferma
riempibile di voci calme
come un battito costante
come un vuoto incastrabile di altri vuoti di Lego
a rendere l’ordine dinamico
la staticità vitale
senza ritrovarmi avvilita?
Serve colmare queste giornate universitarie di turbe inutili?
Quello che soffro è essere giovane
eppure senza, come farei?
Ho bisogno di correre ed essere nuda
e che gli altri siano nudi
e che nessuno sia consapevole
o non troppo
ho bisogno che non ci siano nozioni
e che il sapere venga da dentro
ho bisogno di correre e creare in corsa
stare ferma è ciò che faccio
per questo impazzisco
non ho bisogno di una corsa fisica
di una corsa sociale nemmeno
ho bisogno di una corsa alla creazione
di poiesi,
Venere generatrice
neanche straordinariamente bella:
più triste che bella
più bella che felice.
Dopo aver perso le piste per prendere il volo
non si vola senza la terra
e dopo aver perso quella luce di neon dove stavo accucciata
dolce profumata, sempre ad occhi chiusi
dopo aver disprezzato il dato e l#039;avuto
un orgoglio da ragazzina mi ha lasciata sola
questo è un lamento tragico
Sola dentro di me per non essermi curata
Sola nell’arte per esserci annegata
Sola nella poesia per non essere riuscita a capirci abbastanza
Sola nel fisico per aver idolatrato l#039;estetica
Sola nello studio per aver adorato l#039;intuito
Sola nella vita per aver allontanato gli altri
Sola negli altri per non aver voluto esistere in loro
Sempre scostante, riluttante,
essendomi sempre negata
e distruggendomi nella mia preservazione,
avendo amato il rischio
la dissolutezza suggerita non so più se
dalla liquidità contemporanea
o dall’ardore dei miei anni
o dall’effettiva velocità con cui il tempo passa e saluta l#039;uva e poi l#039;uva muore,
mi sono sempre confusa,
forse sanguino.
Nonostante la pressione
ancora mi ostino a voler inseguire questa me selvaggia
che si oppone ai detti, ai fatti, ai pensati, ai supposti, alle supposte di pensiero.
Sono un#039;avventuriera ribelle
ma ho una bella sciarpa comprata dal marocchino
davanti all’universitÃ
come altre centinaia di universitarie,
che nervoso questo vestire
comunque inevitabile
e le pronunce cadenzate che dissimulano l’imbarazzo per essere parlanti nativi standard
e dunque pronunciare le parole come vanno pronunciate
in cui anche io cado vittima
come un coniglio:
veleno allo zucchero nelle trappole
gusti buoni nel fumo elettronico
soldi e consumismo ovunque
mi fido del diverso, ormai
non mi fido del diffuso
che testarda che sono
non mi va mai bene niente,
anche questo sfogarsi scrivendo
alle lezioni di linguistica
è qualcosa di già fatto
potrei essere nella testa dei ragazzi della fila dietro
Hipster/Ribelle/Annoiata
Depressa/Scrittrice
Vogliosa di attenzioni/Piena di idee
e sarei comunque oggetto di uno schema mentale precostituito
non voglio rientrare negli schemi di nessuno
voglio che tutti siano cemento fresco
dove posso imprimere il mio schema
così non mi diranno più “anche io lo faccio”
oh, nemmeno lo dirò io,
al diavolo questo egocentrismo,
ma diranno, almeno
“Tu scrivi. Che bell’idea.”
Sindrome da novità: dovrei amare la ricerca scientifica, ma odio la competizione
è inutile
sono un paradosso!
lasciatemi il privilegio di essere indecifrabile
sì, ok, ma tutti lo sono
posso essere solo io qualcosa?
Come si può essere se stessi se essere se stessi significa essere un aggregato di altri? Voglio vomitare arte nuova, mai vista, creare capolavori in corsa.
Che scaturiscano tempeste di scoperta da questi nervi della mano destra!
Non m’importa niente delle lingue slave
m’importerebbe un dato non trecento
come alle trecento diviso due
facce distratte pronte al balzo
appollaiate sui banchi
perché hanno in mano
questa bella etÃ
o almeno i suoi frutti liofilizzati
e appena il professore poserà il microfono
potranno scattare
e pensare prima
a come arrotolarsi la sciarpa intorno al collo
poi a lanciare uno sguardo goloso ad una persona bella
più bella delle altre,
a sistemarsi i capelli e attivare quella modalità cordiale, amichevole, solidale disposta alla condivisione
tra persone che stanno imparando a stare uguale
e si fanno forza insieme
saziandosi di nascosto della vicendevole giovinezza,
mi irrita
che ognuno costituisca un microcosmo variabile sorridente e sfuggevole
basato su quello che altri hanno deciso
sulla bellezza che altri hanno impostato
entusiasti di pettegolezzi falsamente interessanti
come chi sguazza nelle canzoni che tutti ascoltano
perché parlano di cose che tutti provano
con un accento che tutti imitano,
ma forse non capirò mai che cosa c’è di veramente sbagliato in questo
a parte che la situazione
è troppo lontana dai film francesi
e la gente
è spersonalizzata,
e le persone a cui non mi sono avvicinata
non possono parlare neanche per gioco con me
se io scrivo con la testa bassa
o comunque continuo ad aleggiare
in questa malinconia distante dall’aula
questi sguardi curiosi
che appoggerei sui dettagli senza spostarli
fino a che non ho indagato a sufficienza,
con rischio di buco.
Quei due hanno capelli belli molto,
lei è abbastanza avventuriera da stare con me
lui ha un naso stupendo
se solo non fossi così oscura
così irrimediabilmente sola.
Anche la poesia mi abbandonerÃ
quando mi chiederanno di spiegarla
ma alla poesia non servono i perché e i percome
i perdove nemmeno
lasciatemela essere
senza doversi parafrasare
una tigre è un felino ma è una tigre
il percome della poesia sono io
e voi siete perché e cervelli di cemento fresco
ritmati non foderati di strati di intellettualismo.
Vivere nei perché costringe alla maturitÃ
che costringe alla staticitÃ
che costringe alla chiusura
che soffoca i fuochi
coperta [sostantivo] di pile [materiale]
dell#039;ammutolire nei propri convenienti sorrisi.
Non voglio perdere la capacità di proiettare balletti selvaggi nell’aria
di arrivare tardi per cercare un quadro
sono morta, morta di ingenuitÃ
nervosa, accecata per la troppa luce
ma la poesia almeno, lei non chiede mai perché. – 18/12/2017

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Marinella Pizzino

POESIA: Sogno che arrivo

È bello immaginarmi dondolante
come aquila tra i cirri
e su nel vento,
lontana dall#039;angoscia
e dal tormento
che angustiano quaggiù
mesto il viandante.

Son bella nel mio volto palpitante
mentre conquisto eccelsa
il firmamento,
mi perdo e poi le stelle
a cento a cento
mi fan corona, e rido luccicante.

Ma ti vorrei tra i rami dell#039;ulivo
immerso nella zagara posato
in attesa di me.

Sogno che arrivo
anch’io nel vento, dentro
la folata;
in te mi tuffo
e palpitante vivo
poiché tu accendi me:
tu che amo amato.

@Marinella Pizzino | sorgente: http://m.facebook.com – 18/12/2017

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Grolia Daniele

POESIA: Crescendo in attesa di un#039;alba
che estragga la luce dai tuoi occhi,
lotti per un sogno,
per la venuta al mondo,
ma ha la durata di un#039;inverno
una settimana,qualche giorno.
Ti distrai un secondo ed è già alle spalle.
Qui dove finisce il mare ed inizia l#039;oceano
stringi forte la bussola impazzita
mentre la corrente ti trascina sempre più al largo
il relitto di una melodia
ti da rifugio in quei giorni di immagini
guance rosse e il fiato nel freddo pungente
misteri irrisolti
calda tristezza
proiettata all’infinito
in un fatiscente cinema galleggiante
ai limiti estremi del mondo conosciuto. – 18/12/2017

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Fratini Paolo

POESIA: Sia per me
motivo di vanto
ogni goccia di pianto
che mi versi addosso
adesso
immersi in un letto di amanti
irradiati di luna
sussurro al tuo seno
tutte le speranze, le angosce
le distanze
si fanno dense
denso è l’amore
liquido, solo, fluido
acqua nelle notti aride
luce che ridesta l’iride
che si propaga
si espande
si fa diamante
e si infrange in mille frammenti
eterni
| sorgente: https://www.google.it/ – 18/12/2017

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