POESIA:
NON TUTTO ERA MISERIA AL MONDO
Cinque metri per tre,
neon bianco, luce fredda.
Quasi tutto si spense.
Guardai la città, nel silenzio delle sei.
Nella controluce del pavimento
mappe
a mio giudizio
avrebbero dato lavoro ai cartografi.
Se ne stavano sulla linea di confine
luoghi, ed eserciti, e formicai.
L’umanità, nella sua esplicazione.
C’era l’ ingegneria di un ponte,
un passaggio a livello, un fumante camino,
un orologio battente nella nebbia, un rumore di scarpe,
un bar aperto dalle cinque del mattino.
C’era il sonno, e l’abbandono del letto,
il suono amico dei bicchieri, la fame della stanchezza,
lo strano segno della malattia,
la tosse profetica della morte leggera.
C’era la desolazione, e la densità,
il sacrificio e il pensiero,
la speranza,
prestata alle macchine.
Ovunque la traccia polverosa
d’una pietra miliare
v’era a dire qualcosa.
E quasi tutto si spense.
Non tutto
stamani
era miseria al mondo.
Dagli occhi allo stelo,
dal creato alla ringhiera,
una voce indovina
cantava nuda
l’abbandono delle proprie ossa
nella stanchezza del mento.
Non tutto era cemento
non tutto cinque metri per tre,
neon bianco, luce fredda.
Una croce
a cena
era comparsa,
prima, nella sera.
Persino Dio, che ritornava a casa.
Fu allora,
che quasi tutto il dolore
si spense,
poiché non tutto,
era miseria al mondo. | sorgente: https://www.facebook.com/ – 18/12/2017
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