de simone ciro

POESIA: Se il tuo naso non fosse
dov’è il tuo naso,
il mondo sarebbe perso, un calco rigido di gesso, un oggetto disperso
nell’universo stinto delle cose.
Il tuo naso, invece, è la carica
elettrica dell’elettrone, un violino di precisione senza il quale le stelle non brucerebbero idrogeno ed elio.
Il tuo naso è una bandiera che vibra nella sera, su in alto, nel punto più ventoso dell’amore.
C’è una corrispondenza tra numeri e distanze, nel piccolo e nel grande.
Ecco perchè il tuo naso è forma e materia,
è plastica e cera, è la tenda che si tende e l’aria che l’ha tesa. | sorgente: https://www.google.it/ – 02/01/2018

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Hristana Gita

POESIA:
Il canto dell’eternità

Sento un tamburo ben suonare,
Il cuore aperto che mi guida.
Nel canto io mi lascio andare,
in altre e in questa vita.

Richiamo al canto della
Un soffio d’anima mostrando,
Scrittura di una vecchia
La sua liberta cantando.

Girando il mondo mi domando
dove si trova la sorgente,
sbattendomi di alti
Con desideri esaudenti.

Ti ho cercato nella
Passando guerre e confini,
trovandoti nel denso
di tanti pianti e sospiri,

pensavo che tu fossi
nelle parole della gente,
invece mi aspettavi ancora
lungo la via della fonte.

Cercavo io di raccontare
le storie di pargolette,
mi son trovata ascoltare
un canto di anime serene .

E camminavo ai piedi nudi
alla ricerca di affetti,
mi hai accolta una mattina
sulla via dei poeti.

Sui verdi prati canticchiavo
con dei pargolli ribelli,
nell’animo radunavo
I sacri cantici d’uccelli,

ho seminato da bambina
i chicchi della felicità,
spuntati adesso in collina
Nei canti dell’eternità .

| sorgente: android-app://com.google.android.googlequicksearchbox – 02/01/2018

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Manganiello Angelo

POESIA: E resto qui a rimembrar quel momento a me così caro,
ove il tempo soleggiato ornava il tuo sorriso e la tua purezza,
come il lento crepuscolo che abbaglia la gelida ma candida neve dolcemente posata.
Ogni giorno rivedo, così perfetto e vicino, quell’istante in cui mi sei apparsa,
con quei tuoi leggiadri capelli che nascondevano cotanta gentilezza e delicate movenze,
assimilati ai tuoi occhi fuggitivi e la tua infantil ingenuità nelle sembianze.
Ma ora di quel tempo mi rimane solo l’idea e quest’immagine che fu di te,
contrapposta alla triste realtà del tuo vero essere,
mostratosi in balia della tempesta degli avvenimenti andati.
E così la mia mente e il mio cuore si aggrappa a quel ricordo,
cercando sollievo nell’ondeggiare del mio mare,
ormai restante fonte amena di legame passato e mia unica spiaggia sicura,
per quanto possa respirare un cuore spento.
Senza più fiducia di ideal e nobili sentimenti dal mondo femminile,
mi faccio trascinar dalla mia anima in questa barca di solitudine,
piantato così,
nel dolce momento della tua immortale bellezza per me sempre immutabile. | sorgente: https://www.google.it/ – 02/01/2018

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Raffaele Ponticelli

POESIA: Mangiala tu la vita,
io non ho fame.
Ho bevuto la notte
e mi sono alzato con il voltastomaco
e con la testa
sulla china di un inconsueto buonumore.
Stamani vado di fretta, come sempre accade:
nel centro umido e morbido della mia memoria,
vi è noia e furia,
e cosa cambia?
Dunque, zucchera bene la mia tazzina di dolore,
ho appuntamento con un vecchio sarto
che non parla mai e che
mi cuce addosso le voglie
che posso indossare e togliere con indifferenza,
come fanno tutti con le mie parole.
C’è da stringere il giro petto,
orfano di cuore.
La prego di cucirmi due lacrime
e un bottone,
ho brama di morire,
di fare indigestione. | sorgente: http://instagram.com/ – 02/01/2018

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cesaro franco

POESIA: Tutto è finito
Si lo so, tutto è finito
non parlar, non dirmi niente
già da un pezzo l’ho capito
che il finale era imminente.
Si lo so, tutto è finito
sei d’un altro innamorata
già da un pezzo l’ho capito
questa scena l’ho aspettata.

La commedia dell’amore
è finita finalmente
hai spezzato questo cuore
non parlar, non dirmi niente.
Di nuovo chiede la mia bocca lieta
d’essere benedetta dal tuo bacio,
voglio tenere le tue care dita,
ripiegarle per gioco tra le mie,
il mio sguardo assetato al tuo appagare,
nei tuoi capelli sprofondare il viso,
con membra sempre vigili e fedeli,
rispondere allo slancio delle tue,
rinnovare con fiamma sempre nuove
la tua bellezza mille e mille volte,
finché beati e grati entrambi al fato,
abiteremo sopra ogni dolore,
finché il giorno e la notte, il presente e il passato
accoglieremo con fraterno amore,
finché al di sopra di ogni agire umano
trasfigurati vagheremo in pace.
| sorgente: https://www.google.it/ – 01/01/2018

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martello Andrea

POESIA:

deserta e ardente sei nella mia mente
navigando solo guardo furente
quel che il mio mare ha reso indecente

trovar non posso il fondale risorto
che dal mio mondo, conduce al mio sogno

intanto lei è la, compatta e forte
che dall’alto affronta le mie fragili onde
e non potendo aspettar che la terra tremi
mi batto con forza sperando che m’ami.

| sorgente: https://www.google.it/ – 01/01/2018

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Gregori Simone

POESIA: Nella pioggia una speranza

A tergo di gelidi occhi,
di tarde lacrime roridi,
avverto, dall’anima, voci
assalir la fosca luce
dei pensieri miei.
Risovvengo, del passato, aurei ricordi,
che alla porta del petto mio
bussano,
come bronzee campane
danzan a ritmo col tempo.
La mente dilaniano
lampi di costernazione.
Scorgo rider, di siffatta vita,
i giovani, sciolti da ogni inquietudine,
liberi nel luminoso prato
della prima gioventù.
Frattanto, per sì ingiusta atrocità,
dietro un mendace sorriso
colgo uomini morir,
sotto la greve memoria
di decorsi giorni,
che spenti si sono
come al tramonto il sole,
diretti verso l’irraggiungibile orizzonte del passato,
e come secche foglie dal vento sospinte,
anco i sogni, dai nudi, gelidi rami
dell’esistenza nostra
sono fuggiti ormai.
Appena una solinga preghiera
a noi rimane.
Un’umile richiesta,
per un venturo fulmine di felicità,
con la speranza ardente
d’avvertir la breve pioggia,
che, per un istante solo,
il cielo dell’esistenza nostra futura
risveglierà, dal suo eterno sonno. | sorgente: https://www.google.it/ – 01/01/2018

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Rosalia La Tona

POESIA: Vita

Sulla sabbia bagnata,
il sole illumina una passeggiata:
lambisce il mare le impronte
e le consegna alle onde.

S’arrotola monotono,
nel suo continuo sciabordare,
il mare:
nuotano tra i flutti i pesci
e intuisci tra le sue schiume
il canto delle sirene…

Persi tra le onde i passi,
rapidi mossi tra sabbia e sassi,
nell’orizzonte carico di mistero
s’impiglia un pensiero:
è una passeggiata la vita,
dalla corsa di un’onda rapita… | sorgente: https://lm.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fform.jotform.com%2Fpagine%2Fpoesiah=ATPoPBLfZAmIaMBjJZv9Kwwbml9vidGSnl39IDcw0Iz4R6ljMQe_8HAunqIMvC_DrJssH6mALcSn3H9ckihtlFDkH5bdPwsuFWVPr4-lPn68meZP2JTaadbsNZzRVXmXacRdUHbUYeIenc=AZPzVzemih7lYvywiV6xDUIVLCPyPoxPpCePFz_VM0c6adOgpSEs33tCj5xVV4IUbz5PxblhFh5joBNAtPWUAtY-2o0IBlUwkqIywn-ahEDFIvi0n7xnEqmOfm3uXofNEnbq3lYAiaiDd5mS1PxQ7MNOt96QtP0jupB3oWboD3MnA-AHfI_IvwnxpbK11P1YjTgs=1 – 01/01/2018

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Grossi Gioele

POESIA: Ed ovunque io vada mi sembra di essere circondato da un mare di vane parole,
le persone non sono mai state così lontane,
eppure si trovano faccia a faccia.
Quello che io trovo nelle conversazioni fra due persone del terzo millennio
è solo e soltanto apatia,
ma forse è qualcosa che va persino al di là dell’apatia.
Apatia è non curarsi dell’altro perché vi si è sordi.
Quello che io trovo nelle conversazioni fra due persone del terzo millennio
è vuota supremazia.
Due figure
uno parla
l’altro non ascolta,
ma soltanto prende affannosamente tempo per pensare a quello che dirà,
e non certo in risposta all’altro,
ma soltanto per parlare di sé.
Per questo non può essere apatia la condizione per la quale io parlo e tu non mi ascolti
pensando solo e soltanto a te stesso.
Forse non mi capisci?
Parliamo forse due lingue diverse?
Oh no, tu mi capisci eccome
e proprio perché tu mi capisci devi cavar fuori pretesti per parlare di te
per farmi sapere che anche tu sei come me o migliore di me.
Oh questa non è apatia, tu mi capisci eccome
ma evidentemente non te ne importa
niente
nulla
vuoto
spazio
distanza
due persone:
uno parla,
non mi ascolti.
E’ forse Disprezzo?
Vi piace parlare soltanto di cose misere
vuote
piatte
chiuse
cieche.
Se è vero che per parlare vivacemente e con affettuosa comprensione reciproca,
le parole dell’uno devono entrare negli occhi dell’altro…
…come possiamo parlarci se la gittata delle nostre conversazioni ci sfiora i piedi?
Ancora niente. I due si guardano ancora
parlano da mezz’ora
ma non si sono detti nulla.
Ognuno dei due, tornato a casa, pensa a quello che ha detto,
e a quello che avrebbe potuto aggiungere.
Fra i due non è nato niente, solo un mare asciutto di parole inutili.
Distanza
vuoto
nulla.
| sorgente: https://www.google.it/ – 01/01/2018

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