lambiase daniela

POESIA:Dentro e fuori l’altra follia.

Sentire un’inquietudine imperante
il cuore che batte forte
sentire il coraggio e la passione che crescono dentro di sé.
Trionfare dopo le avversit
Esultare da guerriera
Combattere

Ci pensi, eri tu, ora sei libera e leggera
Sotto la pioggia puoi danzare, sorridere, volare.
Ripensi alla gabbia, ricordi il dolore e piangi libera
Perché ora sei finalmente fuori.
Puoi camminare libera e niente ti fa più paura. Il tuo cuore è pieno, pieno d’amore.
Hai conosciuto l’amore e hai scoperto la vita.

Nella testa c’è un mondo che il mondo non comprende.
Urla, grida, strilla.
Nessun volto, solo facce cancellate.
Corpi incontrollati.
Non c’è logica. È follia.
Tutto si muove senza “senso”, senza “logica”, senza “ordine”. È il caos.
Il caos è dentro, è fuori, ovunque.
Rompere, distruggere.
Liberamente.
– 22/05/2018

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Lorusso Enrico

POESIA:Siamo come legni rossi
Dal vento smossi
Dal vento rivavvivati
Al fine di bruciare tutti gli strati
Del nostro essere
Per diventare la fiamma più splendente
Quasi come una stella cadente
Nella più buia delle tempeste – 22/05/2018

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Iacona Elisa

POESIA:Sei stata come l’aria ad agosto, dandomi alla luce in giugno.
Hai definito i miei contorni, hai proiettato i miei sogni..ed oltre tutte le maree
una parte di me crede ancora sia vento.
Solo vento.
E ho dato in pasto, alla vita, questa storia, con la convinzione che fossero come una chiave ed un lucchetto.
Tu invece hai chiuso,
ed io sono rimasta. – 22/05/2018

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Barba Angela

POESIA:I miei occhi sono specchi:
Avvicinati e vedrai te stesso.
Se scruto il buio imperturbabile delle tue stelle, posso perdermi nell’infinito della mia anima.
Le nostre vite si intrecciano indissolubili in una danza chiamata amore. Finirà mai questo moto instancabile delle nostre essenze che si cercano, si trovano, si distruggono?
Seppur doloroso, il dolore è necessario all’uomo. – 22/05/2018

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Oteri Francesca

POESIA:È da tanto che ho perso le due di mattina,
Un tempo magico, o meglio surreale.
Sospeso tra l’oggi e il domani,
Sospeso tra il molto tardi e il troppo presto.

Le due di mattina erano un pretesto,
Per ascoltare il pensiero
E piangere,
O forse no,
Del resto, da quando in qua ricordo come provare emozioni?

Le due di mattina erano un pretesto,
Per ascoltare il silenzio,
Scrutare il soffitto come se contenesse i segreti di questa vita,
Ma è solo un maledetto soffitto.
E i segreti, forse, li conosce solo un Dio in cui non credo,
E che comunque è troppo egoista per condividerli con noi povere bestie.
Tanto vale cercare le risposte nel soffitto.

E ogni tanto il silenzio è interrotto dal rombo del motore di un#039;auto,
E mi chiedo che ci faccia la gente sveglia a quest#039;ora, magari mi dimentico che sono sveglia anch’io.
E chissà dove va qualcuno che alle due di mattina viaggia in macchina lungo la stradina di un quartiere residenziale.

Magari me lo dirà il soffitto.

In casa non si muove niente,
Tutto dorme,
E io aspetto.

Avvolte a quest’ora si vede la luna
Subito sopra il soffitto della casa di cura qua accanto,
Che cazzo di tristezza.

Alle due di mattina si chiudono gli occhi e si stringe la gola,
Respirare attraverso il groppo e il dolore nei polmoni è più difficile del previsto,
Mi tremano un poco le mani ma va bene così, chi mi vedrà soccombere alla debolezza?

È da tempo che ho perso le due si mattina,
Adesso se a quest’ora sono sveglia è perché ho perso la cognizione del tempo guardando video di animali che fanno cose buffe su YouTube.

Adesso alle due di mattina ho sonno,
E sbadiglio invece di cercare di ricordarmi come si faceva a respirare,
E non penso a come sarebbe troppo facile cadere dalla finestra che qualcuno ha dimenticato aperta,
Più che altro cerco di costruire un piano d’azione per riuscire nell’impresa di infiltrarmi in cucina senza svegliare mia madre (che per certe cose ha un sesto senso inquietante).
A quest’ora la luna oltre la casa di cura è ancora una fottutissima tristezza, ma vabbè amen.

E se non riesco a dormire è perché mi sono addormentata prima guardando un film di merda in streaming,
Non perché ho l#039;impressione che la mia testa voglia uccidermi.

Devo dire che a volte, in un certo senso, mi manca la familiarità del dolore, e la sicurezza del non avere né speranza né futuro,
A volte mi trovo scoperta, inesperta, incapace di gestire una vita che devo vivere e non trascorrere,

Ma non c#039;è niente di più bello al mondo che ridere di pancia,
Non c#039;è niente di più bello che poter finalmente vedere al di là di quel qualsiasi cosa fosse che distrorcesse la realtà ai miei occhi,

E sto riscoprendo quanto il mondo sia bello, avvolte, al di là della merda

E ogni tanto canto e il respiro mi riempie i polomoni
E so che respiro ancora

E non c’è niente di più bello.

– 22/05/2018

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Moscati Elisabetta

POESIA:Le fate. Tutto ha un principio , tutto ha una fine, solo L e Mamme non dovrebbero mai morire, le mamme le fate buone della nostra vita, che con la bacchetta magica dell’amore, hanno curato le ferite del nostro cuore, hanno gioito dei nostri traguardi, ci hanno insegnato a lottare ad essere buoni, e ad amare. Ci hanno dato la vita ed il loro cuore, senza mai nulla domandare. Queste sono le fate buone della nostra vita, anche quando non ci saranno più, resteranno nei nostri cuori,ciò che ci hanno insegnato ai nostri figli trasmetteremo, così anche noi fate forse diventeremo. Moscat Elisabetta
– 22/05/2018

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Buffolino Sonia

POESIA:C’è solo un modo di vedere le cose..
Emozionandosi…senza far rumore ad ogni battito di cuore..E li ,proprio li,Che nasce si scopre l’immagine,Che sia di un bambino, oppure un paesaggio..una foglia …oppure un abbraccio…E li che inizi a cogliere le sfumature..metti a fuoco…E li che ciò che vedi non è solo vedere….
E li …Che la poesia sta negli occhi di chi di chi assaggia il vivere…senza perdersi e con il gusto di saper ridere.. – 22/05/2018

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Di Lenarda Sara

POESIA:Le sue gambe
morsicate dal destino
forse contorto
ormai converso

e la sua corsa
espressione di vita
ormai estinta
quasi alienata

e il mio sguardo
infatuato in lei
assai rabbrividito
alquanto incantato – 22/05/2018

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Perelli Mattia

POESIA:L’Orchestra

Poso uno sguardo stanco,
come una piuma cadendo
su qualche foglio bianco
come se stessero chiedendo

pietà… Perché non concederla?
D’altronde aver pietà resta una dote eterea.
Ed ecco, sento quei salti sopra i tasti bianchi,
quel ticchettio di toni acuti, ridondanti.

Ora dei passi un po’ più dolci
seguono la madre,
sono sei ciocche d’oro.
Pizzicate.

Qui cala il buio, giù le tende per una poesia
senza parole eppure piena di malinconia,
odo le sillabe scandire il ritmo cupo.
Io mi spavento e in un tumulto ecco, appare un lupo.

Quell’ululato sembra un flauto.
Richiudo gli occhi,
resto zitto.
Che strazio.

Sembra calmarsi.
Sarà scappato,
perché d’un tratto c’è dell’altro e sembra più potente

Sembra una corsa,
una marcia di guerra .
Io non lo vedo ma quel suono voglio ricordarlo.

Dei cavalli, ecco il mistero.
Ecco il nitrito, questi suoni rendon più sereno
il lungo viaggio dell#039;omino che chiamo Pensiero.

Mi parte un brivido lungo la schiena,
Spalanco gli occhi e vedo gente che non credo veda
codesta orchestra di animali che a suon di versi spiega
cos’è la vita e cosa basta affinché si veda
ciò che si vuole stando fermi, su di una sedia.

Non ho paura,
anzi mi piace.
E tutto ad un tratto questa giungla non è più vorace. – 22/05/2018

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