Danilo Vuolo

POESIA:
Ecco il solo,
generato dall’amore,
solo ad osservare lo spettacolo di un corpo evaso.
Come corpo evaso, è vaso vuoto,
e la bellezza , la bellezza che si pavoneggia nel rimando,
la bellezza non ha fiori. – 18/01/2017

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Alessio Martina

POESIA: Petali di perla le labbra.
Celato nel suo bacio il mio respiro.
Dimenticato li,
in attimi che il piacere ha fermato.
Delicatissimi ricordi dal sapore mai provato.
Farfalla di tempera.
Sofia. – 18/01/2017

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Giovanni Giacomo Pani

POESIA: Il Tempo, che governa la mia Vita / e la conduce, oggi non consente / che tu divenga insieme il mio Presente / e il mio Futuro, cosa a me gradita. / Essendo mia esistenza definita / e di questo ne sono ben cosciente, / solo dentro lo spazio della Mente / posso sfiorarti un poco con le dita. / Non la fatica di sperimentare / dove la Vita insieme esploreremo / mi coglie. Il non poterti trapiantare / e pensare “insieme cresceremo” / mi fa sentire acuto che l’Amare / non è il mio verbo ed io per questo tremo. / Roma, 18 gennaio 2017, ore 7.17 del mattino.
– 18/01/2017

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Davide Nocita

POESIA: DIO NELLA PIOGGIA
Il vetro d’una finestra,
fuori, la tempesta.

Il bambino guarda stupito,
del mondo il distorto sorriso.
Guarda le case attraverso le gocce,
guarda il riflesso del cielo nelle pozze,
guarda il fango sulle scarpe,
guarda, nel fango,
delle scarpe le orme.

Guarda la scuola,
i compagni,
la suora,
il campanile e, più in là,
il fienile.

Guarda la bici,
vecchia,
consunta,
sotto la pioggia
sembra meno smunta.

Guarda ora la sua stanza,
non sembra più d’esser a una danza.
Non cantano i giochi nell’angolo,
non ballano i fogli sul tavolo,
non trova più, il gomitolo,
il suo bandolo.

Piove e piove,
piove sul mondo,
piove sul paesaggio,
piove nel villaggio,
piove sulla strada,
piove sulla casa.

Non piove nella stanza,
non piove in quel tepore,
tutto tace,
perfino, della stufa,
l’ardore.

Non piove sul bambino,
che pur vorrebbe,
di quel pianto,
percepir l’incanto.

Ma un dubbio blocca il piccolo cuore:
se quel che agli occhi grida
gioia!
All’anima dicesse solo
noia?

La porta, chiusa.
La nuvolaglia, nell’azzurro,
schiusa.
Non può uscire per i campi,
a saggiar, sul grano,
il sapore dei lampi.

Gli è sembrato d’essere
d’un dipinto l’autore:
colorava sul vetro della sua tela
di tutti i paesi la bandiera.
La pioggia era il colore,
lui, la mano del pittore.

Il sole trasuda ora
i raggi sulla ghiaia,
il bambino felice torna
dalla bambinaia.

Di quel mondo,
nell’acqua intinto,
avrebbe voluto afferrar
l’istinto.

Ma volubile è quel pensiero,
come la mente
che nel sonno ammattisce,
cercando di far reale
quel sogno che al mattino

svanisce.
– 18/01/2017

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Rosaria Buda

POESIA: Con una candela vagavo nelle tenebre.
E tu che ormai avevi rischiarato la tua vita cercavi di interrompere la mia perdizione.
E loro rinchiusi in quel covo tiepido e arso dal camino
non vedevano i miei occhi che spezzavano gli atomi della comprensione.
Il mio cammino era sempre più incerto
e morivo al pensiero che tutto era rivolto a me.
E l’equilibrio che per un attimo avevo sfiorato
mi lascia nelle braccia di chi non ho mai amato.

Mi chiedo se tutto è appena finito o iniziato.

Lasciata sola e intrappolata nel vuoto.
Corro in una pagina bianca… una tana.

Scrivendo parole che rifiutano il compromesso.

Continuai a immaginare le onde
che sovrastano il mare.
Ed io, lontano.
Naufragata altrove.
Sotto una tempesta di occasioni
che dovrò lasciare.
Immersa.
Continuai a vagare
e dentro il mare annegai.
Nessuno mi salvò
e caddi. Scivolai negli abissi delle tenebre.
Fu lì che capii.
Capii che nelle viscere della terra
vi è l’acqua.
Capii meglio.. era melma.

Mentre tutto volgeva al termine
perseguivo le intenzioni
e i sogni disillusi di chi la notte
spera e il giorno muore.
Mentre mi incamminavo sentivo
implodere le emozioni
che provenivano da dove tutto nasce. 
Mentre il tempo scorreva, io,
scattavo istantanee
e le conservavo nei ricordi della mente.
Mentre tutto questo accadeva
tu, ancora
non mi eri presente.
Ed i sogni, le notti, le emozioni
veniamo scartati come carta da regali.
E tu crescevi
e tu volavi.

Il niente.
Che poi il tuo niente per me è tutto.

30/ottobre/2016
Non capivo cosa mi stessero dicendo i
suoi occhi.
Così improvvisai, abbozzai un teatrino di
maschere usate.
E mi disse
che andava bene.
E ora.
Questo silenzio.
Mi interrompe, mi gela il pensiero.
E continuo,
continuo a sentire il profumo dei tuoi occhi.
E vedo il mare,
vedo l’autunno.
Ora che non so più quale bugia dirti
lascio il posto agli altri.

26/11/2016
Ho abitato le stanze oscure del paradiso.
Adesso aleggio lontano, e tra la
vita e la morte scelgo la folla
che mi sopprime.

Ho iniziato a scrivere
per lo stesso motivo
per il quale si pedina la persona amata.
Per paura di aprirsi a quel
mondo fatto di gesti, parole, sguardi…
Troppo lontani a chi impugna una penna.
Ho continuato a scrivere,
perché le parole
risuonano come monosillabi
inadatti alla confusione.
Confusione che solo l’inchiostro sa domare. ______________________________________________________________________________
Note di follia accarezzano la tua pelle
distrutta da tanto odio che è dentro di te
e cresce, come un piccolo uomo dentro il grembo materno. Ma quando tutto verrà fuori avrai paura
di accettarlo.
Piccola notte di strani ricordi,
il mare così distante nelle lunghe giornate di primavera. Tutto si risveglia.
E tu lì, incrociando le lunghe funi da gettare in mare.
E tu lì…
Completi e distruggi,
oscuri e risplendi.
I tuoi pensieri vagano e cercano riposo.
Umana è la tua dote di nascondere la bontà. Divina è la tua voglia di nascondere la malvagità.
Donna. Morta, sei morta nell’istante in cui sei nata. Dormi, lì troverai pace,
nessuno infrangerà le tue membra.
Lì un uomo giace.
Donna. La forza che possiedi sta a un passo dalle tue paure.
Ami ciò che un giorno di ucciderà,
sogni ciò che un giorno sarà un incubo,
speri nell’impossibile e ti aspetti un abbraccio. Niente ricompensa. Donna.
Nessuno sa quanto vali. Sei solo una donna.

8/12/16
Sei nuda nella mia mente
e quando è buio non hai neppure la pelle.
Ti immagino forte
ma so che ad ogni passo cedi.
Così, scelgo ogni giorno di morire
poco alla volta.
Tra sensi di colpa e la voglia di farti male.
Farti soffrire, picchiarti.
E tornare a dormire.

14/11/16
Luna, sei grande e mi ci perdo.
Sento meno freddo.
Vorrei abbracciarti
e chiederti chi t’ha fatto.
Perché tu e le stelle
siete il mio tetto.
Copriti adesso,
che i miracoli non sono per tutti.

– 18/01/2017

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Anna Solfrizzi

POESIA: Anna sul polso. Una maglietta rigata bianca e gialla , con un disegno di snoopy ,i capelli ricci arruffati,una smorfia spensierata e un sorriso che esplode. Energia da vendere a quella ‘ età ,amore vero,malizia zero. Gli occhi che ti scrutano ,il cuore che ti ama ,la mano che trema ,le promesse che volano via ,i sogni che si materializzano e le verità che si schiantano al suolo. Una vita passata a pensare a come viverla ,notti insonne a pregare ,le intere giornate trascorse al mare e tanto tempo ad aspettare . Disordine che mai si di ordinerà. Incontri ,scontri…….. Ora resta solo Anna sul polso!! – 18/01/2017

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Andrea Gaetano Costa

POESIA: Ciliegi

Provo il loro dolore,
quando accarezzo il fusto dei ciliegi nudi
ora che anche l’ultima foglia d’Autunno
il vento furioso l’ha strappata via,
e sento il peso dei loro
frutti percossi dal freddo,
perduti nella stagione passata
appresso al tempo morto.
Non tornerà più Estate
che possa renderglieli
e farli pendere giocosi
dai loro rami, oramai
screpolati da vento.

Sento anche il mio di dolore.
Ma quando sarà l’ora
non spiegherò le ali muscolose
degli Angeli di Bisanzio,
non ci sarà una cappella d’oro
o una pala d’altare a incoronare qualcuno.
Freddo oscillerò nel vento,
ramo tra i rami,
martire senza Dio.
Frutto appassito
della stagione rigogliosa che viene.

– 18/01/2017

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IDA OREFICE

POESIA: Terra nera

Terra nera
Giardino senza prato
Fiori di pietra
Profumano Il passato
Terra di dolore
Intrisa del pianto
Di chi resta
Seminata da umane spoglie
Che ritornano a te
Come alberi secchi
Senza foglie
Eclissi di vita
In un tempo
Senza tempo
Dove urla il silenzio
Di chi per sempre
Tace – 18/01/2017

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Paolo Di Ninno

POESIA: Poeta
Sono sotto il ponte
Che ti aspetto nella nebbia
Mentre ascolto il rumore dei passi della gente

Portami via
Nel pozzo delle pernici
Via dai miei pensieri infelici
Bruna è la sera
Scura
Nelle mura delle mie ossa
Non c’è cura
Alla mia tortura
La falce, lacera
Serena
Dura
Corre sicura
Miete morte

Non mi è cara
L’andatura del carro
Mentre il corvo
Curvo
Sul calvo teschio del becchino
Trama e brama
La sua vendetta di giada
Sarto, che dal primo raggio di luna
Infittisce i miei occhi
Di aghi
Di vili
Di intricati
Macabri fili
Legandomi alla vita
Tessendo il mio abito da bara
Siamo diversi
Dagli animali
I loro versi sono grida
Le mie grida sono in versi

Spesso
Impazzisce la parola
Come granturco nel fuoco
Ed io in essa
Così
Anche ora
In suoni, rumori
Calci e tremori
In cisterne di umori
Immersi
In una nuvola di versi
Sfuggono
Disperati
I significati
Dei miei discorsi

Ma tu
Poeta
Salti nel vuoto
Cerchi il tuo volto
Stoni
Dal sano
Dall’assopito
E tu, uomo
Non restare nel
Vano
Rifinito
Credo sfinito
Di chi vivere par aver finito
Non parlo di Dio
Non parlo di musica
Parlo di credo
Del ritmo secreto
Dal tuo sangue
Discreto
Impeto
Irrequieto

Cieco
Non vedi
Che questo tuo remo
L’hai ormai esaurito
Sei allo stremo
Ma tranquillo
Non morremo
Senza che tu sia arrivato
Al punto più estremo
Di questo tuo cammino
Fino all’eremo
Della tua coscienza
Per poi uscirne
Negarla
Comprenderla
E riaccettarla
Perché non esiste essenza
Senza la negazione
Della sua esistenza

Cado
Da sopra le nuvole
Dentro le nuvole
E sotto le nuvole
Un altro cielo

Poeta
La nostra eternitÃ
Finisce qui
Che mi colga la falce
E tu
Con me
Morissi – 18/01/2017

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