POESIA: Io sono la mia impronta digitale:
la mia identitĂ si perde e si ritrova
in un labirinto.
Ogni ora
tesa
nel tentativo
arido
di indagare
un essere
ignoto.
Con le mani
scavare
fino a lacerare
le carni
le viscere
per trovare
un’ essenza
che strappata
fuori dal torace
grida disperata
con la bocca
spalancata
chi sono.
Con lenti d’occhiale
pateticamente mi nascondo
dall’ incomprensibile
molteplicitĂ
del reale
che è solo ampliamento
dei miei sbigottiti sensi.
Mi sottraggo
all’imperativo
del “fare” per esistere
mi rifugio
negli angoli bui
dell’inerzia
nel rifiuto del mondo
solo per (ri)trovarmi.
La ricerca
si condensa
nel quotidiano
vicolo cieco.
Nel deformare il
tempo
per definire un
Essere
che non c’è
che non sono.
– 14/01/2017