Roberto Russo

POESIA: Mi radico in te
Ti guardo e mi dico: eccomi, sono uno di voi!
Spesso mi parli di una storia violenta e inaccessibile. Esulto della tua forza e della volontà accesa dalla tua profondità. Esprimono tutto di te.
Ma ecco che giunge l’onda, si allontana, ritorna, si gonfia, tace.
Affondo i miei piedi nella sabbia nera ed accarezzo la madre terra nella quale mi radico.
Come un albero dalla pelle ruvida, asciugata e stanca non può sfuggire dal suo attaccamento alla terra, io divento un moncone di speranza, un tronco isolato e tagliente, che alita vita senza tempo.
Il sole si nasconde ed ogni cosa si fa scura e silente. L’ombra prende vita ed inizia a parlarmi.
Lontano sento il vento che maestosamente governa questo luogo e tutti i suoi abitanti.
Pendii smarriti in salite solitarie, limpida linfa che dal midollo sale e sale della terra che dalla Terra sale.
Vorrei affrontare questo viaggio al centro della Terra e poi, insieme al fuoco, catapultato dai gorghi di una bocca stanca, dar libero sfogo alle esigenze della terra.
“Rispetto”, chiese l’albero alla lava che silenziosamente avanzava, ma la terra rispose: “Non puoi arrestare il corso degli eventi. In natura vige la legge del più forte!”.
Quando ti plachi però posso ascoltare il silenzio che cercavo e che non è mai abbastanza.
In questo paesaggio lunare, avverto una staticità in movimento. Sono riuscito a vedere la luce del Sole, grazie ad un istinto di conservazione che qui ritrovo senza eguali.
Ad un tratto sento il canto di un uccello che sembra volermi dire: “Non preoccuparti, ci sono qua io a guardia del bosco. Lasciati andare”. – 06/02/2017

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Vincenzo Longobardi

POESIA: Io ? Blasfemo

In questa scatola di ricordi e di cose inutili
Nel suo profondo fondo ho ritrovato una vera
Che non era più una fede ma una corona di spine
Simile al bacio di un apostolo che ti ha tradito.

Quest amore e stato  come una caramella
Leccata portata via a un bambino Nel sonno
Un bacio lasciato sul vetro di un telefonino.

Come una storia da trenta denari
Come i tredici apostoli  nell’ultima cena
Come la favola del tradimento di giuda.

Ora io crocifisso e bagnato d’aceto
Dalle illazioni di troppi amici  giudei .
tu barabba   Su tacchi a spillo  senza pudore
Tra gli inchini e gli abbracci di molti ladroni.
Io come un Cristo  avvolto in un telo di lino
Mi stringo Tra le braccia di maria Maddalena .

Io porterò il tuo ricordo  ed il peso di questa croce
Tu  riderai  di me tra le braccia di un uomo pagano.
Io Senza  fede e ne religione io un uomo ormai morto
che hai tradito,e hai crocifisso con un chiodo nel cuore

Così ho capito che anche un prete per una passione
Tradisce maria durante la messa che consacra il mistero
Anche una monaca quando si spoglia nel buio di un convento
Si scorda dello sposo divino tra le mani di un gioco terreno.

– 06/02/2017

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Stefania Pol

POESIA: MIO PADRE

Mio padre in casa è silenzioso,
chiuso in quel suo mondo
di conti e fogli verdi
che odorano di campi.
Sempre guardo il suo volto,
increspato dal tempo
e da tante amarezze
che ogni giorno porta con se.
Mio padre traffica in cucina
giocando,
fra piatti, frigo e fornelli
con mamma che reclama…
Lui pensa al cibo e al abito,
al medico e al verduriere.
Mio padre dorme in salotto,
fra un film di guerra e un giallo
scordando che le ore serali passano!
Mio padre è un bravo uomo,
perenne brontolone
senza sapere di esserlo.
Non dice mai un si,
almeno in un primo momento,
ma poi…
all’improvviso accarezza
con carta vetro
i nostri desideri. – 06/02/2017

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ines trevi

POESIA: sommesso messaggio.con lo sguardo evanescente fisso nel vuoto,senza pensieri nella mente, accendo l ultima sigaretta.come un automa ripeto il gesto fino alla noia e non mi so spiegare perchè l angoscia mi chiude la gola.ho voglia di spazi infiniti di cieli puliti,dove mi possa tuffare per poter ritrovare la pace perduta della mia anima inquieta.Ora il mio sguardo li scopre stupito,ma mi accorgo che è muto e avvilito.dove eri giovane Amore,quando sognavo di viaggiare nei cieli proibiti…..sento la tua mano che accarezza il mio viso mentre la bocca accenna un flebile sorriso./Mi vuoi chiedere scusa, ;….Si ma fai in fretta, prima che io mi consumi come l ultima sigaretta . – 06/02/2017

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Sergio Ferrari

POESIA: Hanno pianto tutti,
dal primo all’ ultimo minuto.
Hanno detto tutti qualcosa,
dentro le loro teste piegate e scure,
hanno pregato.
Certo,
come vuole il dolore.
Sicuro,
come obbliga la morte.
Hanno ricordato tutti
il cammino della sua vita,
la bonta’ della sua persona,
lo spirito,
le opere di bene,
i meriti (non pochi)
e non c’e’ retorica, Signori!
Hanno pianto tutti,
dal primo all’ ultimo minuto,
quando ormai s’era fatto troppo tardi e pioveva,
sono tornati tutti senza fretta alle loro case.
E allora l’uomo ha tirato fuori la lista dei loro nomi.
E’ tornato a bussare piu” forte alle loro porte,
disperatamente…
senza essere ascoltato…
Ritornato la’, donde era venuto.
Ha guardato le stelle…
Ha rubato la croce…
Ha richiuso il coperchio…
Ha pregato e riposato in pace.
Sergio Ferrari – 06/02/2017

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Monica Quintavalle

POESIA: sento Dentro me
Gioia d’ essere
no…
in fondo, tristezza
perché così contraddittoria?
Non so’?
Due spiriti in me lottano
uno contro l altro
dura battaglia

Ma decido io!
mi sento responsabile
eh sì..
devo scegliere
chi mi fa’ emozionare di più, dei due?
Potrei decidere ciò che voglio
tutto é in mio potere
cosa mi blocca allora?
perché esíto?
Se ciò che voglio è dentro la mia anima?
mi manca il coraggio?
ascolto troppo uno spirito?
cresciuta..educata..a essere…diversa….
ma credere
che certi atteggiamenti
possano in qualche modo
influire
approvazione di persone care…o no!
ognuno ha il diritto
D essere …appieno..e lasciare che si lasci sopraffare da entrambi sensazioni
ma il convivere con altri
obblighi a soffrire comunque
perché bisogna, scegliere
uno deve stare latente
quasi morire
vivere con altri
per altri
ci rende solo uno
con la sofferenza dell’altro
eppure io…sono naturale
senza condizionamento artificioso
forse
sono ancora nell’embrione della maturità?

ma se fosse così
Non esiterei
anzi
mi tufferei in entrambi
o solo in uno..
però oggi
è uno di quei giorni
di grande ..

ESITAZIONE.

By Monike – 06/02/2017

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Francesca Socciarelli

POESIA: L’abbandono che mi ha
schiaffeggiato
preso a calci in culo
smembrato il petto
s’è riversato sulle piante
quasi tutte secche
sul terrazzino
storicamente florido
Non è giusto
anzi
è profondamente
schifosamente ingiusto
questo risvolto
dell’abbandono
che s’è espanso a macchia d’olio
su ciò che è
l’emblema
della vita
L’abbandono è grigio
come questa città sporca
uno svuotamento di colori e fiori
Dove sono i miei fiori?
Mi sporco le mani di terra
sarò il vostro chirurgo personale
ripulirò le ferite
la secchezza
la morte
per ridarvi vigore
per farvi rinascere
per colmarvi
di quella cosa bella
come il sole in inverno
come le lentiggini sul naso
a cui non riesco a dare un nome
però è quella cosa lì
che fa bene come il mare
come il caffè alla mattina
e che ha spodestato l’abbandono
per rimpiazzarlo
col profumo del calicanto
e con gli abbracci notturni – 06/02/2017

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GIUSEPPE MAURO MASCHIELLA

POESIA: SPERANZA SENZA FINE
La mia visione
sulla vera
natura umana,
con pena infinita
si apre,
come una ferita.
Oh voi ! Non vi
accorgete che
cosi siamo nati
e cosi siamo
stati creati?
Non vedete
che da sempre
l’uomo è capace
di far scorrere
fiumi di sangue
di corpi straziati?
Non vedete
le continue
guerre di potere
di religione e
di depredazione
portare morte
e distruzione?
Se la vostra
coscienza tace,
illusione è la pace.

Misurate voi
le lacrime
degli innocenti
dal fusto dei cipressi,
segnate le chiome,
contate le foglie
e numerate i rami.
Chinatevi voi dove
la terra succhia
gli umori del pianto
nel cuore e negli occhi,
nella bocca sanguinante
dei bambini morti,
nella pena di chi vive.

Tristezza e sconforto
mi assale, nella mia
isola felice si
rifugia il pensiero,
in un mondo
lontano che mi
ispira davvero.
Ma poi sento
un fruscio del vento
di pace sugli alberi,
respiro il
dolce profumo
di fiori selvatici,
l’odore della terra
appena bagnata
che profuma di
erbe fresche, di
cespugli di rose,
di speranza
e di un sogno
tramandato
dal vento
per un mondo
libero, e non
mi rassegno.
E’ questo
l’odore che parla
al mio cuore,
che ancora mi
illude e che
mi fa sognare.

Mi piace un mondo
pieno di colori
con le risate
dei bambini.
Mi piace sentire
la terra che
profuma di pace,
odore per il canto
di innocenti voci,
il cannone che tace.
E resto schiavo di
un sogno mendace.

GIUSEPPE MAURO MASCHIELLA

.

– 06/02/2017

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Germana Garassino

POESIA:

FUNAMBOLI

Camminiamo sospesi nel vuoto,
i nostri piedi appena appoggiati
su un filo invisibile ai nostri occhi,
spenti di ogni bagliore.
Oscilliamo, cerchiamo disperatamente
di mantenere l’equilibrio,
sappiamo che un passo falso
ci farà cadere nel vuoto del perdersi.
Stringiamo i denti e lentamente,
con maggior consapevolezza,
mettiamo un piede dietro all’altro,
un passo per ogni giorno che nasce.
Noi, funamboli del dolore,
della rabbia, della sofferenza,
capaci di rimanere spesso
appoggiati su un solo piede,
con tenacia e fieri di sapere che,
nonostante la fatica di restare sempre
e comunque in equilibrio precario,
siamo degni di far parte del mondo,
al di là di ogni apparenza,
al di là di quello che noi siamo,
al di là di quello che ci vogliono far credere,
al di là di ogni falsità impostaci.
E ogni nostro passo posato con fermezza
sul filo invisibile della vita
è un traguardo importante per la nostra crescita interiore
e allora l’occhio diventa più attento,
i passi più sicuri perchè anche noi funamboli
possiamo vivere e non sopravvivere.
– 06/02/2017

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