vincenza FRANCHINA

POESIA:

Amori infranti(del femminicidio)

“Se stai in silenzio e non chiedi aiuto
nessuno ti può dire che hai sbagliato
che non è l’uomo per te”.

Sospesa, in alto, avvolta da una rada foschia

i miei occhi sono rivolti a te

sdraiata su un lettino

tante abili mani mi cercano per ridonarti la vita

adesso che il tuo corpo sfianchito si è arreso.

Io e te eravamo una cosa sola

io la tua anima tu il mio corpo.

il dolore ci ha lacerato la violenza ci ha scempiato

infine diviso.

Io dentro te, io che ti ho costretto ad amarlo

lui uomo affascinante dai modi gentili,

mi ha catturato con delle caramelle

a forma di cuore, parlandomi d’amore

e mentre mi deliziava.

A poco a poco l’orizzonte si strinse a me

fino a soffocarmi e a farmi male così dal

paradiso scesi all’inferno

là non c’era posto per la felicità

solo urla, di dolore

Le mie, imploravano pietà

lui si osannava di fronte alla parola pietà

calci e pugni, schiaffi e umiliazioni

hanno affievolito la mia voce

in me il silenzio e l’odio hanno iniziato a

germogliare lui aveva capito,

una sera mi ritrovai con la lama d’acciaio

che entrava ed usciva dal mio corpo

e il mio caldo e rosso sangue che lo assetava

si portava dietro la mia forza

la mia voglia di vivere

adesso giaci lì, mio povero corpo, sotto abili mani

io in alto mi sento in pace e al sicuro

non voglio tornare indietro non voglio riunirmi a te

perché per sentirmi viva io avrei bisogno di amore

e io non so più amare.

Coro:

“A volte aprire la mente prima del cuore
ci insegna a vivere
in un mondo senza princìpi né principi
ma soprattutto senza memoria”. – 18/03/2017

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LUCIA KADIGIA ABATE

POESIA: CHI SONO?

CHIUDO LA MASCHERA
INTORNO AL MIO VOLTO
CHE CELA, INCONTAMINATO E BEFFARDO
L’IO SCONOSCIUTO A ME STESSA
CHE SI MANIFESTA NEI SOGNI,
NEI PENSIERI PIU’ ASSURDI,
NELLE SENSAZIONI ANCESTRALI
A CUI NON SO DARE UN NOME.
MI CHIEDO CHI SONO VERAMENTE
E NON SO DARMI UNA RISPOSTA.
SUPERFICIALE CREATURA
O PROFONDA ENTITA’?
MA SI, SOLO UN ATOMO,
INSIGNIFICANTE E CADUCO
DELL’INFINITA MOLECOLA DELL’UNIVERSO
DOVE IMPERA
L’IMMANENTE DIVINO
O FORSE, SOLO, IL MATEMATICO CAOS.

– 18/03/2017

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flavia de vivo

POESIA: IO NON HO PAURA

NON HO PAURA
IL TEMPO CHE PASSA,
LA NOTTE SENZA STELLE,
LO SGUARDO CHE SI SPEGNE
IL CUORE CHE NON BATTE PIU’.

IO NON HO PAURA:
NON CREDO CHE NE AVRO’
QUANDO SARO’ IO
AD ANDAR VIA.

LE STRADE CHE PERCORRERO’
SARANNO NUOVE, INCERTE,
VEDRO’ ALBERI NUOVI
VEDRO’ UN SOLE NUOVO
E FORSE UN MONDO
DOVE C’E’ SEMPRE LUCE.
– 18/03/2017

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Anastasia De Masi

POESIA: Il bambino nasce,con insindacabile diritto.
Vita,amore,gioia,rispetto.
Giganti spezzano con disprezzo,a volte la nuova vita.
Edere rampicanti a volte spezzate,
a volte piu’ dure della pietra fermano lo scempio.
Mutando in mura solide
Costruiscono rifugio ai loro diritti,e alla vita stessa. – 18/03/2017

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iones venzi

POESIA: UN NUOVO AVVENTO

La prima notte
li ha ora lasciati,
insieme,
ad aspettare
la luce d’una nuova alba.
E quando questa si lever
su quei corpi
madidi di passione,
i loro cuori gi
batteranno all’unisono.
Inizierà allora una nuova era,
un nuovo avvento.
– 18/03/2017

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Rosalba Trivieri

POESIA: ASCOLTA

Hai mai provato ad ascoltare veramente?
No… non intendo il fruscio delle foglie mosse dal vento,
non intendo il frangersi delle onde sulla spiaggia,
non intendo il cinguettio degli uccelli nel bosco e neppure il gorgoglio di un ruscello di montagna.
Questi sono suoni che rilassano la mente, rilassano il corpo… come potresti non gioire nell’ascoltarli…
… Intendo il grido disperato di una madre a cui hanno strappato il figlio,
il pianto dei bambini senza cibo,
la disperazione di coloro vittime di grandi tragedie…
Neppure io… in questo non sono meglio di te…
ma ascolto le persone accanto a me, cerco di capirle, aiutarle, esserci… e tu?
Puoi dire altrettanto? – 18/03/2017

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Giorgio Datseris

POESIA: IL DUETTO
Lui ha bussato alla sua porta,forte,
nessuna risposta, solo silenzio;
Lei gli ha chiesto di scavare un pozzo,
nel suo giardino fiorito;
Lui si è disperso nei meandri dell’acqua,
sotto terra;
Lei gli ha chiesto di potare la cima del suo albero,
l’albero più bello;
Lui è volato via con gli uccelli colorati;
Lei lo chiamò con voce forte e rauca, ritorna!
Lui diventò un gatto nero, senza padrone;
Lei ora piange, lo chiama, lo cerca. gli lascia da mangiare,
ogni giorno, fuori dalla sua finestra;
Lui ha perso l’anima per una nuvola rossa, fuggente,
vista per poco tempo, un attimo,
all’orizzonte azzurro, sopra il mare blu;
Lei ora è chiusa nella sua giacca rossa,
i capelli pieni di neve bianchissima;
Lui vive nella sua grotta fuori dal tempo,
sogna, sogna ancora a occhi aperti,
cerca ancora la coppa d’oro dell’eternità.
– 18/03/2017

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Angelo Olivieri

POESIA: “ Canto d’amore di un angelo prigioniero”
Forte quest’ansia mi opprime
Vorrei uscire da questa gabbia
Vorrei librare la mia rabbia
Chiamare forte il tuo nome
Forse lo farò ma come?
Al caldo vento lo affiderò
o forse all’azzurro mare
di notte Lo consegnerò
complice la luna bianca
L’amore mio ora mi manca
Angelo prigioniero io son
D’una sorte che mi donaron
Gli inganni di un bugiardo cor
No non era vero amor
Or in te io l’ ho trovato
non mi sento disperato
Ò amor tu che nulla chiedi
A quest’uomo or ai tuoi piedi
Fa che questa grande gioia
allontani l’assurda noia
non ti chiedo penitenze
ma viver con me la tua esistenza.
Angelo Olivieri
– 18/03/2017

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Aurelio De Rose

POESIA:
Se tu sapessi come è triste il mare

Se tu sapessi come è triste il mare
che si trascina schegge di barche sulla sabbia
e nella nenia dei suoi flutti prega
i morti che sognavano una vita.
Se tu sapessi quale rabbia ha il cuore
dell’orizzonte che non ha colori
degli occhi spenti e nelle voci i pianti.
Se tu ascoltassi di quei dolori muti
la voglia di calori e d’altre mani
rivolgeresti a un dio che non ha pena
di risvegliare il giorno e dare tregua
alle ferite che non hanno luce
ma nella mente un sogno che si spegne.
Dimmi: Perché?
Non ha più fiori
da offrire la tua mano
all’altro che ti chiama e si abbandona
nella speranza di soffrire meno
e di trovar sorrisi in altri lidi.
Dimmi: Perché?
Il mare oggi
ulula di rabbia la tempesta
e non ci offre più ragion di vita.
Forse, perché tu sai
che non gli hai dato scampo
al divenire letto della morte!
– 18/03/2017

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