Raffaele Milone

POESIA: STRINGENDOTI A ME

Io seduto sul dvanzale
della finestra della
nostra camera da letto,
mentre sei inpiedi
di fronte a me.
Ti metto le mie braccia
sulle spalle e mentre
gesticoloun pò
con le mani e
accarezzandoti il
capo ti afferro,
per le spalle
e girandoti ti
stringo forte al
mio petto mentre
parlando,
parlando,
appoggio il mio
capo sulle tue
spalle scoperte.
Finito di chiacchierare
ti lascio libera ma
girandoti ma con
la mie dita sempre
nella tua mano.
Ti tiro verso di
me baciandoti e
lasciandoti libera

Le mie poesie d’amore di Raffaele Milone – 18/03/2017

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Tancredi Di Cecilia

POESIA: SEDUZIONE DI UNA NOTTE D’ AUTUNNO

Notte che tutto nascondi
e ricopri il giardino di oscuro,
notte che allenti la presa
e rimandi le azioni e i pensieri!
Notte, trafitta soltanto
da un misero spicchio di luna
che sgomita in nuvole scure
neppure di poco sbiadite.!
Non una stella o un brillio.
La nebbia rossastra che passa
sui tumidi , tenui lampioni
neutralizza ogni fascio di luce.
La balaustra si bagna
di gocce che non brilleranno
e anche gli occhi e i capelli,
appena riflettono a stento
gli opachi umor di stagione.
Notte che ascolti in silenzio
i segreti portati dal vento
e custodisci nell’ ombre
gli amori sperati o delusi,
gli amori passati o mancati!
Notte che metti paura,
notte che non passi mai,
notte che mi entri nel petto
che accresci o rallenti il respiro,
m’invischi di buio e foschia,
notte che tutto pervadi,
mi sedi, mi domi, mi plachi
e dolcemente riacquieti
le membra e i pensieri confusi!
Notte che accogli nel grembo
le grida di gente sconfitta,
da umane, mediocri miserie,
assegna anche un posto al mio canto.!
Notte perché questa notte
non resti, a bloccare il nemico,
perché non combatti davvero?
Notte vigliacca ed imbelle,
perché non la sfidi l’aurora?
Dice che non passi mai,
ma poi all’alba ti vince il chiarore
del bellissimo figlio di Giove.
Quanto, sei brutta, e cattiva,
ti associ a ben tristi fonemi
e rimi con botte, e mignotte
con grotte, con rotte e bigotte
ma io che son uso alle le lotte
ti amo e non me ne “fotte”.
Ti cerco t’inseguo ti prendo,
notte ti voglio stanotte!
Cullato dal canto lontano
di nuove e suadenti sirene ,
miro con gli occhi e non vedo,
presto l’ orecchio e non sento,
m’inebrio di tempo, e mistero .
Dunque svanisca il rimpianto
o il rimorso per cose sbagliate.
S’ areni la nave in deriva
stivata d’incerto futuro.
Tutto stia fermo in stantby
fino a quando un auriga diverso
non porti sul carro del sole
gli auspici d’un giorno migliore.
– 18/03/2017

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graziella piccaluga

POESIA: A Mio Fratello Bruno

di un pesante fardello
s’è fatto carico il cuore
di mio padre : il più grande
che bocca possa dire
o, cuore, possa sopportare:

veder partire un figlio e,
non vederlo più tornare.
sperare nel suo ritorno
ed intuirne (mai avendone certezza)
la sua fine.

Morire, senza averlo rivisto
dopo aver rigirato,
tra le mani, una foto che.
lo ritrae con i commilitoni,
al fronte,, in luoghi lontani e sconosciuti.

Dopo aver pensato mille ed
ancora più volte DISPERSO…..
questa parola si perde nell’universo
delle ipotesi che,il cuore di mio padre
e di mia madre hanno consumato

Giunge un eco lontana : RITROVATO.
Fossa Comune N…..Reparto Mordovia-Siberia
Deceduto nel gennaio del ’43
Dalle Autorità nel giugno del 1997
mi è stato comunicato

Inutile ricercare le colpe dell’accaduto
in un colore oppure in un Partito Politico,
tempo sprecato che porterebbe al niente.
Tutto è concatenato :2° Guerra Mondiale.
Mai di uno solo è la colpa o il peccaTO.

Il far pagare ai colpevoli
questo irrimediabile torto
non riporterebbe in vita Bruno
Nulla lo potrà riportare
al suo casolare.

Ora, anche mio padre è morto
A lui ed a mia madre
(nel 1993, ella pure se n’è andata)
la consolazione che questa grave notizia
sia stata risparmiata.

Mio fratello giace
in una fossa comune.
Solo una targhetta
l’avrà identificato: ossa su ossa
corpo su corpo ammonticchiato.

Solo le mie lacrime e preghiere
per coprire uno straziante dolore

durato, per mia madre e mio padre,
le loro vite : intere che, ora,
con Bruno, si sono ritrovate.

Per Bruno, non più il gelo
dei ghiacci siberiani
I suoi piedi – ora – simili ad ali
volano su tappeti di fiori e
vanno a sollevare, petali di rose.

Ogni rosa è un nome,
è un ‘anima che può fluttuare
resa immune finalmente, da sofferenze,
da cattiverie, da freddo, da stenti,
da lontananza di genitori e parenti.

Cadute al fine, le spine, restano petali leggeri,
che morbide nubi vanno a formare:
giaciglio eterno, per anime innocenti, su cui
poter finalmente giacere e riposare
avvolti dalle preghiere di chi li ha saputi amare..

– 18/03/2017

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Manuela Della Cagna

POESIA: E perdersi nuovamente nei tuoi occhi e accarezzare l’infinita sublimita’ dell’essere…
Amore che fai vibrare i meandri piu’ reconditi dell’anima,
Abbraccia questo mio cuore spezzato dai travagli del mondo e da’ ad esso un’oasi di pace.
Nella brezza serale ho scorto un messaggio o forse un presagio: una luce in fondo al buio dove non ci sono piu’ spettri…Solo tu! – 18/03/2017

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maria rizza

POESIA: Se un giorno potessi starti accanto mi innebrerei di gioia sarei così felice da non crederci…Se un giorno potessi addormentarmi al tuo fianco dormire come un bambino svegliandomi col sorriso ….Se un giorno vedrò ancora il tuo viso dirò anch’io ….È questo il Paradiso……… – 18/03/2017

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Walter Boldrin

POESIA: ADE & PERSEFONE

Sembrano palpitare di nuova vita
i campi fumiganti per la nebbia
e gli alberi scheletriti ancora
dal sonno dell’inverno
perché tu, Splendida Dea,
tutto cospargi di frementi vibrazioni
e il mio sentire ridesti a emozioni antiche
che pensavo perdute per sempre
nelle cripte ammuffite della memoria.
Rimani qui, vicino a me,
finché ogni cosa intorno
riprenderà i colori della gioia
e un tiepido sole tornerà a illuminare
anche gli angoli più oscuri
di questa mia sotterranea esistenza…
Poi sarai libera
(se vorrai)
di seguire i richiami sacri
che governano i cicli del tuo fertile tempo
ed io, finalmente in equilibrio con la sorte,
potrò fermarmi a brillare
come astro luminoso e presente
nei tuoi futuri ricordi.
– 18/03/2017

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Miranda Merighi

POESIA: SMETTERE DI SCRIVERE

Vorrei vivere una volta sola
smettere di sognare
parlare con me
vorrei che fosse tutto vero
e poi varcare il suo sentiero.
Vorrei tornare un giorno… poi
al mio ritorno
vorrei avere ancora un noi.
Voglio smetterla di scrivere.
Vorrei vivere una volta sola
e una volta ancora.
Voglio vivere una volta sola
non più chiudermi in una parola.
Un volta…
smettere di scrivere.
Solo una volta.
Una volta vivere
– 18/03/2017

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Giuseppina Pellegrino

POESIA: Insieme

Con te
avrei attraversato
il deserto,
ad occhi chiusi,
semplici calzari
ai piedi,
lasciandomi guidare
dal vento.
Con la pelle,
con il cuore,
avrei sentito i colori
del sole
durante le ore dei giorni,
e il candore della luna
e il luccichio delle stelle
nel buio delle notti.
Ora
gli occhi restano aperti;
l’anima ,
persa in un miraggio, sussulta
e sposa
lo spirito incrollabile
e rievoca le dolci melodie
del firmamento.
– 18/03/2017

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lampugnani amedea

POESIA: Sta soffiando ….

Sta soffiando il vento,
soffia ancora e sempre
il vento della speranza,
soffia sugli ideali calpestati,
sulla buona fede degli ingenui,
sulle speranze degli illusi,
sulla Fede degli ultimi,
soffia ancora sui figli di nessuno.

Sta soffiando il vento,
soffia ancora e sempre
il vento delle idee,
soffia sui politici corrotti,
sull’indifferenza della gente,
sull’asservimento interessato,
sul clientelismo ormai vincente,
soffia ancora sulla mediocrità dilagante.

Sta soffiando il vento,
soffia ancora e sempre
il vento della Fede,
soffia sulla brava gente,
sulle anime pure,
sull’indignazione dei giusti,
sul disgusto dei Santi,
soffia ancora su tutti i cuori infranti.

Sta soffiando il vento,
e soffierà per sempre
il vento della speranza,
il vento delle idee,
il vento della Fede,
soffia sulle immutabili ingiustizie
e passa indifferente alle umane pene,
sfiorando appena il cuore di tutti gli uomini,
vittime e carnefici,
che continuano a provare invano … a fermarlo.

Amedea Lampugnani

– 18/03/2017

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Adriano Perrone

POESIA: IL RUMORE, UN ATTIMO

Ho sentito un rumore
è andato via.
E’ stato uno sparo
forse…
malinconia.
Mi ha lasciato nel cuore
un vuoto
colorato di grigio
uno spazio
colorato di nero.
Ho avuto paura…
ma è stato un attimo.
Ho sentito un rumore
alle mie spalle
ma se n’è andato.
Ho avuto paura
di sentire un’eco intorno a me
e riscoprirmi solo.
Ho sentito un rumore
ma se n’è andato.
Qualunque cosa fosse
è andato via
prima ancora di farmi…
compagnia.
Prima ancora che io gridassi
“Ti prego… rumore…
non andare
non andare
non andare via” – 18/03/2017

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