Giovanna Degni

POESIA: Scintillante è l ombra del mio respiro…
Volgo lo sguardo e disegno coriandoli
Soffio sul sole
Per farti capire
La scintilla che porta al tuo cuore
Silenzio colori
Apro e chiudo la porta senza chiave
Apri corri
È vita
Ti abbraccio
– 15/03/2017

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Sara Dompé

POESIA: Silente è l’animo,
Riecheggia nel cuore il suono della Tua voce… inconfondibile.
Livida la caduta non permette il rialzo.
Immobili,
Ad inghiottire i tuoi ricordi condivisi,
Ad assaporare l’azzurro del tuo sguardo.
Alexsya,
non una donna
La Donna,
Alexsya,
non una mamma
La Mamma,
Alexsya,
non un’amica
la Amica.
Non ci sono attimi, non ci sono parole
per descrivere questa bufera.
La ripresa è difficile,
manca un pezzo… è quel pezzo mancante sei proprio tu Alexsya.
“Non così”, “non adesso”,
ma ogni “così” e ogni “adesso” sarebbero comunque ingestibili.
Passa tutto Alexsya, ma tu non passerai MAI.
Nicole e Vincent,
Siete il suo proseguimento… e niente di più bello di voi c’è ora.
Grazie Alexsya per tutto l’amore che ci hai insegnato.

Sara – 15/03/2017

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Alessandra Spagnuoli

POESIA: SENSAZIONI…

E te le senti dentro, appena sotto la pelle,
che scorrono lente giù, scivolano,
come gocce d’acqua, le sensazioni…
e tu ne sei intrisa, grondante…
e non puoi più negarle,
non puoi più nasconderle…
inzuppata di quella verit
che ormai trasuda da ogni poro… – 15/03/2017

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Mario Sivieri

POESIA: Occhi
Occhi profondi … profondi come il mar.. occhi lucidi di gioia come il sole del mattino .. occhi stanchi come la notte di mezza luna.. occhi belli come il tuo cuor.. – 15/03/2017

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Alex Schillizzi

POESIA: LE ARTI DI DIO

Al concilio esprimevan vanto le Arti,
le sette sorelle maggiori, astanti
di fronte al trono di Dio, che silente
e austero li udiva, con tre spirti e una sol mente.

“Non fui la sola, ma io fui la prima
a rappresentar sua Altezza Divina”;
e cotanto si librò la Pittura,
con grazia, e sperò in Dio la sua candidatura.
Dio le rispose: “Come Zeusi ingannò gli uccelli,
tu ingannasti le tue sorelle con gli acquerelli,
ma Noi che ti creammo non puoi ingannar,
e le ostili sfumature dovrai abbandonar”

Avanzò con passo felino la Danza,
con candida veste e infinita eleganza.
“Vostra Maestà approdo al gran trono,
e con riverenza, chiedo il vostro perdono.
Son l’Arte più ribelle, ma vi porgo un giuramento,
che sol gli uccelli istruirò a danzar, nel firmamento”
E prona attese di Dio l’indulgenza,
che offrì lei il perdono, rinviando l’udienza.

Languiva immobile la madre di Vitruvio,
che con ansia attendeva il certo ripudio.
Ma lenì il divin Padre le sue preoccupazioni
accogliendola nelle sue man di pace.
“Tu sola, secondo le divin proporzioni
e le giuste misure, così come a Noi piace,
ci hai recato rispetto con quell’Architetto,
ch’è con noi quassù in cielo, Brunelleschi il tuo protetto”

E congedata l’Architettura, chiamò l’Eloquenza,
la più remota tra le Arti, e la più savia.
“Nel principio Dio era il Verbo, e il Verbo era con Eccellenza,
e il Verbo era con Voi, vostra Grazia immensa”
E la Parola alla Retorica rispose con fuoco:
“Non soggiaccio al tuo encomio, al tuo giogo,
sei l’Arte mendace, più biforca delle altre,
ed esule diverrai come un corpo esangue”

E col cuor come il marmo la Statuaria si prostrò
al trono di Dio, che compunto lo sollevò.
“Un palpito smarrì mio Figlio crocifisso,
e fu un tuo figlio a trafigger mio figlio il Cristo.
O umile Scultura, non biasimo le tue opere,
né il tuo amato Michelangelo dalle quali mani
l’unto re Davide vidi risorgere.
Mi compiacqui di lui, ma non dei Romani”

Il canoro canto degli uccelli quietò la sua ira,
e a sé chiamò la Musica, legittima figliola.
“Tu domi il silenzio, a te ogni cosa si ispira.
E quando imposi la luce, tu eri lì allora”
Una gatta nel mentre suonava un pianoforte,
e le Muse eccellevan nel canto con Orfeo.
La nobil Arte incantò la corte
di Dio, e i suoi figli l’angelico corteo.

La Musica consegnò a Dio le tre chiavi,
che infine invocò l’Arte sua prediletta.
La Poesia all’Immenso con parole soavi
disse: “Vegno a mirar la Vostra beltà eccelsa.
Vi laudano meco ogniuna etate,
e l’aere oh Etterno de la tua cittade
superna m’ispira, ch’eo narrar possa
de la tua paterna imagine o de l’oper vostra”

Terminò il concilio il Creatore,
e favorì la Poesia tra le sette sorelle.
E grata quella con soavi parole
compose un carme, ch’era prima un Poeta,
e ancor prima un germe.

– 15/03/2017

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Nicolò Bruno

POESIA: …ARIA E FUOCO…

Lei:…A volte sai…
ci sono certi momenti
che vorrei, anche seppur platonicamente
le tue mani, che spengano il fuoco
che arde tra le onde della mia pelle…

Lui: Si lo sò…
ti cerco e non ti trovo
ma sento già il tuo calore
che mi prende specie
in certe situazioni…

Lei: Ti vorrei ogni istante
ogni momento
per lenire quest’attimo di tormento
come vento d’estate sotto il sole
che mi asciughi con le labbra ogni sudore…

Lui: Si…anch’io…
mi sento come il vento
vorrei spegnere ogni istante ogni momento
e lenire la passione
che ti brucia sotto vento…

Lei: Anche seppur platonicamente
abbiamo la stessa passione
sotto forme diverse
ma uniti, come aria e fuoco con la mente
ci scambiamo tutti i brividi sulla pelle…

Lui e lei: Come aria e fuoco
tra la pelle ci prende
ci accarezza, ci morde, ci si arrende
danto sfogo a quest’attimo seducente…

(NICOLÒ BRUNO) – 15/03/2017

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maria francesca pisanu

POESIA: Cara mamma,gli anni passano ma io continuo ad aspettare il tuo ritorno,tutto mi ricorda te,se ascolto bene il lontananza sento pure la tua voce..te che ti prendevi cura di me..te che mi davi il bacio della buonanotte..te che non mi lascia vi mia sola..spero che un giorno tu decida di provare le tue ali e tornare qua da me ♡ – 15/03/2017

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Ambra Gloria Beltrami

POESIA: Aspettero al di la..
Mi raggiungerai
All’oscuro rivedo il momento
Quando si consumera il debole sentiero percorso
Squarci, di un mondo che e sorridente
E crudo.
Rapaci curiosi si buttano
Carni aperte deridono.
Puerili difese..
Illudono, illusi
Attratti dal dolce. Supponenti
Incoscienti.
Buttato al silenzio a strillare
Muto
Alla vista dei tuoi segni disarmati
Disarmanti. Tuo misero involucro armato di
Spada tremante
Corri, arranca, impazza come puoi.
Si consumera il debole sentiero
E poi
Al di la..
Argentee risate e
Gettate le spade..
Morbido caldo conforto
Protezione nella luce della tua dimora
E luminosa fusione
All’oscuro rivedo il momento
Ti aspettero al di la..
Ruvida e feroce e la realta. – 15/03/2017

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Luigi Golinelli

POESIA: UMILTA’ 28 05 16

Sarò protagonista
Indiscusso di palcoscenici vuoti
Teatri a luci spente
Nel clamore del silenzio
Cercherò il mio pensiero.

L’arroganza accende
Riflettori che abbagliano
Urla senza pensiero
Cupe verit
Patinate di menzogne.

I profumi dei miei fiori
Non hanno narici
I colori del mio giardino
Non hanno occhi
Muta è la brezza.

Ho seminato
parole,
per chiedere
all’uomo
se esisto.
– 15/03/2017

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anita napolitano

POESIA: Sono Angeli
C’ è scritto lassù in un cunicolo del cielo
“I figli che presto lasciano i propri genitori
fanno dei gravi torti ai padri”
Anche Priamo ne fa parola
ad Achille -dice: Ritieniti fortunato
è legge comune, ma non consolatoria,
vedere morire il proprio padre
Innaturale è chi, come me resta e nella stagione
ultima  vede  morire il proprio figlio.
Non c’ è fortuna in tutto questo
non disturbare il sonno dei morti,
non farti divorare dal tarlo dei rimorsi,
in quel cielo disadorno di nubi
hanno compiti assai più alti da eseguire
Non compiangerli, il lamento ferisce
vivi di speranza, ci sar
un giorno in cui li rincontrerai,
lì nei campi Elisi dove
il grano dorato regna imperituro
e le rondini di mezza primavera
fitte, fitte  disegnano cerchi concentrici.
Non tormentarli con il pianto
è la pace che cercano,
quello che per noi fu squarcio
fu approdo per loro
quello che per noi fu crudelt
fu volo per loro.
Non disturbarli, le lacrime terrene offendono,
ci ascoltano e sentono pulsare il petto.
Se chiudi gli occhi ti sfiorano le mani e sentirai
il legame dell’ abbraccio.
Novello Ulisse, coraggioso e prode
non c’ era sul tuo volto il segno di troppe stagioni
impavido hai deciso di continuare il tuo viaggio
a vele spiegate nel mare quieto
e splendente dell’ amore.
Nessuna  morte ti strappò alla vita,
nessuna vela fu strappata all’ albero maestro,
nessuno completamente muore
finchè vive nel cuore di chi resta.
Ehi dico a te sssssssssssssssssss!!! Lascialo andare,
lasciali andare, sono angeli e le loro anime adamantine
vagano nella diagonale azzurra del cielo
tra  bianchi anemoni per salvarci. – 15/03/2017

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