Sandro Lamesi

POESIA: CHISSÀ
Chissà se resterà qualcosa di me alla fine
Quando il tempo avrà ormai imbiancato il crine
Le pelli flaccide penderanno dall’ossa tremanti
Che portate a spasso da ginocchia traballanti
Faranno sì che il tempo non passi mai
Quando immobile osserverò il veloce via vai
De’ giovani pe’i quali è arduo rallentare
Che sempr’avanti al tempo voglion stare.

Chissà se riceverò una mano d’aiuto
Quando sarà ‘ndato via anche quel fiuto
C’ora mi fa vedere nel profumo la donna
Permettendomi di percepire se oltre la gonna
C’è una persona a cui potersi affidare
Senza strane sorprese da incontrare
O s’è meglio starne alla larga nel timore
Trasform’in ben altro quel che lei chiam’amore.

Chissà se qualcuno la mi’ assenza noterÃ
Quando l’orientamento precario altrove mi porterÃ
Nelle domeniche in cui’ nipoti miei aspetteranno
Che ritorni quel vecchio bacucco d’uno zanno
E le nipotine invece saranno preoccupate
Nella loro crescente ansia,accomunate:
“Perdonatemi se in cuor vostro potete
Ve ne renderà conto colui in cui credete”.

Chissà se verrà a trovarmi qualcuno
Quando non potrò più nuocere a nessuno
Allorché assieme al corpo mio senza più vita
Con la faccia scarna e non più colorita
Resterò a guardare i fiori lasciati da’ pochi
Che messi da parte i faceti giochi
Passeranno davanti alla lapide bianca
Che di calore suo del tutto manca.
– 19/04/2017

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Fotios Katsaros

POESIA: POPOLI DEL DESERTO

L` immensa inesistenza
nel deserto
crea religioni, visioni, Dio.
Il suo silenzio fa
che le sabbiose coline parlino.
Una pietra
se ce`
e` parola caduta
di Dio
Una roccia
e fata di molte parole insieme
che diventano leggi
per quegli che vivono nel deserto.
Tutti quegli del deserto
hanno paura della morte
forse perche il deserto
non promette nascite.
– 19/04/2017

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ANNA RESTANO

POESIA: Antico sapore di vita.

L’aria mattutina gioca
sulla mia pelle nuda,
con il venticello fresco,
tranquilla è la mente,
sereno il risveglio, nel
sapore pulito di sempre.

Aleggia leggero l’aroma
del caffè appena sgorgato,
il cinguettio festoso rompe
il silenzio della stanza,con
il suo primo canoro.

Quest’incanto risveglia i
miei gesti quotidiani che,
con dolenza, scacciano
i vecchi sapori di vita, al
nascere del nuovo giorno.

Il correre solerte di passi,
il ticchettio incessante di
minuti scanditi senza sosta,
e lo specchio implacabile,
riflette l’immagine di una
sconosciuta, ogni mattina
diversa, come in un ballo
in maschera.

La sera, quando tutto tace
e la rappresentazione è
finita, la maschera dorme,
il viso acquista le naturali
sembianze e l’Io assopito
sussulta tornando alla vita.

Anna Restano
– 19/04/2017

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Alessandra Caprio

POESIA: VIA
Ti sento dentro me
Come la punta di un coltello affilato che mi arriva dritto in pancia
Guardo una lacrima che mi scorre sul dorso della mano – l’ho raccolta –
E penso a come mi scorri dentro tu

Strappo pelle dal mio labbro
Sangue rosso sgorga lento
È così intenso
Penso che dentro ci sei tu
Dentro al mio sangue
Dentro agli organi trafitti da quel coltello
Sei tu il coltello sei tu

Fisso i miei occhi stanchi
Attraverso lo specchio del mio bagno
Dentro la pupilla il tuo riflesso
Dentro al mio sguardo ci sei tu
Intrappolato come nella tela di un ragno
Via dai miei occhi non scappi più

Respiro forte
E insieme all’aria nei miei polmoni
ci sei anche tu
In questo respiro lento ad occhi chiusi ci sei tu
Ti sento dentro me
Come un organo
Come il sangue
Come il mio dolore
Ti sento dentro me
Rimbombi dentro il mio corpo come un battito di cuore
Ti sento nel mio collo,
nelle orecchie, nei polsi,
nelle caviglie
Sei dappertutto

E non vai più via – 19/04/2017

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RODOLFO VETTORELLO

POESIA: A CAMILLO SBARBARO

E io vado avanti,
ma solo
rispetto alle cose
che dico e che scrivo;
non so verso dove,
ma altrove.
Di là dal filare ordinato
dei verdi cipressi a bordare
la strada sterrata tra i campi.
Ed io vado avanti
a sfidare
la linea precisa del blu:
il vasto orizzonte sul mare.
Le cose da fare
molteplici e tante.
Ed io vado avanti.
Se penso, capisco
e davvero insensata
mi pare,
la voglia di andare,
inutile e vano
il bisogno di fare,
se quello che cerco è racchiuso
nel breve perimetro chiuso
di questa mia stanza che guarda
su strade affollate,
di gente che corre e non sa camminare.
Io devo al più presto trovare
un luogo per stare
appartato,
col mio libro in mano.
Ch’io possa incontrarmi
con quelle che amo,
le pagine care
che parlano al cuore.
Se Sbarbaro scrive
di scialbe passioni, emozioni frenate,
delusi pensieri, Camillo,
i tormenti di ieri
somigliano ai miei, quasi uguali.
A modi da tempo esplorati,
a righe che paiono gocce
stillate da un mite malessere lieve,
dal peso di vivere a lato.
Sentire ma senza patire,
uno stato
di veglia cosciente,
un’assenza presente,
un molle adagiarsi sull’onda
sfinita del niente. – 19/04/2017

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antonio de santis

POESIA: Siamo ancora nel deserto

Contiamo i battiti del cuore
ma siamo ancora nel deserto…
Quando
cantiamo e danziamo tra i papaveri rossi.
Quando
corriamo e calpestiamo le pratoline.
Quando
sorridiamo alle giostre dei piccini
e quando
mano nella mano scriviamo
versi delebili sulla sabbia.
Fintantoché il petto non batterÃ
al contrario
siamo ancora nel deserto.
– 19/04/2017

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Fabio Mattiuzzo

POESIA: 11/03/2017 Lingueglietta

Appena (solo su ogni cosa importante)

Profumerai
…appena,
come quei fiori appena colti
stasera;
non stamattina
quando
scendendo, dalla velocità distratto
li ho visti
in pieno sole;
E neanche
Più tardi
Quando
Salivo
Dell’aguzzità delle pietre stanco
Ma tu (al bordo della strada)
Lenivi
Con il colore più dolce di
Tenerezza;

Ma stasera, mi hai aspettato
Sotto una luna
Che vestiva il mare di rosa-perla e ulivi,
che prima di voltarmi, mentre salgo sulle pietre aguzze (e nessuno mi sta aspettando),
non vedevo.

In un angolo, mi hai aspettato,
nell’ombra
tra un muretto e dei cespugli.
Mi hai aspettato
In silenzio
Senza troppi fiori sul tuo ramo
(non come fanno le mimose),
ma uno qua
uno lÃ
solo su ogni cosa importante.

Non sapevo
Ancora il tuo profumo
Quando ti ho colto.
Lo so ora
Che sei in casa
Che mi aspetti.
– 19/04/2017

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giuseppe gianpaolo casarini

POESIA: Profumo di rugiada

La memoria al primo incontro
corre del mio cuor amante
amata e quale il profumo
or chiedo l’essenza del tuo
esser che allora mi donasti
non fiori esotici o arbusti
non erbe aromatiche frutti
di giardin fatati tu solo
rugiada fresca lieve rugiada
che quelli al mattin irrora
profum senza profumo che
oggi ancor di freschezza dolce
mi rallegra o amata il cuore.
– 19/04/2017

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Carmen Vasta

POESIA: L’ATTENDIBILITA’ DEL COLPEVOLE

Per le condanne ricevute,
mi esibisco caparbia per accelerare le mie oscure tendenze;
non credo al colpevole che si decora di sfumate attinenze,
costretta a declamare al mio schiavo sentore
rimostranze non godute
per quel freddo bruciore
da cui una certa affinità è partita:
distrutta senza sentirmi sfinita;
ma con le gambe ancora intatte dal massacro
non sento il distacco corporeo tra il benessere e il sacro.
Incenerisco senza scottare, per cantare l’aria,
l’essenza del mio freddo riposo in una tesa piegatura del palmo
di una bugiarda concessione per disegnare
un discorso calmo.
In questa conversazione biasimante ,
che scempio appaia,
con un contorno accattivante:
mescolo il costruttivo al rivoltante,
verso l’espressione
nel fisico del fuggitivo viandante
insaporisco con credibilità e punizione
consonanti fritte tra utilità e umiliazione.
A fine cottura,
assaggio la consistenza prematura
e conosco il verso,
conosco la versione testuale
e dalle ultime vocali andate di traverso,
resta insipido il sapore tra l’infuocato dittongo e
il violaceo labiale. – 19/04/2017

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