Andrea Brangi

POESIA: Il cielo è guarito

Quando la dolcezza ti guarisce
con un soffio di brezza
nascosto dietro la notte.

Tutto quel rumore svanisce
quando cambia orizzonte
la tua immaginazione.

Siamo quel sorriso
che si perde nell’infinito,
siamo quello che c’è stato e mai finito.

Una carezza dipinge il presente,
siamo quello che ci ha unito e mai diviso
persi in mezzo alla gente.

Regalami un tramonto se ce la fai,
non servono parole
per scoprire il filo che ci lega adesso.

Il temporale è andato ormai,
il cielo è guarito,
forse tutto è passato.
– 18/04/2017

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Riccardo Garau

POESIA:
-La nostra Italia-

La bambina ancora succhiava il seno.
La madre era morta da ore.
gridava e succhiava, come se con i suoi baci
potesse ridare vita alla vita.
A nulla serviva il cullare del mare.
il nuovo giorno arrivò, poi un’altro e un’altro
tra le braccia di una mamma nuova.
“Nave …c’è una nave la, proprio la… siamo salvi”
gridò Faruk.
La bambina gridò forte tra le braccia del marinaio.
Del latte, ci vuole del latte gridò l’uomo.
Adesso succiava con forza e alla fine si addormentò.
Il capitano la guardo mentre dormiva e le sussurrò,
benvenuta Italia.
– 18/04/2017

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Carla Lauro

POESIA: Il vento
Una foglia si stacca da un ramo
Mentre il vento la porta lontano
Si sente un eco, un richiamo
È un suono, sembra un verso strano
Che brividi ti fa’ sentire il vento
Ti porta un senso di tormento
Specialmente se soffia nella notte
O all’improvviso sbatton le porte
Quel fischio del vento che soffia
Ti fa’ venire una certa angoscia
Ma a volte calmo come la camomilla
Viene e ti accarezza i capelli
E se una lacrima ti scende sul viso
Il vento se la porta dicendo “fammi un sorriso!”. – 18/04/2017

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ROBERTO FRANCALANCI

POESIA: DOLCEZZA
La tua voce un suono unico,
senza risultare lo scampanìo fragoroso,
né il sussurro mesto;
il tuo sorriso trasmette gioia,
senza essere beffardo;
i tuoi capelli sempre curati,
rivelano attenzione ai dettagli;
il tuo passo ritmato si insinua tra la folla
e questa al tuo arrivo,
non si oppone minimamente.
Avrei voglia di ascoltarti,
anche se non hai nulla da dire,
mi basterebbero le espressioni del tuo viso
e sarebbero sufficienti.
Nessuno può odiare un essere come te,
ma non te ne approfitti.
Riesci ad essere calma e decisa,
quando gli eventi lo richiedono.
Non ti ho mai vista arrabbiata,
mi hanno raccontato che puoi diventarlo
e non volevo crederci.
Desidero immaginarti come quelle persone
in grado di gestire sempre al meglio ogni situazione.
Lasciami fissare quel breve incontro,
solo per contenere nella memoria le tue movenze.
Ti rammento con le palpebre socchiuse,
sembravi ascoltare una musica antica,
il solo guardarti mi rasserenava.
Osservavo il tuo viso,
mentre te ne stavi distesa su un tavolo
con il mento lievemente appoggiato
sulle dita delle mani intrecciate.
Eravamo molto vicini e avrei potuto baciarti,
e invece pensavo al tuo corpo sinuoso,
ma in quel momento non mi turbava.
Con la testa reclinata su un lato,
parevi immersa in pensieri lontani.
Non era mia intenzione immaginarli,
non volevo recare fastidio
alla gentil creatura autentica,
e nemmeno ai suoi castelli in aria.
Conservo l’ardore di disegnarti in un angolo della mente,
replicare le tue forme, i tuoi colori,
registrare la tua voce e il tuo profumo.
Vorrei poterne godere,
solo premendo il tasto del buio,
o chiudendo gli occhi.
Il gelato è uno dei miei alimenti preferiti,
e al gioco “se fossi”, direi che,
se tu fossi un cibo,
vorrei immaginarti certamente un gelato al cioccolato. – 18/04/2017

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Anna Odore

POESIA: Quando piangi, una parola inespressa si stacca dall’anima…cerca la strada del cuore per parlargli, come un ricordo, un odore, un colore…
Ma il dolore in agguato le sbarra il cammino, padrone spietato del vuoto lasciato….
Null’altro può fare che sciogliersi in sale….
Trovare l’uscita dagli occhi che, duri, rispecchiano il mondo…e lasciarsi morire su aride labbra….
Come un bacio soffiato da un sorriso felice…e poi cancellato…da un palmo distratto…
– 18/04/2017

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Graziella Antonioli

POESIA: MORFEO

Vivo senza lo scorrere del tempo.
Le mie giornate susseguono senza consapevolezza. Tutte uguali, senza novità.
Sono rientrata nella mia bolla protettiva, priva di socializzazione, di emozioni luminose.
È ancora rassicurante, esattamente come
l’avevo lasciata vent’anni fa.
Non esiste la noia, i pensieri mi accompagnano. Gironzoliamo nella luce fino a quando fa buio.
Insieme ci corichiamo in attesa di Morfeo.
“Hai sonno?” mi chiedono.
“No. Fate troppo rumore e ostacolate l’arrivo di Morfeo.”
“Oh! Scusaci. Noi non abbiamo ancora bisogno di riposo, tu se vuoi puoi riposarti però.”
“Lo farei volentieri . La vostra compagnia è di sicuro invadente, ma con voi non mi sento sola e mi aiutate a capire.”
“Noi siamo stati creati da te per un bisogno, per cercare quello che ora trovi incomprensibile.”
“Avete ragione, ogni tanto dovreste fermarvi però. Almeno la notte. Non siate egoisti, fate passare Morfeo.”
“Percepiamo la tua stanchezza, sei tu che ci alimenti e finché la nostra pancia è piena, le nostre energie sono inesauribili.”
“Vabbè, prima di domattina avrete esaurito le forze e arriverà Morfeo, mi prenderà tra le sue braccia e mi cullerà fino ad addormentarmi.”
“Bene, allora giochiamo, pian pianino ci dissipiamo e diamo adito a Morfeo.”
Una compagnia confusionale.
A volte pesante da governare, a volte leggera da ridere.
Vorrei, non ora.
Vorrei senza volere.
Poi, lui!
Chi è?
Perché è qui?
Qual’è il senso della sua presenza?
Cosa non siamo insieme?
Due entità tormentate dal passato che si accompagnano per qualche ora, nei giorni che scorrono senza tempo.
Ognuno coi suoi pensieri affamati, insaziabili.
Lo voglio.
Non lo voglio.
Mi vuole.
Non mi vuole.
Attrazione.
Repulsione.
Cosa ci lega realmente?
Che confusione: cerebrale, emotiva, sensoriale.
Voglio dirgli tutto poi, non voglio dirgli nulla.
Tutto in sospeso.
Paura.
Si, paura delle risposte.
Cosa voglio: conoscerlo per imparare ad amarlo, o non conoscerlo per paura di amare?
Caro passato hai fatto un bel casino!
Lemme lemme arriva il silenzio.
Le energie si sono esaurite.
Quel cullare mi porta giù, dove nulla di reale è udibile, visibile.
“Morfeo, mio caro dio, portami in un sonno privo di sogni.
Domani tornano i miei compagni e ho bisogno di energie per comandarli.”

– 18/04/2017

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Fabio Consoli

POESIA: Siria (…e dintorni)

É triste dare addio alle stelle
Ma gli “sciacalli” aspettano in barca

Si lasciavano in un bacio
per ritrovarsi al tramonto
in un sorriso d’amore

Ed era ieri soltanto…

Oggi prendono il mare
vita o morte di un sogno
nelle mani di chi non sa amare

É triste dare addio alle stelle
Ma gli “sciacalli” aspettano in barca

Dov’é Il nostro cuore
se chiudiamo le frontiere al dolore?

Giocavano insieme

Ed era ieri soltanto…

Oggi l’abbraccio é di pianto
Niente piú “visto”´o “giú per terra”
solo un disperato “girotondo” di guerra

Impotenza di noi gente comune
indifferenza di un potere immune
ai piccoli cuori feriti “senza volere”

Fra cenere e lacrime,
sguardi senza capire
perché tanto odio non puó finire

Dov’é Il nostro cuore
se chiudiamo le frontiere al dolore?
– 18/04/2017

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Francesco Capolino

POESIA: Ti guardo… non mi disseto mai,
mia fonte di serenità;
ti ho trovata all’improvviso,
come oasi nel deserto;
riprendere il cammino non mi spaventa,
ti guardo…non mi disseto mai;
contemplo quel sorriso, perenne sul tuo volto persino mentre dormi.
Solo se tu fossi un miraggio,
allora sì che vincerei la sete. – 18/04/2017

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FRANCO BALDI MERILDI

POESIA: VIVERE E’ COSI’ DIFFICILE

Vivere è così difficile
Che tutti muoiono
E non c’è verso
Neanche chi ha denari
Riesce poi a spuntarla
Figuriamoci chi
Ha solo picche e spade
O chi coi fiori
Pensa poter comprare
Tutto o niente
La seconda che ho detto

Vivere è così difficile
Che tutti trovano prima discesa
Fin dal primo vagito
E poi una lunga china
Per alcuni la salita
È così dura
Che rinunciano a priori
E si fermano
Qua e l
Dove gli capita

Altri pur potendo
Proseguono per un po’
Soffrono piangono
Disperano bestemmiano
Ma vanno avanti
A volte pure ridono
Nella loro umana follia
O addirittura riescono
A gioire
Quelli sono fortunati
Han più culo che anima
O forse l’anima
Non ce l’hanno neppure
Che non han paura
Di perderla

L’anima questa sconosciuta
Dicono pesi 21 grammi!
Più le balle sono colossali
Più ci facciamo prendere
Ma i nostri nodi
Nonostante tutto
A volte li sciogliamo
A volte li riannodiamo
A volte li tagliamo
Gordianamente astuti
Ma quasi sempre
Dei nuovi ne creiamo

E mentre del male ci facciamo
Il tempo scorre
La nostra clessidra
Il nostr’orologio biologico
Non perde un colpo
Anche se noi
Nel frattempo
Di colpi ne perdiamo

L’importante sarebbe
Arrivare satolli
All’ultima misera cena
Perché davvero a quella
Niente c’è da mangiare.

– 18/04/2017

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