Mariano Luna Giamaica

POESIA: “Ridotti in poltiglia”

Abbracciati
nuda pelle, candida
peli, polpa
e ridi.
La certezza, la certezza
di essere vivi…
nessun dilemma risolto
nessuna conclusione.
Viviamo risvolti al sole.
Fai da musa
da quando sei qui.
Stringi forte, più forte
aria e paura
la morte, l’amore, acqua, acqua..
mi ammalo di malizia
braccia che…
acqua, acqua e sapone,
stringono forte
respira il profumo della felpa
e poi…bolle di sapone
delicate e rosee sul collo
camminano verso il viso
sui sentieri non tracciati
arrivano e si fermano
scoppiano lasciando umide le labbra.
Ci cerchiamo
casualmente ci troviamo
e attraendoci…
Nudi, sudore
scosse di brividi irrefrenabili
come venature di frammenti, intrecciati
voliamo imitando le foglie
scaraventati in una tempesta
dilaniati e ricuciti
per incastrarsi meglio.
Colpiti da palle infuocate
creiamo dirupi e li riempiamo,
sudore e urli muti,
di gocce e lacrime
sospiri felici.
Comunichiamo animatamente
ogni brivido una sillaba
ogni scossa la percepisci
la raccogli
la rimpolpi masticando
e in un sibilo….
la rimandi
rafforzata
un brivido una scossa un bacio
quel particolare minuscolo
a livello molecolare,
mi fa impazzire
ti fa tremare
nuda, mi bagno
mi allago di te
affogando
sorrido, mi tengo al gambo della calla
Oh bianca!
Com’è possibile godere al solo pensiero di ciò che è appena stato?

Apnea
incamero aria ma non l’assimilo
rimane lì, sospesa
a mezz’aria, sorpresa.

E per venire non bisogna pensare
come in meditazione
vedo solo il presente
i denti, una mano che trattiene
il mio polso, una mano che afferra
un sospiro troppo veloce.
Spingi forte, più forte
un fuoco giallo e verde
la maschera di perde
non ci sono più coperte
sudore, calore, colore
dov’eri prima?
quando non c’eri?

Pace e silenzio dopo la cascata fonde

Ero dove non c’ero

Jazz nelle vene
caos ovunque
prima sporco poi
metto a posto
Ed io.
E tu.
Dove prima era il vuoto
Dove sensazioni…

Scarti di noi
sorpessi spercossi
mi devo disintossicare
tossisco ma non sento il male
facciamo l’amore (?)
Ci cerchiamo
casualmente ci troviamo
e attraendoci ci respingiamo.
Tornerò. Bluemoon – 18/12/2017

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Paiarini Francesco

POESIA: I mangiatori di ostie
Li vedi, alla domenica mattina, incamminarsi in dritta fila indiana verso l’altare, con la testa china, i tipi soliti, ogni settimana.
Son mangiatori di ostie, che, anche prima di prender le sembianze, con una fiumana di ciance mettono tanti in berlina, ed il mondo riserva loro un peana.
Certi che una preghiera sia bastevole, all’opposto di antichi insegnamenti, fan pace con Gesù e se ne alimentano.
Se poi la loro vita è riprovevole, secondo il Vangelo, non lo son gli intenti, per cui, per l’onestà”, tutti li incensano | sorgente: https://www.google.it/ – 18/12/2017

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Ait lamqadem fouad

POESIA: Disteso sul letto mi riposo di petto E aspetto
aspetto che passi la tempesta che la gente esca che ricominci la festa senza perdere la testa
ma si se vuoi resta
ma qui non c’è nessuno
sono solo sogni buttati in fumo. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 18/12/2017

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Cretu Daria

POESIA: Riuscii a risalire.
Restai lì ad osservare le lacrime del mondo
confondersi con gli abissi
e mi chiesi quanti marinai,
sul punto di affogare,
ci fossero sul fondo.
Ho guardato a lungo le onde
infrangersi contro gli scogli
sempre con la stessa forza,
con lo stesso coraggio.
Cercavo di penetrare quel mondo in profondit
ma le onde,con la schiuma del mare in bufera,
resero tutto opaco in superficie.
D’un tratto mi sentii come
se mi stessi cullando nell’illusione
di sapere,
quel che vidi non era abbastanza,
le tenebre non si erano mai
impossessate della mia anima
come di quella dei dispersi.
L’acqua rallenta i movimenti
come una catena,
annebbia la vista
come il sentimento
e uccide,
opprimendo in essi
ogni forma di ribellione.
I gabbiani sorvolano su di loro
dall’alto della loro libert
come predatori
di coloro che,
cercando la via d’uscita dal labirinto,
ci si addentrano sempre di più;
di coloro dei quali le grida
in superficie non sono altro che bolle.
Diventeranno relitti. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 18/12/2017

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Bordes Lorenza

POESIA: L’anima mia interroga il Cielo.
Aspetta la risposta
in un diluvio di fiamme
tra rumore di vetri infranti
e
profumo di venti glaciali.

Io credo
Io credo
ma quando verrà la risposta?
Intanto
sospendo il giudizio
e il respiro.
E attendo…

| sorgente: https://m.facebook.com/ – 18/12/2017

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Migliaccio Provvidenza

POESIA: “Un piacere indefinito”
In quella stanza
ho visto un lampo
e di fronte a te
non ho più avuto scampo.
Sulla mia bocca sei atterrato
e con mani leggere
la maglietta hai sollevato.
Lungo la schiena un brivido
mi ha attraversato
e dritto al cuore è arrivato.
I tuoi occhi mi hanno mangiato
mentre i miei ti hanno ammirato,
quando sopra di me sei arrivato.
Sei stato accolto
come fossi io il tuo nido
per afferrare un piacere indefinito
e volare insieme a te
oltre il nostro infinito.
Provvidenza Migliaccio | sorgente: https://www.google.it/ – 18/12/2017

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Giancarlo Aquino

POESIA: Forse un giorno

Forse un giorno,
mentre starai guardandoti allo specchio
o pettinandoti canticchiando una canzone,
ti tornerà il ricordo di un mio gesto
e verrà da sorriderti
per quanto buffo fosse.

Forse un giorno,
quando sarai intenta a scansare
le pozzanghere lasciate a terra
dalla pioggia ottobrina,
sentirai l’odore della terra bagnata
e con la mente penserai
a quel profumo che avevo addosso,
che mi regalasti.

Forse un giorno,
ti meraviglierai di quanto simili siamo,
di quanto c’è di me in te
e resterai assorta a pensare
a quante volte hai osservato
la mia foto da piccolo,
notando tutti i miei difetti
trasferiti a te.

Forse un giorno,
ritrovandoti ad abbracciare tuo figlio
ti verrà voglia di chiedermi scusa
per tutte quelle volte
che, preoccupato, ti aspettavo sull’uscio
augurandomi un tuo presto rientro a casa.

Di certo un giorno non ci sarò più.
Ma sarò anche in quei momenti con te.
Quando passeranno i Led alla radio,
quando resterai a bocca aperta
guardando la neve posarsi sugli alberi,
o osservando ammirata, un tramonto
col sole di bragia,
preludio di una calda giornata d’estate.
Sarò come sempre con te.
Presente, come può solo un padre come me.

John Charles | sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 18/12/2017

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Gaspari Stefano

POESIA: La voglia di averti mi confonde,
ed il mio amore per te:
nel mondo si diffonde.
Sai che i tuoi occhi verde mare,
fra tanti
mi hanno fatto innamorare.
I tuoi capelli
sono biondi come il grano,
e vorrei accarezzarli pian piano.
Siccome ogni giorno
non faccio che pensarti,
ho deciso di dedicarti;
questi versi da me creati,
saranno sempre da me beati.
Solo per te,
ho scritto questa poesia;
perché la tua voce,
è per me una dolce melodia. – 14/12/2017

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Falzone Federica

POESIA: Piccoli attimi alla vaniglia
di Federica Falzone

Impegnati nella ricerca del tempo,
della carriera e del denaro eterno
dimentichiamo
la serenità leggera di chi vive
e si rallegra,
di chi gioisce in un secondo,
abbraccia e sorride,
gioca col mondo.
Dimentichiamo
ragion di vita
nei sacrifici e in una spina.
In un sospiro
chiudiamo il giorno
ma potrebbe batter profondo
se al pensiero del peso addosso
trovassimo un ordine
al nostro cosmo
racchiuso in fondo in una mano,
in un dolce, in un tulipano,
in uno sguardo che sorride piano, in un abbraccio
sempre più caro,
in un giardino
fiorito e acceso,
in un banchetto e in un mattino,
in mamma, padre e il lor bambino,
in un momento fra due sorelle,
un caffè insieme sotto le stelle, in un sussulto del cuore amato,
in due occhi attratti e amor dorato,
nel sentimento
più forte e attento,
nell#039;arte sublime di un uomo
che ama sentire.
In una fioca fiamma di una candela
in un libro quando giunge sera,
in un germoglio che amor rivela,
in un suono che tutto rallegra
c#039;è sole e luce che rappresenta vita vera.
Si perde la mente
in totali istanti
fatti di semplici scenari abbaglianti
che indelebili rimangono sul viso
nelle forti emozioni che l’ impulso ha deciso.
Nelle parole, nella scrittura
strimpella vivace una fontana,
volteggia una rondine, plana e
domina l’aria.
E nella scrittura, nel mio dolore,
nel sol pensiero che domani muore
L#039;immagine di questi fogli
e questa penna
sono incanto
nella semplicit
della loro essenza.
Attendono l’energia
che dalle dita
si protrae sull’inchiostro
e sulla matita.
Li allietano
di parole sentite
ed intonate,
gioiscono
di emozioni fotografate.
Un petalo, un salice
un colpo d#039;ali e
i pensieri si rincorrono
e diventano frasi.
E un momento rimane eterno
su questo foglio
dopo un soffio di vento.
Si intreccia l’anima
e il suon di fiato
che echeggia
in un battito,
in un sospiro su un prato.
Diventa vivo
questo pezzo di carta
se catturo un momento
con lettere d’argento.
Lo sguardo pian piano
si perde
e si allontana,
flebile rimane a girare
per aria.
Le dita scorrono
sulla bianca carta,
soavi accarezzano
le fredde pagine.
I pensieri li scalderanno
e a breve
di sogni si comporranno,
parole scorrono e
si rincorrono,
di immagini si nutrono,
di suoni brillano.
Son tanto vive
da volteggiare e
sulle pagine voglion
danzare.
Tremano intrepide
su questo filo
vogliono uscire,
innaffiare un gran giardino.
C#039;è gioia in ogni passione
che scalda dentro
ed è perfetto per ogni evento,
e si riconosce in quel sospiro che non è stanco e vuol finire .
Se vivo allora in quel momento
piccolo splendido diventa eterno
come un diamante che di vaniglia
può profumare
il cuore e
tutto l’animo umano.
Così bisogna trovare il proprio luogo
in cui i silenzi sono parole,
i tuoi occhi armonici bagliori,
petali di vaniglia incantevoli immagini di fiori.
Bisogna trovare il proprio mondo in questa vita
ed è a quel punto che è serenità infinita.

PS. scusate vi avevo precedentemente inviato la copia non corretta. Grazie. Vi auguro buon lavoro.
Cordialmente.
Federica Falzone | sorgente: https://www.google.it/ – 14/12/2017

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giancarlo volpes

POESIA: UN SENSO

Non lo sapevo ma ti stavo aspettando.
Eri la risposta, nascosta nelle pieghe del mio futuro.
E la domanda non poteva che essere perché,
perché continuassi a sentirmi così incompleto,
così distante da chi sentivo di poter essere
e non ero stato più.
Ci sono strade che non ricordavo più di aver percorso,
ma che oggi riscopro mie come mio è ogni respiro.
Corridoi infiniti che la memoria mi dipingeva bui
e invece ora mi accecano di luce mentre li attraverso;
una luce che mi pulsa dentro tutto ciò di cui son fatte le emozioni.
Ancora con lui mi scontro, tempo,
lui che è la mia unica paura; lui che senza dircelo ti ha sottratta a me
per tutti questi lunghi anni che mi han fatto uomo.
Forse ogni secondo è una vita,
e ne ho vissute milioni pregne come di onde il mare;
ma erano vite vuote di te
vuote del mio vero me.
Ora mi interrogo, disperato,
su quante me ne rimangono
e su quanto strida la parola Noi in ognuna di loro
con tutto quanto il maledetto tempo ci ha costruito attorno.
Ma nei tuoi occhi, dove la profondità non ha nome
potrò inabissarmi, almeno un’altra volta se tu lo vorrai
e tutto, tutto quanto, avrà avuto un senso.

| sorgente: https://www.google.it/ – 14/12/2017

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