veronica otto

POESIA: Immateriale. Anestetizzata…flutuanti i sensi,d’eterna letargia,mi sento deperire,nel flusso acerbo,dei sogni impolverati. Lo scricchiolio dell’ossa,nei passi del dannato,l’influire delle carezze,rasettate fino ad estinguirsi. Le parole vomitate con ribrezzo,rientrano taglienti in bocca. La luna m!acolssi,nella boscaia assopita,barcati i confini,nel baratro dell’ essenze,sepolto il mio nome,nel rantolio di foglie seche. C’e` stato un tempo,d!occhi.accesi,del ristoro della sua voce,di calma tempesta,bevuta la primavera,dalle labbra roventi,il suo odore nei capelli,imiei occhi,il suo riposo. Ma corrompe l’oblio,persino l’amore nuovo,e con lingua rancida,violenta la pelle,morenti le promesse,nella carcassa spoglia,ranicchiate a piangere ,sull’anima vuota. Sdraia sull’erba grigia,nell’ebrezza del conforto,disperdo l’ultimo sospiro ,d’un cuore assente. – 18/01/2017

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Franco Carbone

POESIA: PIOGGIA. LA PIOGGIA PICCHIA SUI VETRI,INSISTENTEMENTE/VUOLE ENTRARE/MA I VETRI SONO DURI A MORIRE.LA PIOGGIA CONTINUA A CANTARE LA SUA CANZONE ARRABBITA/MA NON C’E’ NIENTE DA FARE/POI UN FULMINE SQUARCIA L’ARIA E SI INFILA IN QUELLA FINESTRA,APRENDOSI UN VARCO CON FORZA/ORA LA PIOGGIA RIDE,LA SUA CANZONE NON E’ PIU’ ARRABIATA/MA E’ UNA DOLCE MELODIA CHE ACCOMPAGNA IL SONNO ETERNO DELLE COSE DISTRUTTE. – 18/01/2017

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Eugenio Giordano Orsini

POESIA: [Dedicato alle vittime della guerra]

Buon compleanno, mamma

Quando hai spento le candeline,
ho pensato che non ce n’erano di così belle.
Eppure le finestre erano chiuse
avrei voluto dirlo al mondo che festeggiavi, mamma,
ma tu hai detto che era meglio stare al caldo.
La torta era grande e l’abbiamo divisa in due:
il pezzo più grande l’hai dato a me.
E’ la tua festa, mamma, posso farne a meno,
ma non mi hai dato ascolto, sorridendomi.
Ecco il mio regalo, mamma, è un cavallino di legno
perché sapevo che a te piaceva andarci sopra, prima
e ricordo quando mi ci portavi, tempo fa.
Ho preso un pezzo di legno, e l’ho intagliato
tra le pietre, i buchi sull’asfalto, l’acciaio e alle vernici rosse sui muri,
ma tu ti sei arrabbiata, perché non dovevo andare così lontano.
L’anno prossimo te ne farò uno più grande, promesso.
Hai detto che io sono il tuo più bel regalo che la vita potesse donarti,
ma io non capisco come posso esserlo, ancora.
Tanti auguri a te mamma, sei la mia gioia.
Di nuovo quella sirena, mamma, forse si sono ricordati di te.
Ero contento, sento aria di festa, fuori
stanno venendo a casa a festeggiare con te.
Perché mi trascini con forza, mi fai male.
Dove mi porti? Il cavallino? Non lo hai preso?
Hey, siamo qui, perché correte tutti di là?
Sono persone che non conosco, sento piangere,
un bambino sta dormendo in braccio al suo papà,
una signora non si è resa conto che ha perso il suo cappello,
alcuni uomini stanno giocando con le pistole e i fucili,
mia madre mi tiene la mano, ma non so a cosa sta giocando. – 18/01/2017

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Mara Michelucci

POESIA: Terremoto
Fenomeno naturale,forza oscura al di là del mare;
Anime sepolte,bianche,nere e rosse;
Sorrisi fanciulleschi straziati,derisi,funesti;
Landa disumana,squarciata,profana;
Soccorritori pelosi,a quattro zampe,orgogliosi;
Soccorritori a due braccia,tra un fiore e una roccia;
Speranza che nasce,poi muore e rinasce;
Terremoto,frutto della furia Madre in lutto;
Vivente,frutto della Pia Madre morente. – 18/01/2017

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ISABELLA CORTOPASSI

POESIA: Mitica festa

Viva l’Amore, viva le donne
viva le mamme viva le nonne;
anche da sole bene lor stanno
senza gli uomini che fanno danno.
A volte si aiutano, oppure si ammazzano
e nella rete da sceme lor cascano;
fra loro dovrebbero sempre aiutarsi
e invece continuano ad invidiarsi;
anche soltanto per far le modelle
gareggiano persino se sono sorelle.
Quando il Signore la Donna ha creato
disse fra sé:”Che bel risultato”.
Creò l’uomo come bozzetto
e infatti non venne molto perfetto:
la donna fece per procreare
e l’uomo poteva anche buttare.
Ma poi decise di non farlo,
la Donna gli chiese di risparmiarlo;
il Signore le disse: “Ok ti accontento
ma poi non voglio sentire un lamento”.
Certo però poteva anche stare
zitta quel giorno e non fiatare.
Senza gli uomini vivere possiamo
ma il danno è fatto e lo accettiamo.
Oggi è gran festa: che si festeggia?
La Donna, la Donna, la copia perfetta. – 18/01/2017

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Antonello Vanni

POESIA: Voglio andar via leggero,
avvolto in una nuvola.
Dissolvermi e disperdermi,
per galleggiar nell’aria
in un perpetuo navigare,
senza mai più poggiare
od attraccare
a qualsivoglia porto.
La vita mi va stretta,
da troppo tempo ormai,
e lo dissolvermi,
mi assolverà, salvandomi,
dal ripetuto perpetrarsi
di vecchio o nuovo,
replicato, violento assiduo torto.
– 18/01/2017

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Giacomo Mele

POESIA: I GIARDINI DELL’EDEN

Siamo due alberi
che crescono assieme,
ma i demoni intorno
ballano a ritmo di strani tamburi.
Sì, ci innalziamo,
ma più le nostre foglie verdeggiano
più i fiori impazzano..
I rami si cercano,
le radici si sfiorano e sfaccettano,
eppure io ti guardo, destarti, sola,
senza il mio abbraccio che possa darti bacio..
passeri inattesi si posano pel tuo tronco..
nidificano miei pensieri,
e tu, sei sempre affianco, e basta.
Zizzanie crescono alla base,
ci sussurrano, come fantasmi,
disastri ed obiezioni, cementificano.
Noi alberi non potremmo volare
né passeggiare assieme;
siamo costretti a vederci
senza mai toccarci.. sui marciapiedi..
Non sentivo un’armonia sì da mille sterpaglie..
Senti? I grilli suonano una melanconia:
La nostra! E spaventapasseri
ci gridano l’«attenti» stregati.
Ballano le spighe adagio
ed i soffioni stringono amori.
È uno spettacolo.
Di camini tabagisti,
vagabondi senza retaggi e cani,
ululati maestranti in festa.
Le piazze! Le piazze luccicose.
Non abbiamo labbra eppure esce rosso
dalle nostre cortecce strusciate.
Lacrimano le nostre gambe.
Ma dimmi dove vorresti innalzarti
senza sosta, da me, senza passaggio.
La civetta ci spiega la natura,
ma noi ignoriamo le tetralogie.
Le regine luccicanti soffiettan latrati infiniti.
Eppure noi siamo vergini sterpaglie.
Qualcuno in questo bosco ci ha donati,
eppure le mele sono ancora rose sgusciate.
Sai, la vita nei campi,
la solitudine in festa,
la nostalgia di uno stormo a bella vista..
nostri ricordi manifesti,
quando cade la foglia tua
e scia sulla mia resina gialla. Piango – 18/01/2017

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Miccinesi Sandra

POESIA: Sulla nostra isola profumi
solo il colore cristallino del mare riflette
Nei nostri occhi nessuna ombra
come nel cuore con la speranza di risentire quel profumo
che ci ha fatto innamorare. – 18/01/2017

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rosaria guido

POESIA: Gli occhi socchiusi verso il sole
I suoi occhi di verde splendore
Hanno gia’ visto un secolo finire
Ed un altro iniziarne e proseguire

Mia madre e’ ancora molto bella
Mentre e’ li’ che contempla
la sua amata famiglia
Con l’orgoglio che mai l’ha abbandonata
Lei e’ ed e’ stata moglie madre e altolocata

Seduta su una sdraio guarda il mare
Che solo diventata grande ha iniziato a vedere
schizza l’onda ed e’ li’ fotografata
nel suo costume bianco immortalata…

C’e’ ancora un’altra foto di famiglia
Ci ritrae tra sorrisi e qualche smorfia
Forse dopo il consueto parapiglia…
Ma tutti cosi’ uniti…. che meraviglia….

Non lo so se ti abbiamo dato tutto
Tutto cio’ che una madre chiede e sogna
Ma di certo altri occhi ti hanno vista
L’hanno vista la loro dolce nonna
E nel tempo i nipoti prediletti
Sono valsi per te
Piu’ di mille affetti…..

Ora sei li’ contempli la campagna
Tra il vento che scompiglia i tuoi capelli….
Ti vedo mamma e ancora t’assomiglia
Quella bella ragazza
Dagli occhi di verde meraviglia
– 18/01/2017

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