Eleonora Nicotra ele

POESIA: Nasce con te sta notte,
Ti ho aspettato per mesi,
Ti ho protetto da subito,
Ti ho Ato immediatamente
Per vedere confermato tutto il mio amore
Nell’atrio in cui ti ho visto arrivare – 16/01/2017

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Francesco Pancani

POESIA: Notte. Sempre notte.
Non ci sono note, in questa coltre.
Rotte. Le labbra rotte.
Bevo coppe, e vino dall’otre.
Oltre, vo’ sempre oltre.
Apro porte, ma non stanotte.
Sento la sorte, mi porta morte?
Allo specchio, tre facce storte.
Una ha preso botte. L’altra fotte.
La terza è forte. Ma non stanotte. – 16/01/2017

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Linda Scattolini

POESIA: “Dietro alla finestra”

Roccia impassibile
dinanzi qualsiasi ostacolo.
Più volte cadesti
ma ti rialzasti sempre dalle tue macerie
con dignità.
Ascolto il tuo silenzio
in una notte fredda d’inverno;
la neve candida ti riveste
come una sposa nel giorno di nozze.
Osservandoti
dietro alla finestra ti ammiro:
pura come l’acqua
che sgorga dalle tue sorgenti;
solenne nella tua immensità.

(dedicata al mio paese, Nocera Umbra) – 16/01/2017

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Daniele Ventola

POESIA: IL TOPO: COSA ASPETTIAMO?
Inerti strisciamo
come vermi,
tra la luce
dei fiori
e l’ oscuritÃ
del fango.
Che cosa aspettiamo?
Or spirito vive
Or anima in pena
Or tempo di sorridere
Or nessun sangue pulsa in vena.
Che cosa aspettiamo?
Se potessi tener conto
d’ ogni better nel mio petto
allora anche il respiro
terrebbe conto del tempo.
Che cosa aspettiamo?
Amaro calice
se fosse la morte
a donarmi la vita,
allor non farmi attendere
un altro momento.
E ritornar a viver
Nel tempo.
A volte cammino
per la piazza,
ma vorrei nuotare negli abissi
come la razza.
Una volta questo pesce
veniva usato
in sacrifici divini
per riequilibrare il fato.
Ora non esiste
più alcun destino,
viver vuoto
è il morir mio.
Mio e nostro.
Poichè non son solo
in questa condizione.
L’ intera razza
ne sente la pressione.
I corpi vuoti
che popolano le strade,
una vita sprecata
ad aspettare l’ estate.
Cosa aspettiamo?
A volte mi sento
così solo in questo
mondo
che stento a credere
sia grande e tondo.
Ci fosse almeno
disperazione in questo
grido,
almeno qualcuno
si fermerebbe a raccogliere
il mio Io
ferito.
Io, chi sono io?
Chi sono io
che vivo di vuoto
e derisione,
all’ angolo di una strada
con del wisky e la più amara canzone
E, come sono finito
in questa condizione?
Madre, padre
dove sono i vostri volti
affettuosi.
Che ne è della
mia innocenza?
Ecco, il wisky è finito.
Parlerò del wisky
o del mio io infinito?
Ombre del passato
riportano alla mente
l’ amabile voce
d’ una fanciulla assente.
nè il suo nome,
nè il suo volto.
Eppure l’ amai
non per gioco.
Dovrei prendere altro wisky
per vederla chiaramente…
Ebbhè, ora lei
non ha importanza.
Protrebbe essere
questa che mi passa accanto,
che manco regala
uno sguardo
a questo corpo
inebriato.
PUTTANA!
Ti costa tanto
ricordarmi che esisto!?
non ti chiedo molto,
guardami il viso!
Ma no, tanto
che importa?
Non sei migliore di me!
Io sono qui e…
non me lo sono
meritato.
CI arrivai tanti anni fa,
quando…
quando…
Ci vorrebbe un altro sorso
di wisky
AH, sì! quando
cercavo la libertà,
poi…
poi..

Poi l’ ho trovata…
in fondo al bicchiere.
E se mi chiedessero se sia
mezzo pieno o mezzo vuoto
gli risponderei: comprami del wisky
e non ci sarà bisogno di chiederlo.
Dopo che il mondo
perse il suo calore
divenni freddo
come il ferro.
La libertà… LA LIBERTA’!
Quanto mi è costato.
Ho costruito una trappola,
ci ho messo un pezzo di formaggio.
E,dopo
è bastato comprarmi un vestito
da topo.
Ora ho il mondo,
vago per le strade,
senza una famiglia
da sfamare.
Nè doveri ,
nè biasimi.
Città, montagne,
ponti, fogne.
Cercavo la libertà!
Ecco perchè me ne sono andato.
Ora sono in cella,
la galera è questo mondo.
Io il cancelliere.
A chiedere la mia sedia elettrica
da bere nel bicchiere,
e pietà,
con cui vestirmi
la notte.
Oggi ho toccato
il fondo.
Odiata Bottiglia!
Io ti lancio!
Io ti rompo!
SCRASH!!!!!!

Mille pezzetti
di vetro,
riflettono i miei
mille pezzetti
di volto.
Dove sono gli occhi?
Oh vetro…
come sei tagliente…
Signore perdono.
Quale Signore? Quale perdono?
Signore perdono.

Questo è
il mio
Sangue.
In pez
zi il ca
lice amaro
Signore perdono.

Cosa
Stavo
Aspettando?

– 16/01/2017

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Angelo Neri Angelo

POESIA: Scendo
le scale della notte.
Mi perdo,
respiro il tuo sospiro.
Sei essenza
del sentirmi vivo.
Sei luce,
mi perdo nei tuoi occhi.
Stringi
il mio corpo che ti abbraccia.
Comprendimi,
salvami,
sostienimi:
non c’è nulla che ti intralcia.
Resta,
io sono qui.
Rimani,
prendi le mie mani.
Sono tue e
sono tuo,
Io.
– 16/01/2017

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Marco Capelli

POESIA: tenersi tutto dentro è stato il mio peccato
ora guardo indietro e penso
alle lacrime che ho represso,
e alla paura che provavo
mentre da solo nella notte vagavo
per guardare al mattino il mio riflesso
la mia vita sera senza senso
con la paura che nessun mi avrebbe più amato
– 16/01/2017

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Noemi Latino

POESIA: Essenza di purezza
E se i tulipani
potessero librarsi
in cielo come
gli occhi selvaggi
di un angelo bisbetico?
Potrà la neve candida
coprire quelle tracce
di sangue sudicio
e
di gioioso splendore
che come una litania
ha distrutto anime nobili?
La rabbia di un fuoco ribelle
divamperà nelle vene
di una fanciulla graziosa
dalla dolcezza sfacciata?
Una grazia divina
sarà concessa
ad una voce silenziosa,
profonda come il mare
da una luna sorridente
sempre pronta ad avverare
le promesse di innamorati
ingenuamente sopraffatti
da sentimenti d’oro
crudeli nella loro vastità?
Le gioie violente
dovranno davvero
avere fine
o
avranno il privilegio
di brillare con fierezza
indomita nel buio
della notte?
Se due cuori puri
custodissero
un segreto d’amore
come si potrebbe fuggire?
Un bacio struggente
potrà illuminare
una capricciosa bellezza
pallida e assorta?
O diletto mistero
il conforto dell’alba
desterà scalpore
e muterÃ
quel paesaggio
privo di vita
dove camminando
felice ogni notte
intravedo
sospiri di angoscia
e
urla strazianti
di anime in pena? – 16/01/2017

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Daniela Nicora

POESIA: Occhi di bimbo.
Due grandi occhi,due laghi di onice nero, un visetto buffo e sporco e la manina tesa, mi guardi divertito burlandoti del mio buffo cappello.
Potrei restare qui a guardarti in eterno, ipnotizzata dal tuo sguardo,pensando come riempire questa piccola mano.
Vorrei riempirla d’amore, di speranza, di sogni fantastici…cosa potrei mettere nella tua manina tesa oltre a questa fredda moneta?
Mi guardi e ridi forte..hai capito..mi tolgo il cappello e te lo poso sulla testolina sudata.
Allora stringi la mano e te la porti dietro la schiena, poi infili l’altra nella tasca dei calzoncini stracciati e mi porgi una pietra…una piccola pietra colorata, e veloce veloce scappi e ridi.
Grazie..ora siamo pari.
Rimango qui cercando di capire se è sogno o realtà, poi stringo nella mano la piccola pietra e me la porto dietro la schiena…Sì ho capito, Gesù Bambino aveva i tuoi occhi. – 16/01/2017

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marzia samini

POESIA: Seppur tremolante ancora resiste la Speranza,
ancor tesse la del sogno,
disegna immensitá e nuovi cieli,
inventa colori per continuare
a dipingere un futuro.
Nascosta tra le rovine di ieri,
essa sopravvive,
e come scintilla che poi
diventa fuoco,
s’accende nelle notti solitarie
quando le stelle non bastano
e la realtá bussa alla tua porta;
Eccola,lei è lì
e scivola tra pensieri subdoli,
resiste alle pioggie del cuore,
e innoservata eppur presente
sussurra:credi ancora! – 16/01/2017

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Greta Di Giovanni

POESIA: Ci siamo tuffati
nella nebbia acida
abbiamo distrutto il nido
per poi rimpiangerlo nel sonno
abbiamo abbandonato
il porto sicuro
e navigato in acque anonime.
Abbiamo lanciato
maledizioni al cielo
sfidando i fulmini scintillanti
abbiamo ignorato l’altezza
e ci siamo lanciati nell’oblio.
Abbiamo creato poesia nuova
giocando con i motivi del vento
abbiamo ingannato il tempo
fondendoci in un’idea.
Abbiamo ascoltato i richiami
del cuore ingannevole
ci siamo vestiti di vigliaccheria
e scoperti fragili.
Abbiamo sfiorato con le dita
noi sognatori incapaci
la brezza di un’immagine evanescente.
Abbiamo praticato dimenticanza
per rifugiarci in una tumefatta
atmosfera di felicitÃ
e abbiamo scoperto
amore menzognero in ogni angolo di mondo.
Abbiamo perso le forze
ci siamo affaticati
per passare al vaglio severo
la macchia di una colpa che non ricordiamo.
Abbiamo militato presso la codardia
e adesso che dignità non ci scalda più
rimaniamo nel fango della nostra disperazione.

– 16/01/2017

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