Antonio Croce

POESIA: “Dolce passione”

Calcando i pensieri, crepitio di zoccoli pesanti,
fanno svenire foglie di memoria; gli attimi saturi
di malinconia ed ebbrezza.

Batuffoli rosa
di nuvole ovattati, in cristallino azzurro,
stemperano l’animo di dolce passione.

Espande il sentimento; si effonde la tenerezza.

S’invola, a guisa di aquilone,
e va verso l’orizzonte,
oltre il quale, esisti solo Tu.

Un baco bruca l’ombra dei ricordi;
prende vita una farfalla d’amore,
che svolazza oltre la collina.

Un vociare di cuori s’inneggia nei cieli.

Giochi amorosi
si assestano nel cuore; gocce cadono
nelle crepe della pelle avvizzita.

Un focolare, affossato nel respiro, attende di
essere preso per mano e portato ad una serata
di danza.

Il mattino avrà il nostro giorno. – 23/02/2017

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Alessandra Dini

POESIA: Onde lontane

Onde lontane
battono sugli scogli del tempo:
ero una sirena
un re
un eroina
uno schiavo
una moglie
un contadino
una contessa
un cavaliere
una strega
un matematico
una ballerina
un inventore
e infine una poetessa. – 23/02/2017

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Attilio Gardini

POESIA: MARINA
La strada si perde nella sabbia
tra roveti e tamerici,
una duna, un’altra, un’altra ancora
poi la distesa del mare.
Spume bianche appaiono scompaiono;
lieve la carezza del flutto che frange e rifrange…
Ora meridiana d’incantesimo!
Un fruscio d’ali s’innalza,
un cinguettio modula, ondeggia,
si culla nell’aria,
sosta, riprende, s’allontana…
ritorna alto con la brezza…
sale, sempre più alto sale…
allarga, espande,
abbraccia l’azzurro
onda canora infinita.
Il tempo si è fermato…
sosta la brezza, tace il mare
è il cielo che canta.
– 23/02/2017

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Daniela Santerini

POESIA: A MARCO

Per quel cenno di latte
che alla tua bocca
umida
fa capolino

Per quello sguardo
lasciato andare
buttato
sul mio seno

Per la tua pelle bianca
dove i miei baci
affogo
piano piano

Ti penso grande
mi vedo appena nata
e il vecchio nella piazza del paese
lo ricordo bambino.
– 23/02/2017

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Francesca Patton

POESIA: Ti amo

Ho voglia di coccole
e sole caldo,
così, con te, solo te,
che è una fortuna averti accanto.

E poi,
la calma del mare e
l’amore
dei ciottoli roventi.

Ti donerei un bacio
al sapore di neve,
accogliente e aspro,
come la vita nostra.
– 23/02/2017

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Luca Simone Chiaramella

POESIA: TRILLY

Il mio corpo ti ascolta….
Ascoltano le mie mani, sgraziate e doloranti.
Cercano delicate, tra le sottili increspature del tuo viso, dalla prospera coppa dei tuoi seni, sulla feconda grazia del tuo grembo, nel complice intreccio delle tue dita
il suono segreto del tuo corpo.
Ascoltano i miei occhi, cerulei e stanchi.
Rinvengono pudichi, nel voluttuoso schiudersi delle tue labbra, nel florido inturgidirsi dei tuoi capezzoli, nel lento e ritmico movimento dei tuoi fianchi, nella delicata prigionia della lacrima nascosta tra le tue ciglia,
il suono segreto del tuo corpo.
Ascoltano le mie nari, taurine e sbuffanti
Scoprono insaziabili nelle spezziate fragranze di sandalo sopra le tue spalle, nella rosea essenza dei tuoi lobi, negli aromi fruttati dei tuoi capelli,
il suono segreto del tuo corpo
Ascoltano le mie labbra, secche e ruvide,
Ritrovano avide, lungo la flessuosa armonia del tuo dorso, sopra l’odorosa fragranza del tuo collo, tra i segreti e lussuriosi sapori della tua vulva,
il suono segreto del tuo corpo

Un dio cinico e suadente ti pose di fronte a me:
dovevi essere la monitrice dell’alba
impalpabile spirito di luce
Il languido e ingenuo ricordo di passione antica.
…..inafferrabile.
Ma le mie braccia ti hanno incatenato
Perché questo tronco
di cui una corteccia, intatta, preservava la linfa,
potesse vomitare l’ultima goccia versta sulle sue radici dal Graal
Non il mio spirito immortale ti poté afferrare
ma questo figlio, gioiosamente canuto, di Madre Luna.

– 23/02/2017

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Salvatore Saporoso

POESIA: Giovinezza
In casa vi erano delle regole. Sveglia ad un certo orario, anche d’estate, rientro ad una certa ora, mai uscire la notte, a tavola tutti presenti e non potevamo alzarci se non “ tutti” avevamo finito di mangiare e questo “tutti” era mio padre. I miei genitori non mi hanno mai toccato con un dito, di mio padre bastava il suo sguardo, di mia madre le sue urla. Con mio padre ci parlavo poco, non sopportavo quel suo carattere duro imporsi su di me, quel suo modo di farmi capire che non valevo nulla, anche senza che me lo dicesse. Un giorno gli dissi: – “Papà il tuo carattere mi piace, ma con gli altri, con me cambialo!” – Lui mi guardò e mi sorrise. Era la prima volta che vedevo quel sorriso e tutt’ora lo vedo. Fu allora che capii che mio padre era un buono con la corazza da duro. Fu allora che lui capii chi ero io . Sentivo la mia vita vuota e con quei gesti estremi cercavo di darle un senso e la cercavo in quella linea sottile fra la vita e la morte, io ero drogato di vita vedevo gli amici drogati di morte.
Salvatore Saporoso – 23/02/2017

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ANTONIO CIRILLO

POESIA: L’Invidioso

Guardi negli occhi della gente,
e li vedi felici,
sulle labbra il sorriso,
nel cuore l’amore.

E’ questo ti fà soffrir,
ma godi quando li vedi.
sofferenti e senza niente,
perchè ti fan sentire grande.

Lurido e sporco invidioso

Tu sei la causa di tutte le guerre,
fraticide, patricide e matricide,
dei delitti più efferati,
fin dai primordi di questo mondo.

Iniziasti col voler mangiare la mela,
per essere come Dio.
Subito uccidesti tuo fratello Abele,
per diventar il padron del mondo.
E da all’ora che sei rimasto,
male inestirpabile,
fin nei nostri giorni
lurido è sporco INVIDIOSO
– 23/02/2017

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Carlo Monaci

POESIA: Titolo. Il soffio di vita
Vuota miseria di un momento,
perduto alla ricerca di una speranza vana.
Ore fatte di ore, passate a rincorrere il tempo,
a ricercar la gioia di un istante,
rigido pegno di ogni felice incontro.
E intanto si forma nel tempo la vuota illusione,
nel declinare costante e sicuro
di un passato che diventa sempre più lento.
I giorni rincorrono i giorni costanti e sicuri,
e nello spazio di un minuto maturano le ore,
nel gravido peso della cosciente incoscienza umana,
si accumulano gli strami della nostra vita terrena.
Nel risicar dei giorni che verranno….
a rinverdir la speme di ogni umano fato,
un soffio che ci porta nell’onda dei pensieri,
a ricordar le stanze che furon e più non fecero,
il silenzio ci sovrasta dei suoi rumori vani.
Rigida attesa di un divenire etereo,
che ci promette il niente nel suo nulla eterno,
costante realtà di ciò che fummo in questa sfera
e più non faremo menzione alcuna
di ciò che è stato e mai sarà più…..
se non nel ricordo eterno e indissolubile.
di ciò che di me è stato e sempre sarà. – 23/02/2017

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Emmanuele Marchese

POESIA: Al Destino con Ironia

Per favor non date al destino venia,
che poi potrebbe montarsi la testa,
cingete il vostro capo con la tenia,
e pensate a tutto ciò che poi resta,
se poi il destino vi canta una nenia,
è perché a cambiar lui poi si presta.
Non ci sono suppliche autorevoli,
son tante le prediche ingannevoli,
se volete restar lamentevoli,
lasciate pure il giudizio al destino…

Dal fato non c’è ragion che sostenga,
l’aspra sintesi del caso ch’é pingue,
pur non sapendo quanto convenga,
poichè a nulla valgono le lingue
e tutto quello a cui poi si attenga,
è sempre tradito da malelingue…
Il cercar che sappiamo disperato,
nel convitto d’un fare inuspicato,
è cedere al nostro disinteressato,
languido esercizio della memoria…

L’amor c’è chi dice che non conviene,
ma poi non fa nient’altro che cercarlo
ed alla vista d’una donna sviene!
Io molto modestamente vi parlo,
se d’amor si mente il senso straviene
e l’unico fatto che non può sanarlo,
poi rende il destino compromesso,
ma se alla sorte poi tutto è ammesso,
purtroppo l’amor viene poi dimesso,
con una strana e chiara riluttanza…

Odiar poi non credo sia d’ammirare,
destino, sorte, la fortuna cura!
Tutto questo ci porta a soddisfare,
l’istinto sventurato che non dura,
al menare d’una vita che appare,
d’una pratica ch’è ben più sicura…
Però qui finisce il mio buon consiglio,
sole parole, del senso un appiglio,
c’è parecchio amore in un sol bisbiglio
e quindi affrettavi a conclamarlo!

– 23/02/2017

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