Tessari Bruno

POESIA:NUDA

Non toglierti i vestiti, guardami negli occhi, per adesso l#039;unica cosa che voglio vedere nuda è la tua anima. Spogliati dei tuoi problemi, delle tue incertezze e delle tue paure ma fallo lentamente così che io possa comprendere e fallo senza distogliere lo sguardo. Quando questo succederà capirò come vuoi essere guardata e allora nei miei occhi vedrai apparire lo sguardo che da tanto stavi aspettando.
Ora spogliati. – 20/05/2018

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Carotenuto Andrea

POESIA:Suono di ferro come boato
Suono di urla, che tolgono il fiato

La galleria, che ti sembra infinita, cela una luce, già da tempo assopita
Se tu la vedi, sei fuori da oblio, se questo non credi, non c’è solo io
Troppa emozione, nella tua lotta, e il tuo sfidante, ride e borbotta
Se tu combatti, senza ragione, non esci mai, da questa prigione
Tutto va avanti, tutto che avanza, tu torni indietro, come un gioco d’infanzia

Suono di ferro come boato
Suono di urla, che tolgono il fiato

Troppo violenta, è la sua scure, troppo pesanti, le tue paure
E sembra folle, la sua sadica lotta, perché colpisce, mentre ride e borbotta
Cerchi un aiuto, cerchi un fidato, e invece trovi, solo un suo alleato
Ed anche il tempo, che hai tanto amato, mostra le spalle, e ti tiene legato
Come si fa? Come si esce? Da questa gabbia, che dentro ti cresce

Suono di ferro come boato
Suono di urla, che tolgono il fiato

Tanta fatica, tanta energia, ma tu la perdi, se non trovi la via
Provi a cercarla, nell#039;ispirazione, trovi una nota, ma non la canzone
C#039;è ancora lui, che deride e ti addita, c#039;è sempre lui, la rovina di vita
Provi una strada, che non è tua, le provi tutte, anche più d#039;una
Questa raccolta, di tentativi, scorre la vita, ma tu non la vivi

Suono di ferro come boato
Suono di urla, che tolgono il fiato

E ti convinci: si ferma il tutto; da tanto lo pensi, da tanto sei lutto
Un solo spiraglio, è smascherarlo, la tua vittoria, è l#039;ignorarlo?
Cerchi studiando, la sua prossima mossa, con zelo e arroganza, ti ha già dentro una fossa
Con l#039;ultimo respiro, strappi via il suo volto,
E quello che vedi, una faccia di stolto
Tra uno specchio e il suo riflesso, non c#039;è tanta differenza, se proiettano te stesso, solo solo in una stanza

Suono di ferro come boato
Suono di urla, ma cosa ho creato?

– 20/05/2018

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Santarelli Lorenzo

POESIA:A tal pensiero,
Foglia del mio cuor,
cade in un cimitero,
Di terra ormai arida allor,
Non è detto che lassù,
Una luce si spegne,
Finche un piccolo baglior
Non cessa d’essere presente… – 20/05/2018

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Franzoni Lorenzo

POESIA:
QUEL CHE SI SA

Vorrei strappare a mio padre
il mormorio di questi giorni,
ridargli la sua pelle
di me fanciullo,
lavargli la rabbia e la fatica,
e la paura di non essere abbastanza.
Tante cose non potrò spiegargli,
le cose non dette
vanno in posti crudeli.
Proprio ora che mi è figlio
occorre prender atto.
Si fa quel che si sa,
e poi si muore.
– 20/05/2018

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La Motta James

POESIA:Nelle nebbie di un cratere, mi si schiariscono le idee e mi accorgo che sei anche tu, in trappola tra le mille mani, di voglia di essere riconosciuta, ritrovata ed apprezzata da un mondo fatto di contatti, in contatto con te e il mondo intero, sol perché t’immaginano tra le loro mani. La tua mano, la tua bocca, la tua gamba, il tuo corpo, oggetto di desiderio di una community in trappole di reti di solitudine. Che per socializzare si aggrappano ad un click, fatto da emozioni di smiles dai mille significati.. Che cambiano la vita, la tua, se saranno milioni che in coro ti daranno la loro approvazione. Spingendo un like, un cuore non più quello disegnato su una lettera con su scritto, mi ami? Metti la X sul Si o No e come variante per i più timidi ed indecisi, un Forse… Figlio di una speranza come quella che in questa notte all’alba di un nuovo giorno, catturato dalla bellezza della mia città e inebriandomi di profumi sulfurei, spererei che cambiasse tutto questo… Perché non si è bravi o fighi se si hanno milioni di followers o 5000 friends. Ma si avrà l’approvazione di tutti, quando non sapranno più cosa dire di te.. Saturi dalla forza dei tuoi silenzi, che daranno voce alle loro fantasie ed immaginazioni, no perverse, ma di pura e mera curiosità. E com’è magia, per un bimbo vedere il fumo uscire da una montagna… Vorrei anche io per magia, non svegliarmi più in un passato, che mi porta in questo presente, dove triste e affranto, condiziona un futuro pregno di zombi alla deriva, che stanno distruggendo le loro menti.

JLM
Campi obbligatori – 20/05/2018

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Di Nunno Debora

POESIA:DIALOGO STRUGGENTE

Oh figlio che parti per quella guerra,
pregherò Dio che tu faccia ritorno in questa terra.
Oh madre mia armarti di coraggio dovrai,
senò quelle notti rumorose non passeranno mai.

Dio che da lassù lo guardi sparare
fa perlomeno che non debba penare,
ogni sparo io lo sento più forte,
tu figlio mio, non guardare la morte.
Come facevi da bambino,
quando a quelle scene mettevi le mani al visino.
Paura, promettimi, mai avrai
la mamma sempre accanto sentirai.

Madre che non dormi nel tuo letto di ghiaccio,
Donna pensati ancora con me in braccio.
Ad ogni rumore tu mi torni in mente,
la paura di non tornare adesso si sente.
Ora madre tu dimmi quanto male ci darà?
Questa dannata guerra che solo morti e sangue farà.

Oggi un mio nemico ho visto sparare,
mamma perdonami ho dimenticato di non guardare,
e se ora sofferente sarai,
mamma ricorda che male farai,
a quel tuo figlio che ricorda sempre quegli occhi tuoi belli,
che anche la morte è meno brutta pensando a quelli.

Bambino mio, abbracciarti vorrei
ti ricordo piccino ma tu non ci sei.
Quella tua voce sento lontana,
che tristezza da, il rintocco di quella campana.
Tu ad ogni morto fa un segno di croce,
pensa alle loro madri che dolore atroce.

Io tornerò a casa vedrai,
e madre finalmente abbracciarmi potrai.
E quando morire vedrò,
madre dimmi a che Dio crederò?
Un segno di croce farò,
quando un compagno sopravvivere vedrò.

Figlio rabbioso non sarai,
se un po più di fede avrai.
Sappi la guerra fa paura anche alla mamma,
che aspetta suo figlio che torna da un dramma.

Questa notte mamma ti ha sognato,
impaurito e demoralizzato,
al risveglio pianto io ho,
le lacrime che più non ho.
Figlio mi manchi, torna al più presto,
torna da mamma a tuo nido, adesso.
Mamma ti aspetta con il cuore in mano,
e ti ama nonostante sei tanto lontano.

Mamma stamane un compagno con gli occhi di sangue ho visto morire,
e credimi madre la morte è difficile da digerire.
Che pena mi ha fatto quel uomo che giaceva morente,
guardalo madre, non pare un perdente.
Mi chinai a suo cospetto struggente,
ricordo le tue parole mamma, le ho bene in mente,
quando il colpo sentì perfettamente,
e in petto ho un cuore sanguinante,
di chi per la guerra non è mai stato importante.

Madre mia bella piangere non dovrai,
perché un angelo in più in quel cielo avrai.
Io le tue preghiere sentirò,
e giuro mamma ti proteggerò.
Mamma il cuore per un uomo ho perso,
l’ultimo ricordo è quel cielo terso.

Ora quei tuoi occhi, mamma, vedo lontani
mamma che male fa pensare che non ho più un domani,
e invece quel colpo ha dovuto trapassare,
il mio cuore che adesso sa solo sanguinare.
Ora su questa terra non ci posso più stare,
dal Signore devo andare.

Mamma promettimi che mi amerai,
anche quando morto mi accarezzerai.
Un ultimo abbraccio avresti voluto darmi,
madre che in grembo hai saputo portarmi.
Mamma ora sento freddo in viso,
come tutte le notti senza il tuo sorriso.

Mamma un ultimo bacio dovrai darmi,
e riuscire dovrai a perdonarmi,
se quella sera ho deciso di partire,
inconsapevole che ti avrei fatta soffrire.
Madre che piangi sul mio corpo morente,
io ogni tua lacrima sento pesante.
Ora ricorda che tuo figlio lassù starà bene,
Mamma non piangere perché io TI VOGLIO BENE.
– 20/05/2018

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GIALLONARDO IOLANDA

POESIA:CANTO DELLA NOTTE

Vieni. A medicare le mie ferite
vieni, o tenebra dall’alba attesa,
negli infiniti giorni senza tempo.
Tu sola fai mute quelle ossessive
urla con cui il chiassoso dì mi turba,
oh placida notte, vieni, nel pianto
t’invoco a soffocare il mio dolore.
Come colui che viaggia a nuovi lidi
sospira nell’affannoso cammino
sperando ancor invano di approdare,
così io soffro l’ore che mi separan
da te, meravigliosa quiete del mio
cuore. Sapientemente mi nascondi
dagli sguardi del giorno in cui solo
è l’umano incubo della morte,
tu, creatura senza colore, vaghe
fai per me le figure,
i contorni confondi delle paure.
Invaghita della vita ti guardai
con disprezzo, beffarda nunzia della
fine; ora ti chiamo a velarne le tare
che la luce del sole ha mostrato
alla coscienza da te accarezzata.
Mi deludesti, notte di timori,
d’ansia di non essere, di non aver
da vivere, d’assistere alla fine
del fine del mio essere. Notte mia,
notte infinita, se sol avessi io
presaga immaginato con qual imo
odio avrebbe leso ‘l dì la speranza
tua soave, invan t’avrei voluta
eterna; e di quell’inetto sogno ancor
mi pento. Perché tu ora te ne vai?
Perché mi illudi e poi mi lasci in preda
all’insidioso raggio?
Vieni, reca a me ‘l tuo adorato omaggio.
Guarda anche tu, madre degli infelici
cosa c’è da illuminar in quel letto
ove marcisce l’uomo disperato,
con l’anima intatta dentro un corpo
senza dignità; e in quel misero
tugurio ove il fratello ruba il pane
al fratello piangendo la sua morte;
guarda e corri a coprir per sempre ciò che
il chiarore assassino innalza sul rogo
dell’orribil scherno. A te verrò, madre
consolatrice, allor ch’anche la pace
dell’anima il mondo avrà distrutto
con le maniache frenesie; a te,
a te per sempre, nell’ombra mite tua
ov’ogni romore divino è canto
e non c’è fretta d’arrivar per pena
di trovar porta chiusa.
Te solo il fango umano amar non usa.
Vieni, affascinante tenebra mia,
ascolta il mio canto, intonalo con me,
cantilenante, dolce ninna nanna
dell’oblìo … Ti chiamo con il pianto
dell’umana viltà, o silenziosa
eutanasia lenitrice. Portami
i sogni in dono, appassionata amante
o quegli incubi di speranza intrisi,
vendetta e non perdono per l’antica
ingratitudin mia, ma sta’ con me
ch’io non ho più timore dei giganti
mostri del mio sonno, ora attanagliata
è la passione mia dalle luride
figure su cui luce m’ha fatto il dì.
Va’, o canto, nella notte, o canto
della notte, va’ le piaghe a cancellar,
nascondi le bellezze,
addormenta ‘l brutto con le carezze.
– 20/05/2018

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Ursino Giuseppe

POESIA:Profumo di vaniglia e tu nuda sul mio letto
profumi d’amore avvolgono i miei sensi
fermerò la mia bocca sulla tua pelle
in quel respiro silenzioso che mi avvolge
come gocce diamantate di rugiada
vivo di te come un battito di farfalla
che vive ogni secondo come se fosse l#039;ultimo
Io ti amerò ancor più dell#039;amore stesso
cercando le tue labbra bramose di ME
nel volo di ogni giorno
crisalide argentata,dolce carezza
come un soffio d#039;ali
della bianca farfalla… – 20/05/2018

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Ventre Vincenzo

POESIA:Madre

Ed ogni tanto mi ritrovo disperato
Molte volte mi emoziono ed i brividi
salgono al cuore
Sempre i ricordi mi sorridono e mi travolgono
Per l#039;eterno un vuoto una voragine un sussulto mi circondano beffardi
E continuerò a piangere per scuotere il silenzio
Poi un giorno verrò da te e sarà come se non ci fossimo mai lasciati – 20/05/2018

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Brambilla Silvia

POESIA:Don don don.
La mia salma per strada vedo passare,
Nessuno dietro a me piange quelle lacrime amare.
La pioggia fa il suo gioco,
Le foglie lungo il viso hanno il loro scopo.
La terra, le urla il silenzio e la morte..
Tutti dicono “non era la sua sorte”.
Ma in fondo tutti han visto,
Chi ha chiuso gli occhi, per loro mi rattristo.
Bene e male a non mostrarsi,
In fondo basta solo poi girarsi.
Lascia macerare le mie carni sul terreno.
Soffice e morbido. Ora il cielo è sereno.
Una due e tre.. quante siamo in fondo?
Troppe morte,lasciate nel buco piu profondo.
C e chi come me, da quel buco poi ne esce.
Ma una parte della mente piu non cresce.
Piangi grida urla e nessun ti sente.
“Che hai?” Chiede mamma.. “niente”
Sul cuscino cancelli cio che hai.
La doccia ma non guardarti nuda..come fai?
Non è il tuo corpo, non è il tuo respiro,
Tu sei fuori, nel campo…o in giro.
Vaghi nella notte con le ombre lungo il viso.
Ecco chi ti ammazza, con quel suo sorriso.
Ridi ridi ma poi piangerai
Quella ragazzina non piu troverai.
Nessun male ti auguro sul tuo corpo
Non desidero nemmeno vederti morto.
Una cosa mi rimane da augurarti:
I rimorsi di coscienza vengan a trovarti.
Che la vita eterna a te possa venire
Per vederti in eterno, con la coscienza soffrire.
Osserva le tue figlie pregando per loro sia diverso..
Sei padre tu, non sei piu lo stesso.
Prego per loro che qualcun altro non sia com#039;eri te
Sperando che l#039;ironia non venga alla sorte.
Ora vai alla tua famiglia
E spiega che merda sei a tua figlia.
Ho ancora legna in tribunale da ardere..
Quindi per te lunga vita… in carcere. – 20/05/2018

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