Maria Grazia Guastaferro

POESIA: In risposta ad eco incoscienti

Non pronunciare
la parola
che io porto scolpita.
Non sussurrarla,
taci.
Tanto è stato detto.
Zitta è la parola.
Sangue di città mute,
superstiti.
Sconosciuta e perduta
è la parola,
in questi tempi
di facili bandiere
e bocche per fucili.

Quali barbarie
non temi più?
Le hanno raccontate troppe volte.
Quale odio
indosserai presto?
Nemmeno te ne vergogni.

UmanitÃ
è la parola
che ora ti nego.

Hanno ucciso mio figlio stanotte,
non domandare dove.

UmanitÃ
è la parola
che il tuo chiedere insulta.

Hanno ucciso mio figlio stanotte,
non domandare dove.
Mio figlio è tutti i figli.
– 17/01/2017

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Carla Ponti

POESIA: Piove…sui tavoli del bar affacciati sulle acque grigie del Canal Grande…sulle rose rosse di un incontro mancato,
…sulle sedie vuote,
…sui lampioni accesi.
Piove, in questo pomeriggio d’ inverno, sui gradini del Ponte di Rialto dove qualcuno è salito e poi sceso…lasciando cadere al suo passaggio petali rossi, bagnati da lacrime di pioggia.
Piove…su Venezia.

– 17/01/2017

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barbara trinca

POESIA: Cosa provi quando distesa placida al suolo
l’ombra mia scura fissi lontana
alla luce velata d’un sole ormai stanco ?
Cosa senti?

Impresse
nella comunione d’un attimo scevro
fissate vivide al suolo voi state
simulacri inviolati
spurio spazio di tempo latente
perso e teso
al durar dell’ ultimo sole

Tanto cara ombra mia
a me sì sempre vicina
sempiterna e celata
spoglia lunga e non più sola. – 17/01/2017

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Guido Anselmi

POESIA: Un fascio

Mi piacerebbe in un giorno di sole
riunire gli alti fusti odorosi di terra
mietuti a milioni in un unico mazzo
congiunti nell’oro sui calli d’un palmo.
Vedere se in mano si possa afferrare
il lento ondeggiare d’un campo di grano.

Con questa speranza io ti ho affastellata
chiamata a raccolta con fischi nel vento
per lunghi pendii dal collo di felci
tra rughe scavate da aratri nei poggi
scortando ricordi con rigide canne
in stretti recinti all’occhio del falco.
Ho fatto di te un ritaglio nel mare
come una rete che d’acque rigonfia
a prua si raccoglie in misera crocchia.

Chissà se sapresti comporre il tuo volto
col fascio di sterpi che stringo nel petto. – 17/01/2017

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Nicola Lospinoso

POESIA: Ora spengo il cellulare
Manco me ne accorgo
Vado di sotto
Rotto
Scrivo di ciò che mi ha sepolto
Per capire se stare da solo
Vale molto
Dipingere
Fingere
Un sorriso corrotto.
Uno psicopatico come me
Guarda L’infinito
Distolto
Destinato ad esser solo
Ma se non ci sei
Mi sento morto. – 17/01/2017

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Marco Bianchina

POESIA: PECCATO E DIFESA.

Il Peccato arriva
svelto e in silenzio
sapendo che può essere il tuo stesso specchio,
è capace di entrarti dentro
senza farti sentire freddo,
è il riflesso di un uomo disonesto
peccatore della vita
e di tutto il suo ingegno,
e quando arriva
non provare a scappare perchè
ti prenderà e rimarrà stretto a te,
sino a quando
non ti vedrà implorare il suo nome
contemplare ogni tuo errore
e magari deciderÃ
di lasciarti andare,
ma non esserne sicuro
devi ponderare bene ogni minimo pensiero
della vita,
dei tuoi anni e del tuo futuro
per far uscire velocemente dal tuo corpo
lei,
la Difesa.
La Difesa è ineguagliabile,
la vedi che rimane affianco al suo Difensore
ferma immobile ad aspettare chissà chi e chissà cosa
pronta a mettersi in posa d’attacco
per difendere il tuo sbaglio
e rispedire il peccato da dove è arrivato.
Cerca di capire la qualità della tendenza individuale,
sa di ogni invidiuo
e sa quanto vale.
Peccato e Difesa ora si stanno guardando,
si stanno studiando e stanno cercando
di capire questo disagio mentale,
si stancano,
estraggono l’arma
e si sparano senza farsi del male. – 17/01/2017

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Nicola De Gol

POESIA: Una pausa.

Voglio poter chiedere una pausa
senza dover chiedere scusa.

Voglio ricalcolare i miei passi
e lasciare agli altri quello dei tassi,
non sono animali, ma sconquassi.

Voglio poter tornare a sorridere,
ma da me stesso,
che sia in me il nesso,
e portare gioia agli altri, promesso !

Il bello è che si espande,
non fa calar le mutande,
si propaga,
non è più storna, non più inutilmente vaga,
sicura si appropinqua, da là a qua.

Se trova steppa o deserto,
ne approfitta per meditare,
è molto importante, non origliare,
non riguarda un asserto,
ma la possibilità di migliorare,
accettandosi, a piccole dosi.

Voglio scoprire di non essere solo,
che c’è qualcuno lassù,
che mi fa “Cu-cu”,
voglio mettere l’orecchio nel suolo,
per ascoltare la terra,
dare la mano, girotondo !
Tutti giù per terra..che mondo !

Quando da te esco e ritorno,
mi accorgo di avere tanto,
ma di dimenticarmene,
forse perchè non canto,
non soffio nel corno,
vorrei un carmen, amen.
Tutti avrebbero bisogno di incontrarti,
lasciandoti libera, senza addomesticarti.

Ti voglio bene,
volevo scriverlo,
ti mando una lettera,
quando tiene,
questo perno,
eccetera..
Mi distendi,
mi rivolgi a ciò che conta,
senza azzoppare la tonta.

Scusa,
mi prendo una pausa,
penso alla Val di Susa,
qualcuno là accusa,
credo non valga scusa,
vorrei una vallata tranquilla,
senza il telefono che squilla,
raccogliere petali lilla,
da una capanna, non da una villa,
che non sia viscida come anguilla, invece, qualcosa che brilla !
– 17/01/2017

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Francesca Simone

POESIA: Mani di Scirocco
sudo
se mi tocchi –
Sei la benzina
delle mie notti:
non puoi asciugarmi
io che sono il fuoco –
Il tuo odore è potente
è prepotente
è l’unico che sento
anche dopo l’incendio
quello di bruciato
è niente
confronto al tuo.
Brucio
ma non m’incenerisco
brucio
ma non mi esaurisco –
Sei il sole
dei miei giorni:
non puoi spegnere
l’ardore
l’arsura –
Bevi
mi dici
bevi
ma sei tu a bere
da me:
il mio cuore si scongela
e si scioglie –
Mani di Scirocco
sudo
quando mi tocchi. – 17/01/2017

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