Giuliano Pasqua

POESIA: PAPAVERI
Campi di papaveri,
ferite aperte nella crosta terrestre.
Arboree entità,
divinità color sangue su una pittura rupestre,

Vegliate sulla storia
dormite sui sepolcri
colorate di vermiglio
le speranze dei bifolchi,

Ognuno di voi,
rappresenta una fiamma
che incendia i campi
in vampate di vita

Ognuno di voi
racconta una storia
di onore, vendetta,
di fama o di gloria

Ognuno a suo modo
decide chi essere, cosa raccontare,
a chi e in che maniera,
liberando l’ anima
da questa galera…

che nella plastica e nel petrolio
ha affogato l’ istinto,
quel vecchio amico
in molti già estinto:

Quella nonna, che racconta una fiaba,
quel principe dai biondi capelli mossi,
quel bimbo che gioca,
quei campi pieni, di papaveri rossi.

– 17/01/2017

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Tania Tramonti

POESIA: AI MIEI FIGLI

Eri piccolo e immenso
Mi hai guardato l
e i tuoi occhi
mi hanno rivelato
la profondità dell’universo
Ogni cosa si riassume in te
Ogni luce entra ed esce
Un attimo.E la vita è cominciata.
Eri piccola e immensa
Il tuo pianto
era un trillare di campanelli
Un tintinnare di gocce di cristallo
Mi hai inondato la vita di sole
Un attimo. E il buio e’ sparito
Per sempre – 17/01/2017

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Alessio Stefano

POESIA: Dal fiume sgorga una goccia amara;
il cielo bianco e impuro, e le nubi
che lo colorano di grigio fumoso;
scaglie di sole schizzano di rado.
La primavera tarda ad arrivare,
per l’inverno che imprime resistenza,
vivendo nascosta nel vento gelido
e nei fiocchi sciolti.

Solo fiume permette di assaporare le sfumature
di questo tempo travolgente e incessante.

Lì, un vecchio, solo con un pacco di sigarette in tasca,
ha oramai smesso di contare i suoi anni.
Ad ogni boccata di fumo gli sovvengono ricordi:
gli amori giovanili, disincantati e sfuggenti,
di quella lontana giovinezza,
travolta da un soffio di vento,
dal tempo, travolgente e incessante.
Come può quel vecchio ammazzare il tempo?

Il fiume continua a fluire senza perdere mai il suo splendore.
Piatto, stabile, calmo.
Ma durante quel giorno di freddo inverno,
qualcosa stramazza nell’aria inquieta,
uno spaventoso ruggito
di una natura che non dorme.
– 17/01/2017

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SOFIA LENGUEGLIA

POESIA: Cerco le parole in questo mondo che corre
e rincorro sillabe ferme da virgole.
Le cerco le parole
in un fiume che scorre
e negli argini attenti trovo scarti d’inchiostro.

Le parole le cerco
per dirti emozioni
ma se posso le voglio lucenti

e poi m’accorgo con questo inchiostro
che ora mi beve le dita
le cose luminose stanno sul fondo. – 17/01/2017

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Pier Luigi Nanni

POESIA: Un paziente amore
Come se il passato
fosse in ascolto, una leggera brezza
incita l’aria
facendo frusciare le foglie
dell’annosa vite che,
in tacito plauso,
aspetta il tuo
gentile e operoso daffare. – 17/01/2017

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Monica De Angelis

POESIA: L amore è una sciocca illusione
L amore è solo per i poeti e i sognatori
L amore e per quelli che credono che esiste
L amore è per i deboli
Questo è l amore per me
Si, ho sempre creduto a questo
Fino al giorno che ti ho incontrato
Ed è stato l inizio del mio cambiamento – 17/01/2017

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margherita coletti margherita

POESIA: L’INVIDIA
SINGOLARE LA SUA PRESENZA ELEGANTE MISTERO
IL SUO FARSI NOTARE GUARDA SOLO CHI APPARE
L’INSISTENZA DI FAR PIACERE LA FALSA IDENTITA’ DI ESSERE
CRUDO IL SUO CUORE TAGLIENTE IL GIUDIZIO ARIDO IL PIANTO
NO VERGOGNA NO AMORE
NO AMICIZIA
SOLA DECADENTE LA RAGIONE, ACCRESCE IL DISTACCO CIVETTA DI INGANNI
CUSTODISCE UOVA PAONEGGIANTI
AVVENENTE SECONDO IL PREVEDIBILE COITO
DIFFONDE ARCHETIPI SPOLVERA DECADENZA RIEMPIE VASI DI PANDORA
SPERANZA NON C’E’, FUGGE ANCH’ESSA
OSTICO L’ODORE CHE NUOCE ALLA SAGGEZZA. – 17/01/2017

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Massimo Palladino

POESIA: “L’impossibile amore di don Chisciotte”

Vedo laggiù, sulla pozzanghera ghiacciata,
Un merlo che saltella e picchietta, cercando
Del cibo da mangiare che trova, in silenzio.

Penso a noi umani qui, senza collegamenti,

Quando ne abbiamo e diciamo d’avere fame,
Quando noi saltelliamo, da un luogo all’altro,
Quando facciamo sempre gesti inconsulti, per

Dimostrarne l’ampiezza che ci dilania,
Come fosse l’impossibile amore di don
Chisciotte per la sua amata Dulcinea del

Toboso che gli sorride, come quel merlo
Sulla pozzanghera ghiacciata, nella litanìa
Di suoni e parole perdute assenti, molto lontane.

“L’impossibile amore di don Chisciotte”

Vedo laggiù, sulla pozzanghera ghiacciata,
Un merlo che saltella e picchietta, cercando
Del cibo da mangiare che trova, in silenzio.

Penso a noi umani qui, senza collegamenti,

Quando ne abbiamo e diciamo d’avere fame,
Quando noi saltelliamo, da un luogo all’altro,
Quando facciamo sempre gesti inconsulti, per

Dimostrarne l’ampiezza che ci dilania,
Come fosse l’impossibile amore di don
Chisciotte per la sua amata Dulcinea del

Toboso che gli sorride, come quel merlo
Sulla pozzanghera ghiacciata, nella litanìa
Di suoni e parole perdute assenti, molto lontane.

– 17/01/2017

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Teresina Palopoli

POESIA: MAGIA DEI RICORDI

Tra le arcaiche mura
si ergon timidi
i resti di case accoglienti.
Il silenzio parla.
Racconta le fatiche i dolori
le gioie e la serenità d’un tempo.
L’accoglienza sincera
nelle piccole umili e calorose case.
Nel donar il poco cibo posseduto,
tutto l’ amor della condivisione
Le festose voci degli infanti.
Quando l’indispensabile
parea abbondanza.
Si ringraziava sempre Iddio
per tutte le meraviglie del mondo.
Ci si dissetava alle chiare fresche
dolci e gorgheggianti acque delle fontane.
Le donne lavavan i panni nella fiumara ,
alleviando la fatica con allegri canti.
Che magica atmosfera.
Rilassante e nostalgica ,
tra i suggestivi ruderi dei nostri avi.
– 17/01/2017

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Teresina Palopoli

POESIA: MAGIA DEI RICORDI

Tra le arcaiche mura
si ergon timidi
i resti di case accoglienti.
Il silenzio parla.
Racconta le fatiche i dolori
le gioie e la serenità d’un tempo.
L’ accoglienza sincera
nelle piccole umili e calorose case.
Nel donar il poco cibo posseduto,
tutto l’ amor della condivisione
Le festose voci degli infanti.
Quando l’ indispensabile
parea abbondanza.
Si ringraziava sempre Iddio
per tutte le meraviglie del mondo.
Ci si dissetava alle chiare fresche
dolci e gorgheggianti acque delle fontane.
Le donne lavavan i panni nella fiumara ,
alleviando la fatica con allegri canti.
Che magica atmosfera.
Rilassante e nostalgica ,
tra i suggestivi ruderi dei nostri avi.
– 17/01/2017

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