Mauro Giovanelli

POESIA: SPAVENTAPASSERI

Non saranno certo coloro che hanno fede, essi dicono,
a farmi desistere dal cercare la risposta,
individuare la meta stabilita dalla notte dei Tempi.
Pure dal mio osare voler intendere il presupposto d’esser qui,
tra la prescelta folla dei contendenti.
Gli indagatori dell’Ulteriore
Vengono definiti sciocchi e superbi
dai drogati di antiche e incongrue narrazioni,
nel convincimento di essere stati eletti alla conoscenza,
chissà da chi, cosa e perché.
A tal punto da imbalsamare loro la mente,
il cuore, l’anima, lo spirito.
Inchiodandoli all’inerzia.

Dunque a te, donna amata, venerata desiderata,
dico solo… non lasciarti sedurre da ingannevoli, primitivi miraggi,
impedisci che la notte ci avvolga,
avvinghiamoci nella nostra illuminata singolarità.
Tu sei me.
Illusoria la disattesa promessa di aver separato la luce dal buio
da sempre il grande splendore
è compagno di ciò che fatalmente ci lasciamo alle spalle
e rischiara il percorso imboccato,
tenendoci stretti per mano.
Non smorziamolo!
Impediamo alla vita di ottenebrare il tempo che ci appartiene,
scambiamoci baci, abbracci, carezze. I corpi.

Impossibile sfidare l’enigma in solitudine. Già te lo dissi.
Amore! Siamo misura di riferimento dell’Universo?
Se le grandi masse celesti
interagiscono fra loro obbedendo a regole certe
e le particelle elementari
non soggiacciono ai medesimi principi,
abitiamo noi fra queste due grandezze?
Saremmo quindi il centro del Tutto?
Procedendo nell’infinitesimale o nell’immenso
potremmo scoprire altre entità di mezzo?
La somma degli interi positivi fino all’incomputabile
genera un numero più piccolo di ciascuno di essi,
per di più negativo.
Ciò indicherebbe stravolgimento di ogni precetto?
Un domani senza confini?

Voglio condurti nell’inesauribile, donarci eternità.
Immerso in questo pensare eccomi giunto nell’ospitale spiazzo
dove avverto gli aromi del nostro primo, sregolato prenderci.
Ora finissimi steli d’erba formano un morbido tappeto,
gli umori che un giorno remoto abbiamo disperso in questo terreno
gli hanno dato nutrimento.
Ruoto su me stesso e siedo sfinito ai piedi della quercia.
Sguardo fisso verso l’attraente soleggiata radura,
gambe raccolte, avambracci sulle ginocchia, mani abbandonate.
Indicibile tristezza non veder più lo spaventapasseri,
nessun sfarfallio piumoso di corvi che gracchiando si alzano in volo.
La natura è ferma.
Nell’accendermi una sigaretta,
smanioso di assurda malinconia,
gli occhi vanno oltre,
al distante pendio che chiude il cerchio.
Indugio a lungo nel fissare i ruderi di quella discosta abbazia.

Mauro Giovanelli – Genova – 12/01/2017

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enzo diana

POESIA: Per te la nostra casa
sarà fatta di cielo,
di nuvole il parquet
e gli alberi per muro,
il soffitto farò
di stelle punteggiato,
perché tu possa sempre
specchiarti nel creato
e l’ingresso sarÃ
un viale di pensieri,
che ci porti lontano,
dove non c’è più ieri,
la cucina di sogno
te la farò di fiori,
perché ne sia regina
e nutra i nostri cuori,
per stare un po’ tranquilli
farò il nostro salotto
bello come un giardino,
con qualche passerotto
e poi quando la sera,
sazia del tuo diletto,
mi prenderai per mano
per guidarmi al tuo letto,
te lo farò trovare
di petali cosparso,
perché il nostro riposo
non sia mai tempo perso,
nella casa del sogno,
che è già nel nostro cuore,
ti darò e mi darai
sempre e soltanto amore.
– 12/01/2017

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MARCO BONI

POESIA: l’avanzare della vittoria porta a ciascun gloria e vanto ma anche il piu’ insostenibile esultare ora puo’ essere il nemico….il cuore….che malgrado tutto giustifica la sua vendetta…..chi c’e’ dopo la vittoria?…..il significato di avere e’ una responsabilita’ verso gli altri….anche verso i prigionieri…..la guerra non finisce mai…la guerra e’ quel qualcosa che non si dimentica come la voglia di vendetta….dormite stolti ….esultate ancora…i superstiti che non hanno avuto perdite non sanno cose’ la guerra e non lo capiranno….ma chi non veglia ….uccide….
– 12/01/2017

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Andrea Ferroni

POESIA: Prigioniero

Miserabile creatura,
trascini una pesante e lunga catena,
remoto tormento,
una ferrea corda
la cui durezza ha lasciato
neri e profondi solchi sul tuo corpo.
Un tempo quel sangue
ormai freddo e rappreso,
dall’odore metallico,
ha percorso chilometri lungo il tuo corpo,
tracciando infiniti percorsi;
un tempo caldo e fluente colava
lungo le tue bianche ed innocenti membra,
come purpuree cascate
che si gettano nel vuoto.
In quel tempo, ignara del tuo destino,
cercasti conforto tra le braccia del dolore,
che dolcemente ti cingeva intorno al suo grembo, accarezzava i tuoi capelli,
pizzicava le tue rosee guance,
e lentamente
il suo malanno si insinuava nel tuo corpo,
riempiendo i tuoi occhi di un nero profondo,
e le sue lunghe braccia
un tempo care e leggiadre,
diventarono fredde e pesanti,
mutarono in lunghe catene,
intrappolando il tuo cuore in una gabbia.
Miserabile creatura,
schiava del destino,
diventasti prigioniera
di un amore malato.  – 12/01/2017

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FABRIZIO VINCENTI

POESIA: PENSIERI CONTRARI
Stamattina ancor non suona la campana
che già un uccello canta un’alba mossa,
e tu che qui vicino di pensier mi scadi il corpo,
la coperta del passato ti trascini miagolando
come un gatto selvatico, spaventandomi il respiro.
Un fil di ghiaccio mi valica la schiena adagio
e mi ricorda una carezza distante secoli,
millenni di pochissimi ricordi e carovane di parole.
L’amor è quella cosa che un armadio non contiene,
che vibra sui cuscini stanchi della notte,
che soffia tra gli stipiti delle porte e raschia il suolo,
scava tra i tesori e arraffa ciò che vuole.
Ma nulla è mio in questo scrigno sotterrato
e ciò che rubi, già lo hai da sempre.
Deponilo ai miei piedi perché il cielo ti perdoni,
poiché l’amore lascia ciò che vuole
e prende quel che non sopporta.
I giorni ci carezzano le palpebre e noi, mai stati complici,
passeggiamo sulla foresta degli amori
e con inchiostro di labili sguardi, segniamo il panorama.
– 12/01/2017

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Cristina Coda

POESIA: 34 anni..
Anni di attese e pretese, anni di grasse risate e tremende litigate.
Anni di sguardi fugaci e mani appena sfiorate, anni di passioni, gioie e dolori.
Anni di presenze e dolci sofferenze..
Allora grazie a chi avrei voluto al mio fianco di più, ma che da tempo mi guida da lassù.
Grazie a chi mi ama spudoratamente e a chi lo fa senza dire niente.
Grazie alla Luna, al cielo e al mare che di certo non potrò mai dimenticare.
Grazie ai miei amori e grazie alla Vita! – 12/01/2017

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Angiola Giallella

POESIA: NON CHIEDERMI……….

Non chiedermi di dimenticarti,
non chiedermi di cancellarti dal mio cuore,
lascia che si nutra del tuo ricordo……
i ricordi del passato mi aiuteranno a vivere il presente.
Così come il mare con le sue onde accarezza la sabbia e torna indietro,
il ricordo del tuo sorriso mi aiuterà a vivere il futuro. – 12/01/2017

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Stefano Grimaldi

POESIA: Tempio estense
L’ antico castello avvolto
Di luce propria
Di lassu’
Dietro la torre
Il giullare guarda
Di nascosto
L’ evolversi lento
Della trattativa
Ride sotto I baffi
Lancia nel vento
Una moneta d’ oro
Testa o croce?
Urla al pubblico pagante
Che gli manca?
La capital france’…
Io procedo a pie’ veloce
Scorre la Giove can
Tutto intorno a me
Mi fermo…
Sono estasiato…
Rapito da cotanta belta’
Si staglian le colonne
Imponente e misterioso
Il tempio estense
Di medioevo vestito
Sembra ascoltarmi – 12/01/2017

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