Marco Patrizi

POESIA: LE PASSEGGIATE DELLA DOMENICA

Quando eravamo piccoli
e
dalle finestre si vedeva
un grasso dio seduto sulle nuvole
sentivamo
le nostre madri pregare
e
i nostri padri bestemmiare
e
noi ci aggrappavamo
con le unghie all’angelo custode.
Quando eravamo piccoli
passeggiavamo le ore nei parchi
guardando con occhi timidi
i bambini giocare
e ridevamo
senza sapere il perché.
In fondo eravamo solo bambini
e
non saremmo mai cresciuti
se solo il tempo non fosse passato.
Ridevamo di qualcuno
e qualcuno rideva di noi
senza capirne il motivo.
Nelle lunghe passeggiate della domenica
vedevamo un grasso dio
mangiare angeli di cioccolato
e
i nostri genitori litigare.
Le piazze erano piene di persone
che
a poco a poco
sono andate via
e
una sera cercando il grasso dio
non abbiamo trovato altro
che il cielo
e
le case bruciavano
ed io non ricordo
luci più belle
nella sera. – 21/02/2017

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Giuseppe Monaco

POESIA: Uomo solo.

Io solo nella notte senza sonno,
notte tranquilla e silenziosa.
Io veglio e guardo il cielo,
la luna splende
in una notte lunga e senza meta.
Penso cos’è la mia vita,
con un tormento nel mio pensiero,
il mio passato che mi distrugge,
che rode la memoria,
dopo una lunga notte senza sonno.
Stanco…spunta l’alba che sveglia la natura,
gli uccelli cantano,
i raggi del sole splendono nell’universo.
Io stanco nel mio pensiero,
che rode la mia vita, è la natura che si è svegliata,
è passata la notte, è giorno,
io resto triste nel mio pensiero.
Giuseppe Monaco – 21/02/2017

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Maria Battista

POESIA: Sono uno scultore che ha perso le mani,una barca a vela in una giornata senza vento, un uccello che ha rotto le ali , un arco dalla corda spezzata.Ridammi il tuo amore affinché io possa ritornare a vivere. – 21/02/2017

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Francesco Soda

POESIA: Solo.

Voglio andare
andrò
solo
da solo
per strade sconosciute
lungi dai sentieri familiari della memoria.
Non aprirò varchi ai ricordi.
Alcuna possibilitÃ
avranno i tanti ieri
di raccontare.
Andrò in silenzio
rinunciando ad immagini e suoni
che non siano
immagini e suoni
di strade sconosciute
che il giorno mi vedrà percorrere
solo
da solo.
– 21/02/2017

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Marco Podda

POESIA:

Di gramigna e di salvia
profumano le tue
note, amico che vai,
ma i ricordi sono
giallo notte, fumanti
stelle che ci scaldano
scoppiettando nel buio.

Sciacqui la bocca amara
e le nostre lingue si
impastano nei sempre
ed albeggiano i dove.

Comunque ancora qui
siamo: a chiedere poco
ma forse con più fuoco
a dare. TranquillitÃ
deificate – e pur
mai volute – di fiori
dipingono la strada:

ma, sotto a noi, i duri
piedi ci sgretolano
più organigrammi con
e senza i nostri sogni.

Ben aguzzi e ruggini
qui, stasera e nell’alcool,
è facile scalare
grandezze ed abissi. – 21/02/2017

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FILOMENA PICCIRILLI

POESIA: Splendore

Lasciava che il mondo l’accarezzasse con la sua bellezza.
Le raffiche del vento cullavano i suoi sogni.
Il dondolìo degli alberi ammaliava i suoi pensieri.
I tonfi del mare riecheggiavano nel suo animo.
È come se la perseguitasse tutto quello Splendore,
Alle volte si diradava, lasciandosi immaginare,
Altre s’imponeva allo sguardo.
Ma ovunque lei andasse le rimaneva appiccicata addosso,
Come un’ombra orlata di luce,
Lungo l’invisibile cammino della sua Esistenza.

– 21/02/2017

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Michele Piglionica

POESIA: A Milano.
Al luccichio dei binari dei tram
e a quello degli occhi incantati dei turisti.
All’odore sfuggente della modernitÃ
e all’olezzo della povertà più antica.
Alle grandi strade bagnate,
talvolta da chi brinda
per avercela fatta,
talvolta dalle lacrime
di chi non ce la fa più.
Alle grandi ed eleganti scrivanie
popolate da piccoli e grandi uomini
impegnati a scrivere il loro futuro
o a dimenticare il loro passato.
A chi sogna e ci crede ancora,
a chi crede di sognare,
a chi non ci crede più.
Ai grandi progetti,i
ai piccoli passi,
ai lunghi addii,
ai sorrisi amari,
ai dolci ricordi. – 21/02/2017

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Denise Sarrecchia

POESIA: CUORE DI TENEBRA

La tempesta ha forgiato una quiete antica,
tra le mani aliti di vento ormai fatui,
un’innocenza rappresa come neve sull’erba,
un rassegnato inverno dimette rarefatto
il proprio sipario di nebbia,
geloso dei boccioli che con prepotente dolcezza
lo allontanano dal suo ultimo giorno di vita.

Il sangue scorre sotto la pelle come il velluto su amanti esausti.
Il sonno è quello di un guardiano.

Dimmi che cos’è un sogno.

Temi la mia rabbia
rappresa tra le labbra serrate,
temi la violenza segreta
depositata alla base delle mie dita,
temi il demone
dietro il mio sguardo basso.
Lei, un tempo fanciulla,
ora cuore di tenebra,
che vive d’inverni e di lune piene,
che vaga nei boschi sibillina,
custode dell’inverno,
e prigioniera di un’attesa inanimata e senza tempo.

Dimmi che cos’è un sogno.
– 21/02/2017

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Franco Lanucara

POESIA: LA TUA IMMAGINE
NEL MIO LABORATORIO

La tua immagine mi
tiene compagnia
mentre distillo rime
per te, che l’argento
colloidale elettrolitico
si porta via
in soluzioni concentrate
in parti per milione

Alzo gli occhi per
guardarti
mi sfugge il viraggio
dal rosa all’azzurro
mentre titolo durezze
in un mondo colorato
d’assurdo

La tua foto mi guarda
attaccata nel muro
e par che mi dica
io conosco la vita

Tra solfati e cloruri
ti sento parlare
mentre il “bip” mi avverte
e parla l’autoclave

Mi ricorda che il tempo è passato
che il terreno mi aspetta
per colture al sapore
di agar
per nutrire batteri
e poi poterli
contare

La tua foto mi guarda
e mi dice prendiamo
un caffè
vengo subito aspettami
son quasi le tre

18\1\2017
– 21/02/2017

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Manuela Rizzo

POESIA: 20 maggio

Venti secondi
e ti ritrovi
sotto un cielo di stelle
Spaventata
Stordita
Scendo le scale al buio
La terra trema
Mia figlia urla
Venti secondi
Il cuore scoppia
Però siamo tutti qui
E mentre la terra trema
E mentre il mio corpo trema
il cielo è pieno di stelle
Pare voglia rincuorarci.

– 21/02/2017

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