Pier Domenico Ciullini

POESIA: Poesie scritte alla metà degli anni ’70

L’ANSIA
L’ansia è come una schiacciasassi,
tutto stritola e schiaccia,
ed è sempre lì in agguato,
è sempre pronta a partire
sempre sicura di se, niente può
scalfirla o stritolarla.

LA GIOIA
Che terrore la vita
questa vita così triste,
così priva di gioia,
ma la gioia esiste?
Chi l’ha rubata?
Perché alcuni non possono averne
la sua piccola razione?
Altri invece soffocano
dall’abbondanza!

L’ATTESA
Che ansia il telefono
che non squilla!
Che tristezza la lettera
che non arriva!
Che assurdità la vita
che non da nulla!
Che angoscia l’attesa
per chi nulla attende!

LA VITA?
Chiuso in una gabbia
di occhi, il cui silenzio
fa assordire!
Fuori c’è la vita!

– 02/02/2017

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luna valente luna

POESIA: Mi scopre, questa vita
ed io sento freddo.

Intorno a te è diverso,
comincio a volteggiare e l’orizzonte scompare
perdo l’equilibrio ed infine cado.

Quando per pietà,
quando toccherò il fondo
solo allora saprò che mi ha sfiorato.

La vita c’è
i contorni sono chiari
ed io li vedo. – 02/02/2017

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Elena Maria Bono

POESIA: Al dio sconosciuto

Insetto ignaro
preso nella tua tela
mi dibatto,
ma forse
solo se mi divori
potrò liberarmi
nella tua prigione
d’Amore.
Accosto il mio orecchio
alla conchiglia del cuore
e le onde d’un mare
infinito
mi parlano di Te.
Nell’oscuro cielo
cerco la tua presenza,
spiando le stelle lontane,
invece sei nella pietra
in cui inciampo.

– 02/02/2017

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nicola favaretto

POESIA: LE CONFESSIONI DELLA SIGNORA

-“Non c’è soddisfazione nel cogliere
quel che già vi appartiene vero?”
Chiesi alla Signora che sedeva composta
e fiera, palesemente annoiata,
nell’angolo più buio della mia stanza…
-“Anche se così fosse, cambierebbe qualcosa per voi”?
Rispose con voce profonda e pacata
-“No!” Esclamai lapidario…
-“Alla fine l’ultima parola è sempre la vostra!”
Colsi allora un sorriso quasi impercettibile sul
suo volto, ma durò il tempo di un batter di ciglia,
poi svanì, e la Signora chinò il capo…
-“Perdonate la mia sfrontatezza, ma se non mi volete,
perché vi disturbate a farmi visita?”
LEI sospirò… “Sapete, ” Rispose con infinita dolcezza,
“A volte, mi sento sola anch’io”…
– 02/02/2017

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Maria Lupinacci

POESIA: “La Notte”
Scende l’oscuro velo della notte che avvolge tutto è tutti e soavemente a quest’or giunge il riposo .Il cuor si mette a palpitar senza posa, la mente è stanca di quel suo correr veloce e intanto come la notte sulle cose , le palpebre degli occhi miei si adagiano a portar il tanto atteso sonno, lasciando fuor se stesso ed il mondo ad ascoltar ciò che non s’ode .. Soggiunge il lacrimar che solca il volto mio, senza ristagno, ad alleviar le pene di un ormai cuore stanco. L’anima esulta, orsù riposa la notte è giunta col suo nero manto , ricopre ogni pensier, e al doman rimanda. – 02/02/2017

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Angela Strippoli

POESIA: LIBERA
Libera,mi chiamò una sibilla
ma forse non lo sono mai stata

Ho piegato la mia schiena
sotto un soffitto cieco
e, per non smettere di sognare,
infioro la bocca con il sorriso

Libera non sono,
neppure nel pianto

Libera non fui,
neppure di raccogliere fiori di carta
nel giardino dell’infanzia

Anche il diritto all’istruzione
mi fu negato

Imparai allora a rubare
e ad accumulare stralci di cultura

E desiderai la penna alla spada
per inchiodare al gelso
il grido, a lungo taciuto – 02/02/2017

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katia tommasi

POESIA: Tracce di te.

Lacrime scendono levigando il suo viso
un solco si fa strada verso le labbra,
un sapore salato per un destino amaro.
Non hai coraggio se non hai paura.
Con le mani asciuga e tocca questa
pioggia che scende, consapevole di non
arrestare questo sfogo, di lasciarla fluire
come un torrente in piena.
Ascolta l’agghiacciante rumore del silenzio accanto
a quel letto di morte.
No…c’è un limbo, una zona di passaggio dove devi esserti fermato figlio mio..
Il tuo sé sta vagando libero, sospeso, fluttua senza materia, senza spazio…nel non tempo.
Parla con me figliuolo; una madre non abbandonerà mai il sangue del suo sangue, la carne della sua carne.
Parla con me e la mia infinita speranza ti riporterà qui.
Con certosina pazienza raccoglierò ogni cellula di te, mio embrione eterno.
Come può una madre sopravvivere ad un figlio?
La luce della candela si spegne..
Un alito di vento mi ha sfiorato…no…non tornerai più…
Non avrai più terra sotto i piedi….attimi di feroce e disumana disperazione.
Ma ora lo so…ho capito che non sei mai andato via…sei sempre stato qui…
Tu vegliavi me; tu mi infondevi la forza della sopportazione della più incomprensibile delle tragedie.
Tu sei quel fiore che ho appena riposto con cura nel vaso….
Sei la goccia di rugiada che precipita dal vetro della finestra,
sei il pulviscolo che intravvedo dentro quel cono di luce.
Sei, sei sempre stato e sempre sarai il mio sole che accompagnerà il mio cammino.
Ti celerò nel profondo del mio cuore, anima mia…..
E, ovunque, troverò tracce di te. – 02/02/2017

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Martina Pace

POESIA: Io Sole E Tu Luna

Io sole e lei luna, non smettiamo di inseguirci, io le dono calore e luce mentre lei fioca mi riserva misteri, segretezza, intimità.
L’ho incontrata tra i meandri dei sensi, seduta lì ad aspettare un bacio che ruba la vita e spezza il respiro, rendendola prigioniera di un’effimera magia, eternamente impigliata tra le radici del cuore, questo cuore che mai l’abbandona e la lega stretta a sé con un nodo indissolubile.
I suoi capelli sono rame da conservare con cura tra le braccia del destino.
Preme cosi forte sulla vita da non lasciare più respirare nuovi odori, la primavera.
E s’ intravede il paradiso, l’estasi dei sensi riaccesi dai suoi occhi rosso fuoco.
Una dea bendata che il cuore ha spogliato, denudandone la natura.
Amore sopra tutto, l’oro più prezioso è l’amore per la vita, perché lei è vita.
Amare la luna rossa infuocata, sentire il suo sapore, nel suo odore immergermi e tutto l’universo assume una nuova forma.
Anche se questo amore proibito non vedrà mai la luce e resterà solo e sepolto in fondo all’anima, il cuore si dilania e brucia tra le fiamme del peccato, desiderio di un frutto proibito che non ha chiesto il permesso di restare e, come un infiltrato, ha reso il mio cuore la sua casa, divorando fino alla più piccola riserva di energia del mio corpo.
Il momento più bello e dolce è stato mentre percorrevo la scalinata della vita con il cuore aggomitolato nell’angolo più remoto del mio corpo, attraversando con le mani il confine che ci separava.
In quell’istante intenso sono riuscita a raggiungere le stelle e conoscere quell’amore per cui faresti a pugni e daresti l’anima.
Eppure la vita ci scivola via come una goccia ogni giorno, in un mondo di sguardi assenti.
La notte è il rifugio dei sogni, degli amanti, dove il confine si spezza e tu sei libero di correre e baciare un’altra anima.
Lei, fonte di brivido e calore, gelo nel fuoco e fuoco nel gelo. Ogni volta che provo ad allontanarmi le sue radici mi stringono alla gola tenendomi al guinzaglio.
Questo amore lo seppellirò con me, segregato nel silenzio tombale dell’oscura vita. – 02/02/2017

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Eugenio Ottavio MONTALTO

POESIA: A mio Padre Celeste (Padre Nostro)

A volte guardo il cielo,
per non dimenticare da
dove vengo.
A volte guardo il mare,
per sentirmi
abbracciato.
A volte guardo la luna,
per non dimenticare che
io, non ho paura.
A volte guardo in giro,
perché mi stai
vicino.
A volte guardo le strade,
deserte e buie, per vederti
vicino a chi soffre.
Per cercarti, sentirti
E prendermi per mano.

Eugenio Ottavio Montalto
– 02/02/2017

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